Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)

F. 285rIll.mo Signor Cavaliere Amat.mo

Carcassonne 13. Luglio 1880.

Dopo circa quattro mesi di silenzio spero di non esserLe importuno con questa mia, tanto più che si aggiunge la circostanza molto aggravante che due banditi di S. S. R. ed imperiale Maestà l’Imperatore di tutte le etiopie bianche e [e] nere, come mi si dice, devono essersi rifugiati presso di Lei. Lascio ai medesimi la questione /36/ criminale che possono avere colla Maestà imperiale suddetta, perché altrimenti potrebbe sortirmi la questione di complicità, ma debbo dire che questi Signori mi hanno giocato un bel torno: partito da Costantinopoli sperando di trovargli in Marsilia, arrivato ho trovato uno scritto che m’invitava a Carcassonne, ed arrivato qui ho trovato che erano fuggiti; non basta questo, [f. 285v] il più giovane dei due dopo avermi invitato a divertirmi in casa sua per due o tre giorni, se ne andò tutto solo a mangiare quello che era preparato anche per me... ma intanto Ella se la cavi come può con questi giovani di mezzo secolo, e come Ella ha anche qualche questione con alcuni dei medesimi, non potrà essere mio giudice, Madama d’Abbadie mi finirà questa questione, e si farà la pace al mio arrivo.

Parlando poi sul serio, io parto per la Borboulle, perché ritardando di più la stagione dei bagni in quelle altezze si avvanzerebbe troppo, e per altra parte sono convinto che i soli bagni arsenicali mi possono essere utili; i bagni sulfurei propostimi da Monsignore sono buoni per le malattie cutanee e non per me. Si è scritto perciò al direttore in capo di quel stabilimento che già mi conosce, ed aspetto solo la sua risposta per partire fra pochi giorni, ben inteso se il paese sarà in pace, come speriamo. Al mio [f. 286r] ritorno di là il mio primo passo sarà direttamente verso V. S. carissima; non so se Ella potrà trattenere fino al mio arrivo i due suddetti, poiché hanno i loro affari, nel caso affermativo la festa sarebbe completa, solamente non saprei come Madama se la caverebbe con tre banditi uniti insieme.

Non La trattengo ora sulle particolarità delle mie escursioni fatte in Oriente, perché ne parleremo molto più a lungo quando verrò, e vedremo allora se le impressioni che fecero in me tutti quei paesi e popolazioni converranno colle Sue, almeno rapporto ad alcuni particolari ai quali può estendersi la mia pochissima capacità.

Se al mio arrivo da Lei si troverà ancora il nostro Monsignore Cahagne potrò trattenermi qualche giorno di più con Lei, altrimenti sarò costretto a seguirlo sempre, perché abbiamo molti affari da trattare insieme, come Ella ben potrà immaginarsi; io poi [f. 286v] innoltre non Le nascondo una risoluzione presa di recarmi in qualche luogo lontano dal mondo sì civile che ecclesiastico per fare un poco di ritiro, al quale credo avere diritto dopo 35. anni di affari e di vicende. Sono nato nel 1809., epperciò conto 72. anni, e caro mio, in facia alla morte vicina non si burla; non parlerei così a chi non conosce il linguaggio cristiano, ma a Lei posso dire tutto, perché abbiamo la stessa fiaccola della fede che ci guida.

Gradisca intanto i miei più stretti abbraciamenti anticipati che Le mando in spirito valabili sino al nostro felice incontro, comunicabili a Madama d’Abbadie, e mi creda sempre tutto Suo

Divot.mo Servo
† Fr: G. Massaja V.o