Massaja
Lettere

Vol. 5

/374/

1223

Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 46r Eminentissimo

Ankober 22. Aprile 1870.

Le ho scritto parecchie volte informandoLa delle cose di questa Missione, e domandandoLe per carità di essere sgravato dell’amministrazione della medesima, assicurandoLa in pari tempo della mia risoluzione di lavorare nella medesima sino alla morte sotto l’ubbidienza del nuovo V.o Apostolico; non avendo ricevuto risposta di tante mie lettere ho dubitato sempre che le medesime siano rimaste in strada; ora però che ho ricevuto alcune lettere di Roma, dalle quali mi risulta che le anzidette mie Le sono arrivate, sono afflittissimo vedendomi senza risposta. Se la mia domanda è giusta me la guardi, se no me la neghi aggiungendo qualche buona esortazione per sollevare il cuore di un povero missionario obligato ad inghiottire tante altre pillole amare nel suo ministero; il privarmi ancora di risposta cosa vuol dire? Secondo me vuol dire che disprezza e le mie lettere e le mie domande; in questo caso, se non vi fosse di mezzo la causa delle anime, l’onore della Chiesa, e tanti altri sacri vincoli che m’impongono silenzio, Ella sa che non sarei impiciato a risponderLe, perché Ella ben mi conosce intus et foris, ma sta qui la gran questione, io per l’amore di G. C. sono disposto ad inghiottirmi ancora questa pillola amara, e più amara delle moltissime che inghiottisco ogni giorno dalla parte degli infedeli e degli eretici; Ella poi che porta sulle Sue spalle tutto il fardello dell’apostolato del mondo infedele e tutta la risponsabilità [f. 46v] del S. Padre riguardo al gravissimo precetto evangelico di evangelizzare il mondo infedele, non troverà poi un momento libero per rispondere ad una gravissima questione fatta da un povero vecchio Vescovo missionario? Nel caso, Em: R.ma, rifletta alla gravissima e seriosissima di Lei posizione in facia a Dio ed a tutta la Chiesa, preghi il S. Padre che lo dispensi da altre amministrazioni secondarie, e lascii da una parte anche le confessioni di alcune religiose, per le quali non mancano buoni Preti in Roma... si dedichi totalmente all’amministrazione della S. Congregazione di Propaganda sufficiente per sfogare il di Lei zelo, ed il zelo di molti altri prelati di Roma. Eminentissimo! altro è sentire di passaggio le questioni, e quindi appoggiarle ad una terza persona qualunque, altro è meditarle e studiarle ai piedi del crocifisso per quindi spingerle in pratica con tutto il fuoco e fervore che dobbiamo supporre nel capo dell’apostolato che rappresenta Cristo e Pietro in facia al mondo infedele... mi permetta di dirLe queste verità, perché meglio è sentirle dalla penna di un povero vecchio che teme Iddio, e che professa una grande esperienza delle missioni, che non nasconderle per debolezza, quando tutto il mondo ne parla francamente d’issopiatto... Per me, /375/ se Ella vuole privarmi ancora di una risposta soddisfaciente, spero coll’ajuto di Dio di poter sopportare ancor questo, ma Iddio è là che ci aspetta tutti due al Suo tribunale, e facia pure che la Sua misericordia abbondi per Lei, e questa mia pena sia pur l’unica a pesare sopra [f. 47r] la di Lei conscienza, e tanto è sincero questo mio desiderio, che prego instantemente Iddio per Lei, ma in caso contrario spero che non sarò confuso per aver parlato sempre colla debita libertà e franchezza apostolica.

Veniamo ora agli affari; io ho rinunziato al Vicariato per assicurarmi di un Successore, onde prevenire tutti gli inconvenienti che potrebbero succedere nella mia morte; Ella rifiuta per due motivi [:] 1. per il riguardo a Monsignor Cocino 2. perché vi sarebbero tre vescovi nel Vicariato; Rapporto a M.r Cocino già Le risposi in Roma, e potrei dirLe che tengo la sua rinunzia nelle mani; rapporto poi ai tre Vescovi, sarebbe questa una ragione ridicola; quando il S. Padre facesse un terzo Vescovo qui per un’interesse evidente della Missione, si toglierebbe forze la facoltà di crearne altri mille, quando il bisogno della Chiesa lo volesse [?]; sappiamo certo che Cristo non ha fissato il numero, tutto sarebbe dunque questione di abitudine curiale, la quale deve essere subordinata al bisogno, se pure Ella non temerà di moltiplicare i Vescovi in ritiro; in questo caso in quanto a me non mi ritirerò dal lavo[ra]re che alla morte, ed anche occorrendo di ritirarmi io rinunzio ad ogni sorta di sussidio dalla S. Congregazione; spero che lo stesso M.r Cocino continuerà a lavorare e non sarà di aggravio a cotesta S. Congregazione; tanto Le dico per mio discarico, disposto poi per forza a rimettermi.

F. 47v Eminenza R.ma, noi siamo qui da più di due anni, ed abbiamo ancora ricevuto nulla dalla costa ad eccezzione di alcuni oggetti; nessun missionario è venuto, nessuna notizia; da quanto pare la Provincia di Francia avendo cangiato d’amministrazione provinciale siamo stati dimenticati. L’affare del collegio pure è andato alla peggio, come Ella saprà; noi qui perciò siamo nella più grande afflizione: Ella perciò non manchi di scrivere al Provinciale una lettera un poco forte per dare una scossa. Rapporto al collegio abbiamo deciso di ritirarlo e richiamarlo qui; a tale oggetto con questa partono le istruzioni opportune; nella Sua lettera perciò raccomandi vivamente l’esecuzione di ogni cosa nel modo che sarà indicato dalle nostre lettere.

La prego di implorarmi la benedizione del S. Padre e di baciare il piede per me e per tutti i missionarj; Ella poi benedica tutti e mi creda sempre

Divot.mo Figlio in Cristo
† Fr: G. Massaja V.o

[Questo scritto dev’essere collocato tra i nn. → 615 e → 616]