Storia dell’antica Abbazia e del Santuario
di Nostra Signora di Vezzolano
Del Sac. Cav. Antonio Bosio

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Buttigliera d’Asti.

Buttigliera (Buttiliera) ameno paese posto nel mandamento di Castelnuovo, diocesi di Torino e provincia d’Asti annovera 2451 abitanti.

Sorse unitamente a Poirino e ad altri vicini paesi dalle rovine dell’antico Porcile, capo di contado dei nobili Biandrate di S. Giorgio circa il 1220, come narrano le cronache d’Asti; distrutto nelle guerre degli Astigiani contro li stessi signori nella metà del secolo XIII (1a). I medesimi s’impadronirono di Buttigliera ma nel 1290 il Conte Emanuele di Biandrà aiutato dal Marchese Guglielmo di Monferrato la riprese, ed in quella circostanza distrusse il castello di Mercurolio, o Mercarolo, che trovavasi non lungi dall’antica chiesa parrocchiale di S. Martino.

Nelle guerre contro la Spagna volendo Carlo Emanuele I gratificare il Conte di Mansfelt colonnello tedesco, che fedelmente avealo servito, lo investì con patenti dei 2 marzo 1619 di Buttigliera e di Castelnuovo.

Vedi le → Aggiunte Il predetto Duca alla morte del Mansfelt donò Buttigliera e Castelnuovo a sua sorella Donna Matilde di Savoia, Marchesa di Pianezza, moglie di Carlo Simiana d’Albigny, Cav. della SS. Annunziata, e fu investita nel 1627, essa morì nel 1639. Il suo figliuolo Carlo Emanuele Filiberto, anche Cav. dell’Annunziata vendette Buttigliera a Bernardino Gentile, consigliere di Stato, presidente e generale di Finanze, ed acquistò Livorno. Il Carlo Emanuele Simiana dopo d’aver /174/ coperte alte cariche, e servito in molti ed importanti affari lo Stato, si ritirò nella Casa della Missione, e vi morì con segni di grande pietà nel 1677, come si può vedere dalla vita, che fu preposta alla sua opera: La cristiana essere la sola religione verace, e doversi perciò da tutti abbracciare, ecc. Quest’opera fu tradotta dall’italiano in francese dal P. Bouhours Gesuita, il quale in un discorso di prefazione narrò la vita mirabile di quel celebre ministro di Stato, e la stampò a Parigi nel 1672. La vita venne ristampata e tradotta in un coll’opera del Simiana in Torino MDCC dal Fontana.

Il Marchese di Pianezza stampò anche in Torino ed altrove un opuscolo: Piissimi erga Deum affectus cordis petentis pœnitentis, ecc. Nel convento di Pianezza da lui fondato per gli Agostiniani scalzi, che è annesso al Santuario di S. Pancrazio, si vede il suo ritratto in piedi. Era stato luogotenente generale del Piemonte per Madama Reale Cristina nella guerra civile. Metà di Buttigliera nel 1635 passò quindi a Carlo Baronis figlio di Filiberto, Auditore di Camera in Savoia, consigliere di Stato e di Finanze, il quale già dal 1619 era stato infeudato di S. Michele d’Asti.

Nel 1639 ebbe l’altra metà per dono della Duchessa Cristina predetta.

Il Conte Giuseppe Giacinto Baronis nel 1771 alienò metà del feudo per lire 80 mila al Conte Pietro Giuseppe Freylino, poichè l’altra metà l’avea acquistata nel 1725 il suo padre Conte Pietro Antonio, figlio di Pietro Lorenzo Freylino, consigliere di commercio e primo uffiziale di Finanze. Lo stesso aveva acquistata metà di Pino d’Asti nel 1710 col titolo comitale. Per testamento del Conte Giuseppe Biglione ereditò mesi /175/ sei delli 48 del feudo d’Aramengo col titolo Signorile. Del Conte Biglione si vede un’iscrizione sopra una casa in Buttigliera, ed una del Conte Freylino sopra la cappella della Madonna della Consolazione nella via maestra. Questo insigne borgo avea già li suoi statuti nel 1447, rifatti nel 1546.

La chiesa parrocchiale di S. Biagio, di non antica costruzione, è di buona architettura, ben ornata e pulita per le cure dell’attuale prevosto Teol. Cav. Giuseppe Vaccarino. Il campanile è di elegante disegno dell’architetto Mario Quarino di Chieri. Avanti la chiesa s’allarga una spaziosa piazza con decenti case, da essa si diramano diverse vie, che intersecano il paese. Accanto al palazzo, già feudale, del Conte Freylino, ora Pangella, vi è un ampio giardino, già molto stimato per le piante esotiche e nostrane ivi coltivate (1b).

