Libro dei Miracoli
di Santa Fede
Trad. Maurizio Pistone

Libro I

Latino →

18.

L’anello negato e poi restituito a Santa Fede

Una nobile matrona, che aveva sentito parlare dei miracoli di Santa Fede, decise di fare il pellegrinaggio. Sul momento di partire, quando già si era allontanata dalla soglia di casa, si ricordò che Santa Fede chiedeva in sogno gli anelli dei pellegrini. Tornò quindi subito indietro, si tolse l’anello dal dito e lo diede alla cameriera perché lo custodisse. Tienilo da parte finché torno, perché se lo porto a Conques ho paura che Santa Fede me lo prenda. E si credeva furba, come se si potessero evitare i disegni provvidenziali di Chi prevede tutto prima che accada!

Per farla breve, la donna andò a Conques e, fatte le dovute preghiere, tornò a casa in pace. Calata la notte, le apparve in sogno una figura virginale. Alla sua domanda, questa rispose di essere Santa Fede, e le ordinò con voce imperiosa di darle subito l’anello. Poiché la donna negava di averne uno, la Signora le ricordò che era proprio lei quella che aveva affidato l’anello alla cameriera per non darglielo. Al mattino la donna svegliandosi pensò che quella visione divina fosse una fantasticheria, un vuoto sogno. Ma andiamo alla conclusione. Subito quella donna cominciò a soffrire per una febbre bruciante, che non le dava requie un momento. Passarono così tre giorni, alla fine tornò in sé, si ricordò della sua colpa e ammise il suo errore. Ordinò che le si preparasse un cavallo, e appena fu tornata da Santa Fede, il tormento della febbre le passò. Riprese quindi la via di casa, sana e contenta, pensando che quell’anello era un buon prezzo per la recuperata salute.