Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al cardinale Giovanni Simeoni
prefetto di Propaganda fide – Roma

F. 921 rEminenza.

[Escia Eloi, novembre 1878]

[Da] Alcune notizie ricevute da amici è pervenuta qui la notizia della morte del venerabile nostro Pontefice Pio IX. unitamente alla faustissima elezione del Cardinale Pecci in Sommo Pontefice sotto il nome di Leone XIII. Benché le lettere officiali non ci siano ancora pervenute, pure, calcolata la certezza delle notizie suddette, abbiamo publicata questa notizia per tutti gli atti e cangiamenti di uso e di rito. Quindi ho voluto cogliere la circostanza di un corriere per spedire le opportune lettere di congratulazione al nuovo S. Padre che Iddio ci ha dato con una prodigiosa sua operazione, per calmare tutte le nostre pene ed immaginazioni in proposito; che dunque Iddio sia benedetto! con questo segno di protezione della Sua Chiesa noi siamo dunque tranquilli.

F. 921 v Dalle lettere medesime ho saputo parimenti la nomina dell’Em: V. alla S. C. di Propaganda in luogo del Cardinale Franchi passato al ministero; non ho potuto a meno che lodare la saggia determinazione del nostro nuovo Pontefice, non per causa di maggiore o minore capacità, ma piuttosto perchè V. E. è vecchio nella S. C. di Propaganda, ed ha nella medesima di più il capitale dell’esperienza e cognizione personale di molti individui. Io in particolare ho avuto gran piacere di ciò, perchè ho la fortuna di conoscerla, e so come la pensa, come Ella deve conoscere tutte le mie debolezze per sapermi in pratica calcolare per quanto valgo; che Iddio sia dunque benedetto, e benedetto sia il Santo Padre. Ella intanto che mi conosce, non manchi di presentare al S. Padre medesimo i miei più particolari saluti, ma non congratulazioni, perchè nei tempi in cui viviamo è stato fatto Papa non per essere onorato, ma per essere crucifisso [f. 922r] col nostro Signore, e col suo predecessore di santa memoria, come tal quale lo sono io qui, obb[l]igato ad inghiottirmi ogni giorno una nuova pilula amara, che mi sta preparando il divin farmaco per abbassare il mio orgoglio; dica al S. Padre che corriamo entrambi la stessa via fra diverso genere di spine colla differenza che a me poco più mi rimane.

/330/ Ho già mandato per altro corriere la notizie dolorosa della morte del fu mio ex-Coadjutore M.r Coccino Vescovo di Marocco, avvenuta in Febbrajo scorso. Il merito di questo Prelato è la sua costanza nella vocazione di missionario, senza avere esternato menomamente desiderio di rivedere la patria; quindi le sofferenze senza fine di necessità in questi paesi. La missione di Kafa, quella che conta più di Cristiani ed anche buoni cattolici, ha sofferto molto per la perdita di questo Prelato colà andato per succedere al P. Ajlù Michele, vero apostolo di quel paese, il quale sottentrò nel ministero nella mia espulzione e proseguì l’operazione con un zelo ammirabile per un Sacerdote indigeno: egli cessò di vivere [f. 922v] or sono due anni con pianto universale di quelle popolazioni. Oggi quella povera missione si trova nella mani di due Sacerdoti indigeni molto deboli, e se Iddio non mi manda qualche buon europeo, non so come potrò soccorrerla, perchè questo benedetto Re non ci lascia partire, verificandosi un detto, che cioè in Abissinia è più pernicioso l’amico che il nemico. Per mancanza di missionarj abbiamo già chiuso due missioni, quella di Gudrù, e quella di Lagamara, e non vi rimangono più che le tre di Scioha, quella di Ghera, e quella di Kafa.

Il Sommo Pontefice Gregorio mi aveva dato vivae vocis oraculo tutti i poteri che potè darmi, attese le difficoltà di communicazioni con Roma; mi furono confermate da S. S. Pio IX., ed ora le domando di nuovo all’attuale nostro Pontefice Leone XIII. A queste mi unisca la conferma delle patenti straordinarie per il foro esterno, perchè è spirato il terzo decennio, altrimenti debbo usurparmele.

Ella intanto non dimentichi questi poveri paesi, il mio povero clero, e sopra tutto colui che baciandoLe la S. porpora ha l’onore di segnarsi

D. Em. V.

Sempre Figlio Ubb.mo
Fr: G. Massaja V.o