Fra gli uomini più distinti di Buttigliera si deve annoverare F. Marco Reclusio (Reclusus) carmelitano, dottore in Teologia, che insegnò a Parigi ed altrove, /176/ illustre per integrità di costumi e per prudenza, onde venne eletto provinciale di Lombardia, e vicario generale apostolico di tutto l’Ordine. Nel 1498 aggiunse alla Provincia il convento di Vinovo. Fu qualche volta obbligato a predicare sulle piazze per l’immenso concorso di popolo, che l’eloquenza sua attraeva. Le sue opere manoscritte si conservavano nel convento di Pavia. Morì in Genova circa il 1503 (Carmelus Astensis, del P. Ambrogio Florido).

Il suo fratello Gabriele era già nel 1471 carmelitano in Asti, e fu priore del convento di Moncalieri nel 1490, ed incaricato della fondazione del Carmelo di Pino-Chieri.

Sulla metà del secolo scorso un altro individuo della famiglia Reclusio si distinse, e fu il sacerdote ed avvocato Antonio, che stampò: De Re parochiali universa, due vol. in-4°: De Concursibus: De Sacramentis: Novena di S. Francesco Borgia, terzo generale della Compagnia di Gesù, ecc. Dedicato al Sig. Don Francesco Gaetano Saluzzo Miolans Spinola di Garessio, abate di S. Maria di Caramagna di niuna diocesi. Torino 1758 Stamperia Reale in-12°.

Molto illustrò Buttigliera Giovanni Nevizano, laureato in leggi in Torino li 8 ottobre del 1511 colle varie sue opere legali, che mandò alla luce, fra le quali distinguere si deve la Sylva Nuptialis, che stampò in Asti il Silva nel 1518, e si ristampò molte fiate in Italia ed in Francia, opera questa, che fa chiara prova del suo vasto sapere. Nonostante, che essa portasse la revisione di D. Guglielmo De Mazzollis, vicario del Vescovo e prevosto d’Alba, non che del P. Paolo De Asinariis, inquisitore e priore di S. Maria Maddalena, venne posta all’indice, donec /177/ corrigatur, per alcune sue proposizioni meno giuste; il Possevino la corresse e stampò in Roma nel 1608. Stampò eziandio a Lione nel 1522: Jndex scriptorum in utroque jure.

I costumi troppo liberi di quei tempi, e l’indole festiva del Nevizano traspaiono molto da quest’opera, che tratta ampiamente del matrimonio e delle questioni relative, ma le invereconde punture ivi scagliate alle donne come ben osserva il Vallauri nell’ottima sua Storia della Università degli studi del Piemonte, le infiammarono siffattamente contro all’autore, che, se vuolsi dar fede a quanto scrive Francesco de Billon, nel suo libro: Le fort inexpugnable de l’honneur feminin. Paris 1555, il Nevizano fu cacciato dalle donne a sassate fuori di Torino, e allora solamente gli fu consentito il tornare in città, quando si dispose a domandare loro mercè ginocchione per terra, e portando attaccati sulla fronte in segno di pentimento questi due versi:

Rusticus est vere, qui turpia dicit de muliere.
Nam scimus vere, quod omnes sumus de muliere.

Sin qui il prelodato Vallauri. Quest’opera è molto curiosa scritta in latino curialesco, ed è dedicata dall’autore al Signor Gabriele di Lodi Cancelliere di Savoia, detto nelle Cariche del Galli, Villany de Laudes. Fu lettore ordinario dell’Università di Torino, e di Pavia e morì nel 1540, come nota il Prof. Guido Panzirolo.

Il suo avo materno era Goffredo dei Signori di Montafia; ed il Nevizano lasciò erede Giorgio Conte di Montafia e signor di Tigliole (1c). Francesco figlio /178/ del detto Giovanni Nevizano fu, come il padre, celebre giurista ed autore di opere legali e poeta, che voltò in versi italiani dal greco cinque canti dell’Iliade, stampati in Torino dal Cravotto nel 1572: caduto il medesimo nell’inopia, morì pazzo. Vedi notizie di Giovanni Nevizano nelle vite o elogi d’illustri Italiani del Conte Napione, Pisa 1818.

