Massaja
Lettere

Vol. 4

1873

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661

Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale – Tolosa

[F. 1r]Caro P. Provinciale sempre Amat.mo

Gilogov – Choa 1. Gennajo 1873.

Voglio cogliere l’occasione che un mercante nostro amico discende alla costa di Massawah per scrivervi due linee, se non altro serviranno per farvi conoscere che noi qui, grazie a Dio, godiamo perfetta salute, ed il nostro cuore è sempre con voi, benché lontani di corpo. Scrivo la presente non a nome mio solamente, ma a nome ancora del P. Vice Prefetto, e del P. Ferdinando stesso, i quali in questa occasione si trovano a Finfinnì, e non possono scrivervi, ma godono buona salute, da quanto mi risulta da una loro lettera pervenutami pochi giorni sono.

Noi qui siamo sempre in pena ed al bujo delle cose nostre stesse in Europa. L’anno scorso in Giugno abbiamo ricevuto un piego di lettere coll’arrivo dei quattro ragazzi, ma la più parte delle medesime erano lettere antiche invecchiate in Aden, le più recenti erano quelle del P. Emmanuele e del P. Luigi Gonzaga, i quali ci narrarono i detagli di Aden, ma pochissimo d’Europa, di modo che noi qui sappiamo nulla della Francia, della Chiesa, del Papa, e ciò che più ci affligge degli interessi nostri medesimi, sia in Francia che in Roma.

[F. 1v] Come io non dubito affatto del vostro buon cuore che conosco molto bene, e sono certo che voi non dubitate di me, lascio in questo poco tempo di scrivere a molti altri e mi rivolgo a voi solo pregandovi per l’amore del nostro buon Gesù, e delle anime di questi paesi da Lui redente col suo sangue divino, di occuparvi di noi nel senso che vi scrisse il P. Vice Prefetto in una sua lettera che vi scrisse nel mese di Giugno, la quale deve esservi arrivata, perché sappiamo certo che il corriere arrivò franco in Aden. In detta lettera il P. Vice Prefetto, supponendo che Roma ha dovuto aderire alle mie istanze e nominarvi nostro Procuratore plenipotenziario, vi esortava a prendere parte attiva per gli interessi nostri, sia temporali, che spirituali. Nessuno più di voi conosce lo stato dei nostri interessi, e nessuno più di voi si trova in caso di provvedervi, epperciò se noi qui siamo per volontà di Dio, come voi non dubitate, potete essere certo che è volontà di Dio assoluta che voi vi occupiate degli affari nostri, e non potete da ciò esimervi, senza mettervi in pericolo di esserci un crudele traditore; tutti i motivi di convenienza che potete /224/ adurre per scusarvi non sono che pretesti diabolici; quando anche Roma fosse negligente nel decidere [f. 2r] voi devete instare tanto che basti, ed occorrendo anche che Roma nelle attuali circostanze di tribolazione non potesse occuparsi di noi, voi dovete surmontare tutte le difficoltà e servirvi dei titoli che io vi ho lasciati presso lo stato civile per agire; altrimenti bisogna dire che noi siamo sciolti dal vincolo di restare qui, e ciascheduno di noi deve pensare a se stesso.

Nel momento che scrivo potrebbe darsi che il tutto sia già in ordine, e che le buone notizie per noi consolanti siano per arrivarci; alcune notizie volanti suppongono in strada europei partiti da Tagiurra per Choa, e nel momento forse già arrivati; in questo caso, sia ringraziato Iddio di tutto: ma supponendo ciò falso, non voglio lasciar passare l’occasione attuale per rinnovarvi questa mia raccomandazione; se è vera la notizia suddetta deve essere il P. Emmanuele coi ragazzi che si trovano in strada, e se Iddio gli benedice, noi fra poco avremo delle vostre notizie e delle decisioni da Roma, sia rapporto alla Procura vostra, sia ancora rapporto al futuro Vicario Apostolico, per il quale ho scritto molte volte e nessuna risposta è venuta ancora. Iddio facia che si avveri questa notizia, altrimenti noi siamo all’estremo della desolazione.

La povera Abissinia si trova attualmente travagliata dalla guerra civile fra molti principi [f. 2v] che si disputano il potere; sopra tutto ciò alcune notizie volanti suppongono l’Abissinia stata ceduta dagli Inglesi all’Egitto; anzi di più si suppone già l’armata egiziana arrivata in Massawah, e non manca chi assicura essere già entrata in Tigré; se ciò è vero avremo delle nuove catastrofi terribili, ma Iddio è là quello che ci ha conservati sin qui...

Lo stabilimento dell’Egitto in questo paese per una parte è favorevole a noi, perché col medesimo finirà una volta il dispotismo dei copti, e noi avremo piena libertà di istruire e di esercitare il nostro ministero liberamente, publicamente, e legalmente come in Egitto; per altra parte poi il governo egiziano essendo mussulmano, poco per volta minacia di tirare all’islamismo questo povero paese, il quale essendo Cristiano più di abitudine che di convinzione, e già molto abituato al contatto dei mussulmani, facilmente si lascierà tirare. Comunque, più il demonio lavora per rovinare, più noi dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per impedirlo; la lotta incominciata da trent’anni nel suo fine deve essere certamente più terribile –

I miei saluti al vostro Deffinitorio nostro fratello, ed a tutti i religiosi che pensano a noi, alle orazioni dei quali raccomandiamo noi e tutti questi paesi. Iddio vi benedica tutti e ci conduca per la via retta del cielo, ove tutti ci troveremo a dividere i meriti dei sforzi nostri. Addio

Fr: G. Massaja V.o