Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale – Tolosa

[F. 1r]M. R. P. Domenico e Provinciale Amat.mo

Gilogov – Choha 15. Giugno 1872.

Non so più cosa dirmi di Lei, a cui ho scritto molte lettere, e non ho avuto la consolazione di una linea sola di risposta. Voglio credere, o che le lettere si sono perdute, oppure che per certi riguardi di rispetto al Suo Superiore ha lasciato di scrivermi. In questo caso, una Sua lettera che mi mettesse al corrente di tutto mi sarebbe stata molto cara, e di lume per procedere; in diffetto io ho sempre avuto fiducia che Ella avrebbe assistito tutti gli interessi di questa missione, a norma delle istruzioni lasciate, e dei titoli corrispondenti, quali io ho creduto sempre sufficienti; da una Sua letterina a questo nostro Vice Prefetto ho potuto conoscere solamente che erano nate delle difficoltà nella Sua amministrazione; fu allora che scrissi di proposito a Roma ed ho pregato i Superiori di provvedervi. Io spero che attualmente Ella sarà già rimessa nel suo officio di Procuratore, perché ho scritto molto forte, e di questo stesso corriere ripeto a Roma la stessa questione, e se Roma non è morta affatto non lascierà certamente di procedere, eppercio nutro speranza che Ella prenderà ab ovo le cose, [f. 1v] dell’amministrazione della procura, e farà un viaggio sino a Lione ed a Marsilia per vedere ciò che vi è e ciò che non vi è, e quindi informarci di tutto. In caso che Roma non abbia ancora fatto il passo che ho domandato, Ella renda a Roma ostensiva questa mia lettera alla S. C. di Propaganda, e darà l’ultima spinta in caso di oblivione.

Come attualmente non vi è più il collegio in Marsilia, la questione della Procura è più semplificata e si riduce solamente a conservare i pochi fondi che ancora restano, procurarne dei nuovi sia presso il Consiglio centrale di Lione, sia presso i benefattori, e quindi occuparsi delle spedizioni. Quindi pensare ai soggetti che aspireranno /210/ a questa missione, i quali, a tenore della mia domanda, potranno essere scielti dalle tre Provincie di Francia, e verranno coll’ubbidienza di Roma, quando il Prefetto d’accordo col Vicario Apostolico domanderanno.

Ho veduto da qualche lettera, che le provincie di Francia hanno rifiutato questa missione; la stessa Provincia di Lione si confessa troppo aggravata e cerca disfarsene; è questo appunto quello che io cerco; che le provincie ricusino d’incaricarsene, ciò che mi va molto a sangue, perché ho veduto che lasciata l’amministrazione ai provinciali non è per il meglio; purché i religiosi delle provincie simpatizzino, ciò mi basta; il procuratore nostro farà tutto il resto, egli si occuperà dei fondi, e degli aspiranti alla missione d’intelligenza con noi.

[F. 2r] Caro P. Provinciale mio, non dimenticatevi del pane che abbiamo mangiato insieme per due anni in Francia, e di tutte le conferenze che abbiamo fatto a proposito di questa missione; tenetevi fermo nella simpatia che avete sempre avuto per la medesima, e non temete che Iddio vi benedirà; se verrà una soppressione venite qui; io tengo una grotta preparata e finiremo i nostri giorni insieme; qui avete già una quantità di giovani che vi conoscono e vi amano, e pregheranno per voi. Siamo in treno per aggiustare la strada di Tagiurra; in questo momento sta per partire un corriere di questo Re incaricato di questo, e quindi di recarsi in Europa, ed anche in Roma; se sentirete che questi è arrivato, procurate di abboccarvi con lui, e sentirete come sono le cose dalla sua bocca stessa; il corriere è lo stesso latore della presente chiamato Abba Michele; appena ricevuta la presente, diriggetevi al Vescovo Delegato dell’Egitto domandando di lui, ed egli v’informerà dove si trova, affinché possiate abboccarvi col medesimo. Nel caso di trovarvi trattatelo bene, e se avrete qualche cosa da spedire potrete consegnarglielo. Anticamente vi abbiamo spedito una nota di oggetti che questo Re desiderava, ma abbiamo avuto nessuna risposta a questo riguardo; dietro detta nota potrete spedire qualche cosa, se già vi trovate in possesso della procura che vi ho dato.

[F. 2v] Del resto so che il P. V. Prefetto vi scrive più direttamente, epperciò lascio di estendermi, dicendovi solo che tutte le nostre speranze sono riposte in voi, ed anche nel caso che non abbiate ricevuto documenti da Roma per far urto alle difficoltà che vi presenteranno alcuni, vi prego di servirvi della mia Procura, e nel caso alla medesima rendete ancora ostensiva questa mia lettera, e recatevi presso il Consiglio di Lione, il quale vedendo tutto questo, non avrà difficoltà di versare nelle vostre mani il poco che ancora potrà mandarci; così prenderete di fatto la procura, perché potrebbe essere che Roma sia impedita di procedere, ed allora fatevi avanti colla mia autorità, la quale vi basta per mettervi in conscienza; quindi quando le cose di Roma saranno aggiustate, con questi miei documenti sarete più che giustificato; dico ciò, perché sono lontano, epperciò come pupillo in Europa; il P. Provinciale di Lione non si degna di scriverci; da alcune sue lettere, pare che si consi- /211/ deri come sgravato dal dovere di pensare a noi; epperciò noi ci troviamo affatto abbandonati.

Vi abbracio nel S. crocifisso e sono sempre vostro

Fratello in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o