Altri dottori collegiati di leggi si leggono nel catalogo dei medesimi: Paolo Pasta lettore canonista circa il 1623. Un altro Paolo Pasta, forse nato a Torino, ma originario di Buttigliera, de’ signori di Dusino, Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro, consigliere del Senato ed avvocato fiscale generale, Tommaso Pasta assessore nel consiglio del Principe Tommaso di Savoia, il suo figlio Riccardo prefetto e governatore di Tenda: Giuseppe Angrizano dott. collegiato di leggi.

Erano di Buttigliera i Ferreri Conti di Lavriano e signori di S. Sebastiano, dei quali fu l’abate Francesco economo generale ed istoriografo. Erano patroni del Beneficio de’ Santi Luca e Bernardo in Buttigliera e di S. Massimo nella Metropolitana.

Anche tra le famiglie nobili di questo paese erano annoverati gli Antoniassi.

Antonio de’ Crivellis, era Curato di Moriondo nel 1485.

/179/ Nel secolo scorso due Buttiglieresi dei Minori Riformati morirono santamente, F. Alessio laico, e F. Giocondo chierico.

Vittorio Cantone fu medico collegiato nel 1796. Il teologo Giuseppe Antonio Girola dopo essere stato più anni prevosto e vicario foraneo dell’insigne Collegiata di Cuorgnè, fu prescelto dal municipio di Torino nel 1853 ad essere il primo curato di S. Massimo, parrocchia, che resse con singolare benignità e prudenza per undici anni, quando nella sua buona età di anni 51 morì ai 10 luglio del 1864. La perdita di così ottimo e zelante pastore fu compianta da tutti i buoni; legò ai poverelli tutta la sua suppellettile; a sua imperitura memoria fu eretto un monumento con iscrizione del Vallauri, ed un busto dello scultore Albino Gussoni.

Il suo egregio fratello C. Lorenzo è professore nella R. Università di patologia speciale e clinica medica, già Preside della facoltà medica-chirurgica e direttore del laboratorio clinico.

Scarse sono le memorie antiche dei parroci di Buttigliera, forse perchè retta da monaci. Nel 1405 in istromento dei 20 ottobre è nominato, come testimonio Luchino Speravij di Asti, rettore della chiesa di S. Martino de butiglieria. Circa quell’epoca Asinari Lodovico figlio di Bartolomeo signor di Monale, era prevosto e monaco di Buttigliera.

I cavalieri di Malta, che possedevano una commenda in questo paese aveano la nomina del parroco. Il commendatore nominava ordinariamente due rettori a reggere la cura. Nel 1633 era curato D. Francesco Pasta, come dal sinodo Provana: 1640 D. Giovanni Battista Pasta; nel 1647 nel sinodo Bergera vi è in- /180/ dicato D. Emanuel Girola, poi prevosto d’Arignano. Non saprei indicare, se prima o dopo, vi fossero rettori D. Facino Ferrero, e D. Bernardo Pasta. D. Carlo Giuseppe Ferrero era dott. collegiato di teologia nel 1662. In quell’epoca era pure rettore D. Gio. della famiglia dei conti Freylino. D. Antonio Stura resse santamente la cura per anni 25 e morì li 2 settembre 1705. D. Bernardo Solaro Protonotaio apostolico e vicario del S. Officio personaggio di singolare dottrina ed integrità, come da una cronaca nella parrocchia, e si è reso defunto li 21 aprile 1703. Quindi D. Bartolomeo Chiuso, poscia canonico oblato e tesoriere della congregazione di S. Elena di Villafranca d’Asti, morto in Buttigliera li 21 novembre 1735. D. Giuseppe Ambrosio defunto li 28 marzo 1725. Tutti i suddetti parroci sono nativi di Buttigliera. Nel 1710 D. Francesco Durando; 1714 D. Giovanni Battista Fassino: 1716 Giovanni Domenico Lusso di Moriondo di Chieri, quindi parroco di S. Ponzio e di Salassa. 1725 Giuseppe Rossi di Buttigliera morto li 18 novembre 1765: nel 1743 Giuseppe Abrate, che rinunciò: Giovanni Battista Davicini di Castagnole di Piemonte, defunto li 17 dicembre 1747: 1748 Giovanni Bartolomeo Pennazio di Riva presso Chieri, personaggio di gran pietà e prudenza deceduto li 3 dicembre 1791: questi cominciò ad essere solo nell’amministrazione della cura. Giovanni Francesco Maina di Poirino, quindi parroco di Candiolo, che dipendeva pure dalla commenda di Malta. Nel 1792 Giovanni Antonio Marchisio di Buttigliera. Regge ora la Parrocchia il Priore D. Modesto Perotti Nel testo manca di Riva
vedi Correzioni
di Riva. L’attuale chiesa parrocchiale di S. Biagio fu riconsacrata da Mons. Arciv. Francesco Lucerna Rorengo di Rorà addì 12 /181/ giugno 1796, come si vede dall’iscrizione ivi scolpita: era già stata consecrata da M. Carlo Broglia di Chieri arcivescovo li 8 settembre 1593.

