Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary QFMCap.
vice prefetto della missione dei Galla – Aden

[F. 514r]Molto R.do Padre in G. C. Amat.mo

Massawah 7. Novembre 1863.

Partito dal Gudrù sul fine di Maggio del corrente anno, dopo mille tribolazioni, vessazioni, e malattie sofferte nel viaggio la mattina del 4. corrente Novembre ho avuto la fortuna di rivedere la nostra casa di Massawah lasciata da me in Marzo 1849., e quindi far conoscenza col R. P. Gabriele da Rivalta procuratore della missione. Deo gratias –

Nel 1859. e nel 1860. trovandomi in Kafa con delle apparenze di successo in grande e prossimo bisogno di missionarii europei aveva scritto alla Sacra Congregazione di Propaganda e nel tempo stesso alla Provincia di Francia per la spedizione di missionarii capaci anche nel caso di dovere pensare ad un successore; dopo l’epoca suddetta le cose di Kafa essendo variate notabilmente, e nel tempo stesso essendosi di molto complicate le strade per l’interno dell’Abissinia, [f. 514v] non ho mancato di far conoscere subito in Europa questa cosa, affinchè non si accelerasse la partenza di detti missionarii, e temendo che non ostante venissero con pericolo di dover restare poi qui alla costa a stancarsi inutilmente e poi dover ritornare indietro, ho scritto al P. Gabriele da Rivalta di star ben attento in proposito e di scrivere tanto che basti significando il mio ordine di non lasciar progredire il viaggio a simili missionarii sino alla mia prossima venuta; ora, arrivato qui, avendo inteso che realmente detti missionarii siano in viaggio, rinnovo per ogni via questo ordine a scanzo d’inconveniente, assicurando i medesimi che io mi metterò al più presto in viaggio per l’Europa e gli raggiungerò colà o altrove dove saranno per combinare ragionevolmente simile affare; partirei di quest’oggi se sapessi per quale via essi vengono, ma in caso di non incontrarsi, come le cose sarebbero ancor più complicate, aspetto qui una notizia positiva dei medesimi per partire –

[F. 515r] Resto come dietro tutto ciò, senza nulla parteciparmi, ne per consiglio, ne per consenso siasi proceduto alla spedizione non solamente, ma alla partenza reale; io non conosco gli ordini della S. Sede in proposito, da alcuni si vocifera persino che siano tutti cangiati i missionarii italiani, e da alcuni levato io stesso dal Vicariato, cosa che non credo, ben conoscendo lo stile della S. Sede a questo riguardo, mi lascia credere che tutto debba attribuirsi a troppa facilità di parlare in detti religiosi, cosa che indicherebbe ben poco spirito evangelico ed apostolico tanto essenziale in questa missione, ad ogni evento dirò che in caso vi siano ordini assoluti della S. Sede che io non conosco, io non intendo di contraddire, ma sappiano che la venuta sarà inutile, poiché né quelli che sono nel- /39/ l’interno potranno sortire, né tantomeno entrare quelli che devono succedere; le vessazioni da me provate nel sortire, e le ultime provate dal console Francese basteranno per testificare.

Il P. Gabriele da Rivalta procuratore aveva scritto a Roma ed in Egitto per far venire somme in soccorso dei missionarii dell’interno, i quali si trovano molto in bisogno, ed ebbe [f. 515v] in risposta una proibizione in proposito, cosa che mi fece stupire, perchè finora ciò che si trova in Egitto è un puro mio risparmio amministrato civilmente finora con mia procura; io non ho la menoma intenzione di appropriarmelo, e come ho sempre fatto anticamente, farò ancora attualmente con viaggiare poveramente per non toccare questo capitale destinato per l’avvenire della missione.

Gradisca i sentimenti della più sincera affezione, coi quali godo professarmi

D. P. V. M. R.da ed arcicarissima

Divot.mo fratello in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o