Massaja
Lettere

Vol. 5

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Guglielmo Massaia
scritti aggiunti e senza data

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Al signore Bérard des Glajeux
presidente della Propagazione della fede – Parigi

[F. 1r] Ill.mo Sig. Presidente

Massawa 24. Decembre 1847.

Mentre accuso ricevuta della di Lei Ven.ma delli 7. Agosto, a me pervenuta soltanto jeri, unitamente alla tabella stampata da inserirvi lo stato attivo, e passivo della Missione affidatami, mi faccio premuroso dovere di tosto riscontrarLa con tutti quei detagli che posso, nella situazione in cui mi trovo di Missionario ancora in viaggio.

Per causa dei torbidi che hanno agitata l’Abissinia quasi tutto quest’anno, e che ci hanno chiuse le strade da ogni parte, essendo stato costretto a starmene fermo in Abissinia per più di dieci mesi, senza neanche poter mandare alcuno dei miei Missionari ai Paesi Galla, come sarebbe stato il mio desiderio, non posso dare alla S. V. Ill.ma altro detaglio fuori di quello che ho ricevuto io stesso da alcuni viaggiatori, e di quanto ho potuto io stesso rilevare nelle varie conferenze tenute con persone Galla.

Questo paese che dalle coste del Golfo Arabico si estende sino alla linea equinoziale si sa di certa scienza che è quasi tutto popolato, ma in fatti non si conoscono che pochi punti che si trovano in contatto coll’Abissinia, visitati dai viaggiatori, come Goudrou, Liban, Enerea, Caffa, Gemma, ed alcune tribù tributarie del Re di Soha; quindi dalla parte del mare si arabico, che Indico, alcuni porti più frequentati: come Anfila, Zejla, Berbera, Orfui: Ras Hafun
somali Ras Xaafuun,
greco Ὀπώνη,
arabo رأس حـافـون italiano Capo Hafun
Orfui, e Guardafui, tutto il resto è oscuro, ne si potrà conoscere che col benefizio del tempo. Solamente si sa, che dai paesi summentovati situati [f. 1v] all’interno, e consorti coll’Abissinia sino alla costa del mare Oceano vi sono gran paesi, e tutti popolati, come ho potuto rilevare da alcuni schiavi piccoli che si dicevano venuti da paesi al di là di tutti gli anzidetti. Il calcolo quindi di tutte queste popolazioni è impossibile; pare che debba oltrepassare il millione.

La Religione di tutte queste popolazioni è varia: nei paesi più volte mentovati vicini all’Abissinia, la Religione è mista, vi sono dei Cristiani eretici come gli Abissinesi, vi sono dei Mussulmani, e vi sono anche degli idolatri. Tutta la costa del mare, o dei due mari, Rosso, e del[l’]Oceano, si può dire perfettamente Mussulmana. L’interno poi, nei paesi quasi sconosciuti, le popolazioni si possono dire senza religione stabilita. Questi sarebbero i migliori, ed i più disposti a ricevere la nostra predicazione, ma l’andarvi costa caro, anzi è quasi impossibile.

Io poi con un Compagno Religioso professo del mio Ordine dovrò fermarmi ancora in Abissinia per qualche tempo per i bisogni di questa fiorentissima Missione, ancora senza un Vescovo, di cui ha sommo bisogno. Due miei Compagni sacerdoti PP. Giusto da /366/ Urbino, e Cesare da Castelfranco sono destinati per i paesi Galla di questa parte, e dopo pochi mesi spero ricevere da questi qualche ragguaglio comunicabile. Il mio Segretario P. Felicissimo da Cortemiglia partirà dopo due, o tre giorni sopra un bastimento mercantile, per Aden, di dove visiterà i porti principali della costa, o littorale di quella parte, per vedere se di là si presenta qualche convenienza maggiore per fare un qualche stabilimento, e per penetrare nell’interno dei paesi Galla. Visiterà segnatamente il Capo Orfui che mi dicono occupato da cotesto Governo da poco tempo. Sarebbe questo un bellissimo punto per la Missione, perché commodo per le communicazioni coll’Europa, cosa importantissima, e nel tempo stesso anche per una casa di deposito, e di educazione. Se io penso a stabilirmi solamente nei paesi Galla dell’interno da questa parte, mi metto a pericolo di dover stare anni intieri senza relazioni coll’Europa, per causa dei continui torbidi dell’Abissinia che intercettano tutte la strade.

