Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al Marchese Orazio Antinori
capo della Spedizione geografica italiana – Mahal-Uonz

[F. 1r]Signor Marchese ill.mo

Fekerie Ghemb Dom. delle Palme 25. Marzo 1877.

La Sua lettera non per Lei, ma per me è una vera consolazione. Lasciando da parte la nazionalità Italiana, e la Fede che saltem officialmente ci lega, la nazionalità europea in facia a questi selvaggi ci è una solidarietà di sangue e di onore che non possiamo evitare, anche volendolo, epperciò sono obligato come per necessità a prendere parte a tutti i loro interessi, dispiaceri, e consolazioni. Iddio che ci ha gettati sopra questo terreno affricano, ci comanda di sottentrare a tutti gli officii di fratellanza, e di mutua società per quanto arrivano le nostre forze tanto fisiche che morali. È questo il calcolo che mi conduce, e bramo che questo pure resti ben fisso nel loro cuore per tutti i sacrifizii che domanda la ristretta società che formiamo qui, anche rapporto alle reciproche /302/ nostre debolezze che non mancano, prima di tutti in me, quando mi conoscerete da vicino.

[F. 1v] Rapporto al dergò io non ho alcuna posizione officiale che mi autorizzi ad imporre a tutti cotesti impiegati, però per tutte le vie officiose possibili non dubitino di me, perchè farò ogni mio possibile, anche a costo di compromettere la mia pace interna e coi sullodati, perché gli europei sono per me il mio sangue... Debbo però farLe osservare, che in questi paesi il rigore della legge e della parola anche Reale, qualche volta è pochissimo conosciuta, ed arriva ben soventi che l’amicizia, e l’industria supera l’ordine Regio... Lo stesso deve dirsi rapporto alla terra di Lit-marefià, sulla quale io stesso ho fatto il noviziato nelle medesime condizioni di loro, e sono stato vittima, perché in diverse condizioni, essendo io Prete ed obligato a dar esempio di distacco dalle cose del mondo, che debbo predicare a tutti gli altri, come ben sapete. Per ora abbiate pazienza; venendo il Re, una parola sua cangierà [f. 2r] d’aspetto ogni cosa, e troncherà tutte le brighe che ora si frammettono, perche questa gente è superba e vile, si liquefarà il suo potere come il g[h]iaccio alla presenza del sole, colla sola amicizia del Re, qualche volta anche senza ordini reali...

La nostra [ragione] principale è di conservare il nostro onore, perché disonorandoci i nostri nemici diventeranno potenti a farci la guerra coll’elemento stesso del nostro disonore.

Dopo la pasqua Abissinia faremo una festina europea qui nel giorno che il nostro Antinori sarà in caso di venire, ed allora combineremo ogni cosa; fin là pace, pace, pace, pazienza, pazienza, pazienza, amicizia, amicizia, amicizia, ecco il rimedio che vi domando da Dio, e che spero otterrete; fin là consideratemi sempre

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o