Non so con quale fondamento si creda, che questa chiesa fosse già un delubro pagano, mentre nessun monumento viene in appoggio.

Onorano al presente questo paese oltre il sopralodato Prof. Girola l’egregio Commendatore D. Giuseppe Rossi luogotenente generale di stato maggiore, cavaliere dell’Ordine Supremo, che fu Governatore del Principe di Piemonte Umberto, e del Duca d’Aosta Amedeo, ora re di Spagna, personaggio per ogni riguardo commendevolissimo. Il signor Giovanni Battista Chiuso dotto ed intelligente giardiniere capo dell’orto Botanico, il suo degno figlio l’egregio teologo Tommaso, amante degli studi storici patrii è da diversi anni segretario di Mons. Lorenzo Gastaldi, venerato Arcivescovo di Torino. Il Teologo Chiuso pubblicò il Compendio della vita del venerabile servo di Dio Giovanni Giovenale Ancina, prete dell’Oratorio di S. Filippo poi Vescovo di Saluzzo. Torino Tip. dell’Orat. di S. Francesco di Sales 1872 in-16.

La vicina Riva si gloria d’essere patria d’origine del sullodato nostro Arcivescovo, come fu patria di nascita di Bernardino De Prato, ultimo maestro generale de’ Minori Conventuali, Arcivescovo d’Atene in partibus, vescovo di Caiasso e nel 1521 Vicario Generale di Torino, la cui marmorea effigie in basso rilievo, già nell’ora distrutta chiesa di S. Francesco di Chieri, fu collocata in una sala della Prevostura dall’Arciprete Tosco della medesima città.

La vetusta chiesa parrocchiale di S. Martino in /182/ Buttigliera, che ora serve pel cimitero ha alcune pitture molto antiche e alquanto guaste. Vi erano anche iscrizioni, che si perdettero: sul muro esterno si vedono ancora le seguenti parole, che quasi servono di cronaca, mentre in quei tempi non v’erano effemeridi, che tramandassero ai posteri le memorie.

1522 maxima pestis vigebat Buttilierae.
1544 Mar. pars.
Una meniarum occidit
Mulieres sex.

Nella peste del 1630 vi furono solamente 75 vittime, come si vede dalle Memorie storiche del gran contagio in Piemonte del T. Montù.

(1a) Alcuni indicano nei campi della Porcinella l’esistenza del castello di Porcile. [Torna al testo ]

(1b) Vedi Catalogue des plantes cultivées dans le jardin de Buttigliera (Marengo) par M.r De Freylino, membre du Collège Electoral du département de Marengo, président du canton de Castelnuovo, maire de la Commune de Buttigliera, membre honoraire de la société d’agricolture de Turin, correspondant de l’Académie Imperiale des sciences de la même ville, membre honoraire de celle d’agriculture de Marengo, et de plusieurs autres sociétès savantes. Turin, de l’Imprimerie Sociale 1818. La prefazione è sottoscritta L. Freylin.

Premier supplement au catalogue des plantes cultivées dans le jardin de M.r De-Freylino-Buttigliera a Buttigliera (Marengo), par M.r M. Pangella, membre honoraire de la Société d’Agriculture de Turin (Po) 1812, Asti. Chez François Pila; ambedue in-8°. [Torna al testo ]

(1c) Anna, figliuola ed erede del Conte di Montafia, sposò /178/ Carlo di Borbone Conte di Soissone e Duca d’Anghien, e figliuolo di Ludovico Principe di Condè, e di Francesca d’Orleans di Longavilla sua seconda moglie, e da quel matrimonio è nata la Ser.ma Principessa Maria vedova dell’ultimamente defunto Francesco Tomaso Principe di Carignano (stipite della linea regnante). Della Chiesa, Corona Reale T. 2. [Torna al testo ]