Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al cardinale Giovanni Simeoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 1061rEminenza

Smirne 20. Maggio 1880.

Con gran piacere Le accuso ricevuta della Sua veneratissima datata del 23. scorso aprile. La ringrazio poi di vivo cuore che V. Em. sia entrata finalmente nelle mie viste di prudenziale ritardo per la mia venuta in Roma, e che a tale effetto Ella abbia persuaso il S. Padre. Di tutto ne sia lodato Iddio, e così viverò più tranquillo e non temerò più di passare per un rivoltoso ai miei Superiori.

Come oggi solamente mi pervenne la lettera di Sua Santità del 10. Luglio scorso anno, ho dovuto direttamente rispondere alla Santità Sua medesima, e coll’occasione L’ho ringraziata io stesso dell’indulto avuto per di Lei intermezzo, e gli ho candidamente esternato ciò che penso di fare, disposto sempre ad ubbidire al menomo cenno quando sarò chiamato, e saran cessati i gravi motivi che mi tengono lontano.

F. 1061v Come poi io per qualche tempo non posso prudentemente venire in Roma, mi raccomando all’Em. V. affinché al più presto sia sbrigato l’affare del Coadjutore Monsignore Cahagne, affinché tanto egli, che il P. Luigi Gonzaga possano partire subito per la Missione. Se io fossi rimasto nella missione avrei ancora potuto aggiungere qualche anno, anche nell’attuale mia qualità di Vicario Apostolico, tanto più che Monsignore Cahagne incominciava ad esercitarsi nell’amministrazione; oggi lontano non essendo sicuro di potervi ritornare per causa mia non vorrei che la missione restasse senza capo; fatto egli che sarà Vicario Apostolico, raccomandi per quanto potrà, affinché, sbrigati i suoi affari qui, ritorni al più presto possibile; perché altrimenti una lunga dimora in Europa suole costipare il cuore dei missionarii per quanto buoni siano, ed al giorno d’oggi tutta la speranza di quella missione è riposta in Monsignore, e nel P. Luigi Gonzaga. Se poi Iddio mi darà forza, e che il nuovo V.o Ap.o lo giudichi conveniente io vi ritornerò ad ajutarli; se non potrò io sarò sempre a loro disposizione restando /31/ qui: tale essendo il mio proposito, perché avendo [f. 1062r] io lavorato 35. anni per gettare i germi di quella missione, forze la più difficile, si dirà mai che io ho rinunziato per cercare un’altra posizione più commoda, cosa che sarebbe in me un vero scandalo.

Del resto poi, se la Francia sarà tranquilla io penso recarmi ai bagni della Bourboulle sopra Clermont Ferrant per il mese di Luglio, l’unico mese che può convenire a me pei freddi di quelle montagne; se poi la Francia non sarà tranquilla, in tal caso io dimorerò ancora qualche tempo in qualche missione di questi contorni, dove vedrò essermi più confaciente il clima, e dove potrò esercitarmi un poco nel S. ministero per caciare la malinconia.

Dovendo restar qui qualche tempo io studierò più da vicino quella certa questione sui riti orientali, e venendo a Roma continueremo le conferenze che abbiamo fatto quando Ella teneva ancora la Segretaria dei riti orientali. Anche dopo la rinunzia del Vicariato pensi che io sarò sempre il Suo Servo fedele in tutto ciò che concerne la Propaganda, perché sono intimamente convinto che nella Chiesa di Cristo è questa la parte più nobile, quella appunto che l’Em. V. porta sulle spalle, e fino a tanto che avrò un grano di forze voglio spenderlo a servire l’apostolato.

F. 1062v Compatisca lo stile forze troppo famigliare con cui Le scrivo, nel caso Ella dica mea culpa, perché anticamente così mi aveva accostumato, e lo stato mio attuale di debolezza mi mette anche un poco fuori della regola commune –

Gradisca intanto i sentimenti della più viva riconoscenza coi quali ho l’onore di raffermarmi.

D. Em: V. R.ma

Sempre Servo divot.mo
† Fr: G. Massaja V.o