Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al teologo Giacomo Margotti
fondatore de « l’unità cattolica » – Torino

[F. 1r]Mille volte caro Sig. Teologo!

Frascati 12. Ottobre 1880.

Nel mio ritorno alla cara nostra Europa dopo molti anni, sia nel giro che ho fatto di quasi tutto l’Oriente prima di arrivarvi, /60/ sia dopo nel mio viaggio della stessa Francia, dove mi sono recato per prendere i bagni, avendo trovato dovunque l’eco o immediato o mediato dell’Unità Cattolica divenuta oramai classica per il Suo apostolato contro l’irruzione dominante del giornalismo pagano dell’epoca nostra disgraziata, L’assicuro che ho sentito una vera simpatia per Lei come due soldati dello stesso rango che nel campo hanno combattuto e poi si trovano a discorrerla insieme. Il mio stato di salute molto compromessa, e la mia posizione di viaggiatore m’hanno [mi hanno] impedito fin qui di scriverLe. Oggi poi benché persuaso che Ella non suole pascolarsi di vento e di complimenti come i mondani, pure mi trovo mosso dai sentimenti della più viva riconoscenza [f. 1v] a tagliar corto col mio silenzio per ringraziala distintamente per le replicate volte che Ella ha ben voluto parlare nobilmente di me nel Suo giornale ed anche prenderne le diffese contro il cicalio di alcuni esaggeratori. In quanto a me Ella non conoscendo le mie debolezze ha potuto dire molte cose suggerite dal Suo zelo, e per sostenere l’onore dell’apostolato cattolico, di cui sono un membro indegno; debbo però farLe osservare che le vedute di lontananza non presentano che il bello e nascondono le ombre ed i precipizii che non mancano anche rapporto al puro mio ministero ecclesiastico ed apostolico; in quanto poi a certi servizii puramente civili che alcuni esaggerano L’assicuro che io ho fatto niente di più di quanto ne imponevano come di necessità le circostanze di paesi o governi barbari nei quali mi sono trovato, come Ella ben potrà immaginarsi.

Ben inteso poi che questa mia stia come lettera privata tra me e Lei, altrimenti non potrei più liberamente scriverLe in avvenire, non essendo io molto amico di comparire in publico. Anzi incoraggiato dall’amicizia che come spero Ella non mi negherà, se mai qualche privato a cui io scrivo venisse da Lei per far publicare qualche [f. 2r] mia lettera oso pregarLa di rifiutarsi per le ragioni suddette.

Del resto poi spero di vederLa personalmente in Torino subito che i miei affari saranno terminati qui in Roma ed i Superiori mi lascieranno liberi; allora avrò il piacere di dirLe molte altre cose che conservo in cuore. Per ora gradisca coi saluti i sentimenti della più viva riconoscenza e lasciandoLa ai piedi del Crocifisso nostro Padrone e Maestro L’abbracio in spirito mentre ho l’onore di professarmi

D. S. V. M. R. e Carissima

Divot.mo Servo
† Fr: G. Massaja V.o