[F. 2r] Come vede, la Missione, benché non possa ancora dare alcun ragguaglio positivo di conversioni, o di stabilimenti, meno alcune inezie che ho registrato sullo stampato qui annesso, tuttavia posso assicurarLa che ha delle grandi passività. Il mio vitto, tutto compreso, costa poco meno di un tallero ogni giorno, senza le spese straordinarie di viaggi, corrieri, provviste, e cose simili – I due compagni che viaggiano verso i paesi Galla devono aprirsi la via con regali in tutti i paesi, secondo il costume, e questi regali non possono essere minori di un tallero, ben soventi di due, perche qui non vi è moneta minuta. Il viaggio che fa il mio Segretario di esplorazione, non so ancora a qual somma ascenderà. Fortunatamente, essendo stato fermo circa dieci mesi in Abissinia, vivendo tutti in famiglia, ho potuto risparmiare un tantino del primo sussidio di 15. mille franchi statomi graziosamente spedito da Lione per le spese del viaggio sul finire di Agosto dell’anno 1846., del resto presentemente la somma di 5600. che graziosamente mi hanno spedito per conto dell’anno corrente non basterebbe per disimpegnare tutti i viaggi mentovati, e dovrei aspettare un’ulteriore sussidio, che già mi han fatto sperare nel mese di Marzo, per mezzo del mio corrispondente Monsignore Perpetuo Guasco V.o A. dell’Egitto.

Nella tabella stampata qui annessa, per le spese dell’anno prossimo ho messo la ciffra di 10000. franchi, ma confesso ingenuamente che non saprei ancora fare un calcolo preciso, perché effettivamente non posso sapere quali saranno le sortite di tutti i viaggi ulteriori che si dovranno fare, onde mi rimetto pienamente alla generosità della S. V. Ill.ma, e di tutto cotesto V.mo Consiglio Centrale, che son certo, non dimenticherà la Missione Galla, appunto molto bisognosa perché ancora tutta in movimento. Subito che avrò trovato un luogo sicuro, penserò subito a fare una casa di educazione per i giovani indigeni, che si possono trovare con tutta facilità; così si moltiplicheranno i ministri, e potrò sollecitare l’opera di Dio, tanto che basti per impedire la diffusione dell’Islamismo che minaccia da tutte le parti, e che mi guasterebbe tutto questo bel campo [f. 2v] che /367/ promette una ubertosissima raccolta. Il paese Galla, e per la posizione geografica, e per la richezza del suolo, e sopratutto per lo sviluppo personale degli individui sotto ogni riguardo, è un paese giudicato molto superiore alla stessa Abissinia, peccato che l’Islamismo penetrato da alcuni anni, ha già fatto gran male, e minaccia totale rovina, se non ci mette rimedio l’influenza della nostra Missione. E cosa conosciuta che l’Islamismo mette un’ostacolo quasi insormontabile alla diffusione del Cattolicismo.

Se il Signore benedice le mie buone volontà, per facilitare la diffusione dell’idea Cattolica, unica cosa che possa arrestare il corso del proselitismo di Maometto, cercherò di prendere questo paese da due parti, dalla parte cioè dell’Abissinia, e da qualche punto del littorale. Se è vero che Orfui diventerà colonia francese, sarà quello un gran punto ed in tal caso avrò gran bisogno dell’assistenza della S. V. Ill.ma, e di tutto cotesto V.mo Consiglio. La brevità di una semplice lettera non mi permette di trattenermi più oltre a provare l’importanza di questa Missione sotto i varii rapporti tutti interessanti che potrei benissimo presentare. Voglio contentarmi di addurre un solo motivo capace di toccare nel vivo il delicatissimo senso dei nostri Cristiani d’Europa, ed i membri dell’Opera, pieni di vita evangelica. Il paese Galla, situato in tanta vicinanza dell’Europa, e più particolarmente dei paesi dove si sono operati i gran fatti delle storie scritturali, pure si trova ancora affatto digiuno di tutto. L’ombra della Croce non è ancor giunta sin qui, il sangue di G. C. non ha ancora irrigato questo terreno, ed il sole di verità e di giustizia qui non è ancora nato, è ancora notte oscura. L’oriente, e l’Europa han ricevuto dai Galla in tutti i tempi delle richezze di oro, e di molti altri generi interessantissimi che si trovano in paese, senza che abbiano mai pensato contracambiarli col gran regalo della fede, e dell’istruzione Cristiana, la sola che gli avrebbe potuto levare dalla polvere in cui giaciono al disotto di tutti i figli dell’umanità; forse che i poveri Galla non son uomini come gli altri, redenti col sangue di G. C., aventi diritto alla consolante novella di redenzione, e di entrare nel numero dei figli della gran famiglia Cristiana...? forse che il paese Galla non presenta maggiori speranze al nostro mondo civile, di tanti altri...? Ecco le idee che mi si ravvolgono in capo, e che mi danno tutta la fiducia presso cotesto V.mo Consiglio. La prego a gradire e far gradire coi soluti, i sentimenti della più viva riconoscenza, mentre incalzato dalla fretta godo protestarmi

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo ed Obbl.mo Servo in G. C.
† Fr: Guglielmo Massaja V.o di Cassia, V. A. dei Galla

[Questo scritto dev’essere collocato tra i nn. → 76 e → 77]