Massaja
Lettere

Vol. 5

/43/

821

Al padre Francesco Ferrero da Villafranca Piemonte OFMCap.
commissario generale – Roma

[F. 1r]

R.mo Padre e Collega mio Amat.mo

Bourboule 12. Agosto 1880.

Ho ricevuto jeri sera la vostra carissima e veneratissima del 7. corrente; vi rispondo in fretta, perché mi trovo sotto la crisi della cura, la quale mi tenne tutto il giorno di jeri in letto.

La ragione per cui io voleva andare in Corsica non era, ne per cercare buon’aria, ne per altro, ma unicamente per passare un mese lontano dal mondo, e pensare a me stesso. Come poi Voi Generale dell’Ordine, nelle attuali mie risoluzioni di morire Cappuccino, e ciò che è più d’accordo coll’Eminentissimo Prefetto, che io riconosco sempre come superiore, attesa la risoluzione di non lasciare la mia qualità di missionario, a cui mi trovo come legato per voto, avete deciso di non andare in Corsica, per me Iddio ha parlato e basta per credermi obligato a fare tutto quello che mi dite o Carissimo; /44/ stia dunque la Corsica dove è per il momento, e anderò a Nizza.

[F. 1v] Come poi, secondo il parere di Sua Eminenza medesima, sussiste ancora il motivo da me addotto che mi obliga a viaggiare incognito, Nizza, appunto perché è nostra Provincia è poco conveniente: io sarò là incognito per quanto potrò, ma il gallo canterà da tutte le parti, e voi conoscete abbastanza i nostri religiosi come sono: basta proibirlo per scriverlo a tutti in secreto. Per osservare l’incognito non solamente lascierò il mio nome di famiglia, quale più di tutto è quello che mi fa conoscere, ma lascierò ancora quello di Vescovo di Cassia e tamarindi, perché per me è tutto lo stesso; non parlerò di V.o Ap.o dei [dei] Galla, e mi guarderò persino di nominarmi missionario Galla; per me tutto questo non è che un titolo che mi risveglia dei gran rimorsi... Caro mio, nel noviziato il mio caro P. Maestro un bel giorno alla colpa mi disse queste parole, voi non siete fatto ne per essere chierico, ne per essere Prete, andate a far la cucina, vi andai per 15. giorni a piantare dei cavoli; se il P. Maestro requiescat avesse tenuto fermo, avrei riuscito molto meglio, ed oggi potrei venire a Roma tranquillo capace di farvi cuocere il bacala...

[f. 2r] invece sono divenuto pietra di scandalo. Per parte mia non dubitate del secreto: trovandomi in Gerusalemme, già prevedendo tutto questo, e non ancora autorizzato a ritardare la mia venuta, mi son fatto fare un passaporto Francese con questo semplice nome = Fr. Guglielmo dalla Piova Missionario =, e voi dovete aspettarmi e ricevermi come tale e nulla più; sino a Roma io ci penso, ma arrivato a Roma dovranno pensarci i Superiori... Solamente per andare subito a Marsilia e Nizza avvi ancora una difficoltà: il Signor d’Abbadie Antoine, persona sopra di cui la missione Galla ha molte speranze in futuro, deve partire dalle frontiere di Spagna per venirmi a prendere; dovrà fare più di 500. miglia invano? cosa ne dite? ho fatto di tutto per impedirlo, ma non mi riuscì, epperciò nel caso penso andarvi, ma invece di restarvi almeno un mese come egli vorrebbe, vi resterò solo otto giorni, e voi non mancate di prevenirne i Superiori; Di là mi sarà più facile andare direttamente in Roma incognito senza toccare nessun convento. Ad ogni evento potrete sempre mandare la vostra lettera a Marsilia, dove io scriverò di spedirmela dove sarò, se non mi riesce di lasciare il viaggio di Bajonne-Andai con d’Abbadie.

[F. 2v] Vi lascio ai piedi del crocifisso nostro Padrone e Maestro ed abbraciandovi in spiritu sono sempre vostro

Aff.mo Collega e Figlio
† Fr: G. Massaja V.o

P. S. Se all’arrivo della presente la lettera di Sua Eminenza non è ancora partita, se non scrivo altro potrete mandarla direttamente alla casa d’Abbadie suddetto, perché è come certo che dovrò andarvi; l’indirizzo è come segue

A Monsignore ecc – / Bajonne per Andaye Abbadia / (Bassi Pyrenei) / Francia //.