Massaja
Lettere

Vol. 4

/308/

730

Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
prefetto e commissario della missione dei Galla – Carcassonne

[F. 1r]R.mo Padre Commissario mio in G. C. amat.mo

Escia-Eloy – Scioha 20. Novembre 1877.

Monsignore Coadjutore vi ha scritto molto a lungo, io non vi dirò che poche parole, perchè sono oppresso dagli affari.

La storia della morte del P. Alessio è stata per me una vera malinconia; cosa si dirà in Francia? quale sarà l’avvenire di questa povera missione? ecco il pensiero che mi occupa giorno e notte – Quando ho sentito questa notizia ho esclamato: il P. Alessio morendo ha ammazzata la Missione! ed è veramente così: senza soggetti, perdita del missionario, scoraggiamento in Europa... oh caro mio! Se in ciò non avesse avuta la parte la volontà del[l’]uomo, avrei detto[:] Iddio l’ha fatta è sua volontà fiat: ma ciò che mi rincresce di più è che un gruppo d’imprudenze hanno mescolato questo fatto; questo povero Padre giovane senza esperienza, guidato da uno spirito di fervore malinteso, che avrà servito a santificarlo, perchè in buona fede; del resto poi non saprei... Lezione per voi, caro Domenico mio, e per il Superiore di Aden, che avete gettato questo individuo e la missione in un vero precipizio per mancanza di riflessione. Col P. Alessio sono stati perduti i quattro quinti, [f. 1v] ma a questo non ci penso, perchè Iddio ci compenserà, e nel caso [v’è] un poco più di povertà per noi e per il culto divino, qui finisce tutto...

/309/ Come poi viene in Europa il Capitano Martini compagno del P. Alessio, e voi al suo arrivo non mancherete di portarvi a Roma per presentarlo al S. Padre, avendo per il medesimo lettere e regali di questo Re, da lui sentirete tutta la storia per una parte dolorosa, e per l’altra consolante della sua morte.

Questo Signore arrivando in Egitto vi scriverà e spero che subito partirete per incontrarvi con lui. Da lui sentirete ancora tutte le notizie personali nostre, e di questi paesi. Se avrete in pronto qualche missionario per noi potrete unirlo al medesimo, ma badate che dovrete munirlo di precetto di S. Ubbidienza che lo oblighi a prendere tutte le precauzioni volute, affinchè non ci accada più la terza volta di vedere i mondani ad arrivare in buona salute, e solo vittima i nostri.

Monsignore Coadjutore vi ha scritto certamente che la missione qui è debitrice di talleri 68. (dico sessantotto) verso gli eredi di Luigi Pouttier nativo [di] Fleres, dipartimento Orne a titolo della successione del medesimo deceduto qui, stata liquidata col prodotto suddetto, che noi abbiamo ritirato qui. Voi [f. 2r] dunque dovrete pagare questa somma agli eredi quando si presenteranno muniti di tutti i titoli requisiti.

Più riceverete un biglietto di Monsignore Coadjutore per pagare alla moglio[!] del Signor Giober una somma notabile in Marsilia, non mancate di pagarla, perchè è stata ricevuta qui da noi, ed è un’altro debito della missione.

Debbo poi farvi una raccomandazione, ed è quella di mettervi un Segretario al corrente di tutti gli interessi e conti della missione, perchè la vita del[l’]uomo è fragile, e la morte viene all’improvviso, sopratutto in Europa, dove l’apoplessia miete una gran quantità di mondo, massime fra le persone sedentarie; la ragione per cui mi sono fatto un coadjutore, e facio niente senza di lui, è questa; così dovrete far voi.

Non dimenticate poi l’affare di Lourdes, per cui Monsignore pure vi scrisse; troverete la scrittura presso M.r Abadie Lacardé notajo. Fate bene fare un pellegrinagio sino a Lourdes e colà ritirare la somma convenuta, oppure prendere tutte le intelligenze, affinchè non vada perduta, poiché si tratta di 20. mille franchi. Vedete come Iddio è provvido, e restituisce la somma rubataci dai communisti in Lione!

[F. 2v] Vi acchiudo la lettera a M.r d’Abbadie affinchè glie la spediate, oppure gliela port[i]ate voi stesso, poiché, da quanto pare, non è molto lontano da Carcassona, come non pare lontano Lourdes; potrebbe darsi che Antoine d’Abbadie si risolva di andare con voi a Roma per incontrarsi con Martini, di cui gli parlo nella lettera. Se andate a trovare d’Abbadie direte a Madama che si avvicina il mio cinquantesimo di Sacerdozio, e gli ornamenti che mi ha fatto sono divenuti troppo vecchj per la mia Messa nuova. Se mi facesse anche un parato nero da requiem, non sarei mal contento per ogni caso che il calcolo della Messa nuova vada a male; questa servirebbe /310/ anche per fare un servizio annuale al nostro come fondatore della missione Antoine, per ogni caso possibile che mi preceda alla tomba, poiché penso lasciarlo ciò per testamento al mio Successore dopo la mia morte.

Vorrei dirvi ancora molte altre cose, ma vi ha parlato molto a lungo Monsignore Coadjutore suddetto, epperciò vi abbracio nel S. crocifisso che tutti due abbiamo nel cuore colla speranza di trovarci alla Sua presenza; se andate da d’Abbadie sarete il mio interprete colà, e me lo bacierete molto strettamente, dicendoli che il rende[z]-vous è ai piedi di Gesù e di Maria, dove spero che ci troveremo lasciando ad altri le brighe di questo povero mondo. Addio, Addio, Addio, uno per voi, e due per Monsieur e Madame d’Abbadie.

Fr: G. Massaja V.o