Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al commendatore Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)

F. 353rIll.mo Signor Commendatore

Frascati 12. Agosto 1883.

Doveva rispondere alla Sua lettera dell’11. Giugno; non Le ho risposto subito, perché aveva bisogno di esaminare meglio la questione. Io quasi mi lasciava vincere dalla simpatia di passare qualche giorno in Abbadia, ma mi saltarono addosso gli amici, e fui proibito per il timore che non mi accadesse qualche cosa in viaggio. Le auguro dunque buona campagna a Lei ed a Madama, e vedremo per Tanno venturo.

In quanto all’affare dei miei lavori, se Iddio mi da salute spero finire la mia storia col mese di Gennajo 84. Sto scrivendo oggi la storia di Choha del 1869. al 1870., conto già 3200. pagine di quelle che Ella conosce; 500. pagine forze non mi bastano per finirla. Rimangono poi ancora molte note, ed addizioni di fatti stati dimenticati.

F 353v Come V. S. pensa passare l’inverno in Levante porterebbe troppo tardi aspettare il Suo ritorno per la publicazione; e probabile perciò che si stampi in lingua italiana, e pensiamo d’incomminciare a Gennajo, se nulla accaderà di contrario. La stampa si farebbe in dispense mensili di circa 100. pagine in ottavo grande cadauna. Meno il caso che l’opera sia dedicata al S. Padre; fuori di questo caso, l’opera sarà dedicata a Lei ed a nessun altro. Innoltre a misura che si publicherà Ella ne riceverà una quantità di dispense e potrà farla tradurre a publicarla in lingua francese con facoltà di aggiungervi qualche nota e qualche illustrazione o carte geografiche, come meglio crederà. Tale sarebbe la mia idea, se Ella crederà di gradirla; solamente bramerei che il prodotto, pagate che saranno le spese, sia[no] alla Missione Galla, della quale Ella sarà sempre Padre, e patrono... Ora quando Ella avrà terminato i suoi lavori astronomici, mi risponderà a tutte queste mie [f. 354r] idee per mia norma. Prima che abbia terminato i Suoi lavori non pensi a scrivermi, perché non voglio moltiplicare le Sue fatiche.

Monsignore Laserre (P. L. Gonzaga) oggi vescovo di Marocco e coadjutore di Monsignore Taurin è arrivato a Choha, ed è stato ricevuto bene dal Re Menilik. Gli ha assegnato un distretto per lavorare. Del resto sopra la nostra cara Etiopia cristiana multi multa dicunt, ma niente di positivo. Forze Ella avrà ricevuto notizie più certe. Monsignore Taurin mi scrive una breve lettera in latino, dalla quale pare che in Harar, dove ancora egli si trova, siavi qualche torbido musulmano del genere del Sennar; ciò m’inquieta non poco.

/191/ I miei saluti e benedizione a Madame d’Abbadie e mi creda sempre tutto Suo

Divot.mo Servo
† Fr. G. Massaja Arc.o