Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino-Ospedale Mauriziano

[F. 1r]Caro P. Davide mio in G. C. Amat.mo

Bourboule-Bagni 12. Agosto 1880.

Ho ricevuto le vostre due ultime con gran piacere. La ragione per cui non vi ho scritto più é stata, perché mi trovava in viaggio. Appena arrivato a Marsilia vedete che ho subito pensato a voi, e vi ho spedito il P. Prefetto di Costantinopoli, persona di molto riguardo, che, come spero avrete ricevuto alla meglio che avrete potuto, avendo al medesimo molta obligazione per avermi accompagnato da Costantinopoli a Marsilia.

Non posso dirvi ancora quando potrò venire a Torino, perché prima di tutto devo andare a Roma e sentire gli ordini del S. Padre; state tranquillo che di là vi scriverò. Dite al Signor Canonico Ortalda che mi perdoni se non gli ho scritto, vi dirò candidamente la ragione: dopo molti anni, avendo domandato degli antichi amici, e ad ogni tratto avendo risposte di morte degli uni e degli altri, il timore di simile risposta anche pel suo conto, ho fatto il mio [f. 1v] di non domandare più; solamente da voi ho avuto la consolante notizia; ora sarà il mio dovere di scrivergli, ma non lo farò sino a tanto che [non] sarò andato a Roma per potergli dire qualche cosa di positivo sul mio conto.

Io mi trovava in uno stato compassionevole di salute, come tutti sanno ed avrete inteso dal M. R. P. Prefetto suddetto, oggi dopo 15. giorni di bagni mi trovo molto meglio, posso montare e scendere le scale, e celebrare la S. Messa senza appoggio ed ajuto di qualcheduno; è già questa, come vedete, una gran grazia di Dio, ma i bagni non possono far retrocedere l’età di 72. anni, dopo i quali [gl]i 80. si avvicinano a gran passi, come sapete, epperciò penso prepararmi alla morte. Per questa ragione io voleva fare un ritiro in qualche luogo lontano ed ignorato da tutti, ma da quanto pare i Superiori non acconsentono; io credeva di averne diritto dopo 35. anni, ma chi ha dato a Dio la sua vita non è più padrone di se, come è chiaro, epperciò vi dissi sopra che non so ancora cosa farò. Se potessi ritornare alla missione sarebbe stata la mia [f. 2r] consolazione di morire colà sul campo di battaglia, ma Iddio non ha voluto; sono divenuto uno stracio inutile, ma anche questo non è più a me, e servirà a rapezzare qualche altra veste all’ordine del padrone; così vanno le cose del vostro P. Lettore, o carissimo.

Sono più di 30. [i miei] studenti, calcolando il primo e secondo corso, e di tutti questi voi solo, come il Samaritano riconoscente vi ricordate di me, Iddio gli benedica tutti!

Vi ringrazio delle vostre replicate promesse di darmi qualche cosa; oggi non ho bisogno, ma potrebbe venire il momento di averne bisogno, ed allora acetterò quello che mi darete.

/46/ Dovete sapere che, attesa la mia età quasi decrepita, e sopratutto le mie infermità attuali non potendo più ritornare alla missione per i grandi viaggi a cavallo di cameli e muli che vi sono, il S. Padre per un tratto di Sua bontà si è degnata di acettare la mia rinunzia al Vicariato, epperciò sono ora nelle Sue mani, ed a Sua disposizione per quel poco che posso ancora fare. Il mio cuore vorrebbe morire ritirato in qualche convento dell’Ordine segregato dal mondo tanto civile che ecclesiastico, ma ancora non so se mi sarà accordato. Vi raccomando perciò di pregare per me, affinché Dio mi accordi di compire il sacrifizio, come Lui vuole.

[F. 2v] Vi lascio ai piedi del crocifisso nostro padrone e maestro, ed abbraciandovi in spirito sono sempre vostro

Aff.mo P. Lettore
† Fr: G. Massaja V.o