Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 505rEminenza R.ma

Massawah 8. Novembre 1863.

Partito sul fine di Maggio dal Gudrù, dopo mille vessassioni, tribolazioni, e malattie il 4. corrente mi riusci finalmente di arrivare qui in Massawah; la mia salute non essendo ancora ben ristabilita, e con una debolezza estrema, non posso scriverLe a lungo tutti motivi di questa mia venuta, dirò solamente che sono venuto indotto dalla necessità di provvedere ai bisogni di ogni genere di quella missione, sia in genere di vitto, sia molto più ancora per informare la S. Sede di tutto ciò che occorre colà e prendere colla medesima tutte le intelligenze che saranno del caso; appena arrivato qui avendo saputo che si trovano in viaggio missionarii Francesi, Le mando coppia qui compiegata della circolare che spedisco in tutti i luoghi onde cogliere detti missionarii in strada ed impedire loro di arrivare qui in Massawah a scanzo dell’inconveniente gravissimo di dovere poi stare qui a stancarsi inutilmente, e consumare le sostanze della missione senza vantaggio alcuno in un luogo molto spendioso, difficile, e poco salubre, mentre sono attualmente [f. 505v] chiuse tutte le strade, e saremo obbligati a tentare altre vie, per le quali ho delle probabilità di successo affatto nuove, quali comunicherò io stesso ai suddetti ed a V. E. R.ma.

Ella perciò favorisca darmi il consenso di venire a Roma, affinchè non mi occorra poi di trovare colà delle riprensioni, come ho /40/ trovato nel viaggio fatto l’anno 1849. Favorisca di prevenire anche Sua Santità di tutto e dirLe che ho dei bisogni pei quali difficilmente potrei supplire con lettere.

Certe espressioni che V. Em: R.ma vedrà nella circolare che spedisco ai missionarii in viaggio non credano che siano espressioni di ostilità, poiché io sono disposto a tutto, e sono un Servo della S. Sede, non amo però certe vociferazioni sparse prima di ricevere ordini da chi mi comanda, e certi antigenii nazionali spiegati non mi piaciono affatto, prevedendoli rovinosi della missione, come preveggo che accederà anche qui alla missione del luogo dove mi trovo; l’erezione di molti tribunali in contradizione delle autorità locali e della stessa S. Sede sono cose che non possono finir bene; se vogliono levarmi io sono una persona niente affatto bramosa di cariche, e non desidero altro che un riposo per pensare all’anima mia, ma fino a tanto che vi sono e ne porto la risponsabilità si guardino bene di soffiarmi sotto il naso, poiché farò vedere che non son morto ancora

F. 516r Em: R.ma, perdoni il mio stile, Ella sa che sono una persona vecchia, che non amo più ne cariche, ne onori, ne lusinghe, anche parlando chiaro credo che mi conoscerà disposto a morire per la S. causa, quale non prostituisco affatto ne per onori, ne per timori di qualunque genere, ma tratterò sempre con tutta la libertà apostolica propria del Vescovo, il quale deve essere servo fedele di Dio, di Pietro, e di nessun altro sino alla morte –

Le bacio la S. porpora, e coi sentimenti di tutto il rispetto e venerazione dovuti per Lei mio padre, godo raffermarmi

D. Em: Vostra R.ma

Divot.mo figlio in G. C.
† Fr: G. Massaja V.o

F. 516v A Sua Eminenza R.ma / Il Cardinale prefetto / di Propaganda Fide / Roma //.