Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
vice prefetto della missione dei Galla – Parigi

[F. 1r]M. R. P. Domenico Arcicarissimo

Cairo 27. Gennajo 1864.

Ho avuto l’onore di ricevere oggi la Sua carissima del 17. Gennajo andante, e non nascondo il piacere grande provato, vedendo che la P. V. M. R. si esprime in termini abbastanza umili e sinceri, disposto a conferire sul quid agendum attualmente, perché qualunque possa essere la nostra debolezza, dopo diciotto anni di esperienza saremo sempre in caso ancora di dare qualche solido consiglio in proposito, e V. P. Carissima senza di questo avrebbe certamente fatto un solenne fiasco; posso assicurarLe che il mio stile un poco forte con cui ho scritto era appunto un’espressione viva di dispiacere nel riflettere a questo, perché avendo lavorato 18. anni per questa missione, ed io stesso avendo fatto molti incombenti per darla a cotesta provincia di Francia, vedeva mal volentieri una emancipazione totale dai nostri consigli, i soli che certamente potranno rendere l’operazione meno complicata.

Posso assicurarLa poi che ho nessunissima difficoltà da opporre all’organizzazione fatta dalla S. Sede, essendo tutta canonica [f. 1v] tanto più che per una parte sono io che l’ho domandata, ed io stesso sono stato il primo a conferire dei titoli ed autorità al P. Provinciale, come potrà ricavarsi dall’archivio della Provincia, in cui deve immancabilmente trovarsi una qualche mia patente in proposito unitamente a qualche altra lettera nella quale io dichiarava la Provin- /54/ cia medesima come mia provincia, intenzionato di finire i miei giorni colà in qualche convento... Di tutto ciò che ha fatto la S. Sede io ne sono perciò contentissimo, e venendo io in Francia spero avrò la fortuna di conoscere V. P. M. R. e Car.ma, come pure i piani che Ella saprà proporre, ed occorrendo che ci accordiamo in tutto partiremo insieme, in caso contrario io Le rassegnerò ben volentieri tutte le cognizioni che potranno giovarLa, e me ne resterò in provincia, dove potrò occuparmi più comodamente nel finire i lavori di traduzioni in lingua di quei paesi, e nel tempo stesso servirò la provincia medesima per quanto potrò nella semplice qualità di privato, se la S. Sede vorrà lasciarmi in libertà.

Come poi nelle mie lettere precedenti io non mi sono lagnato di altro se non che di alcune parole dette poco onorevoli a me ed ai missionarii attuali che lavorano nella missione, io avrei veduto volentieri nella Sua una smentita di simili dicerie, e non avendola veduta mi fa credere ancora che tale sia la verità... Con ciò però io non voglio dire d’aver fatto qualche cosa. Ella [f. 2r] avrebbe ben ragione a dire che si è fatto nulla, perché realmente è nulla ciò che ho fatto io, ma alcuni miei compagni hanno lavorato, ed io debbo anche far loro onore; ed anche supposto che abbiano fatto nulla avvi sempre ancora il dovere di onorarci a vicenda come fratelli, ed io soglio giudicare il valore di una persona apostolica appunto da simili segnali.

Anche rapporto alla somma presa in Egitto da Monsignor delegato debbo dirLe che non è tanto piccola come potrà rilevare dalla qui annessa nota di conto presentatami dal suddetto prelato; con 45. mille franchi la missione attuale potrebbe vivere anche cinque anni; sappia che questo danaro è un risparmio che ci costa sangue fatto per l’avvenire della missione, e che perciò vedrei mal volentieri dilapidato malamente, mentre i poveri missionarii dell’interno mojono di fame per essere stato negato denaro alla procura di Massawah, ed io stesso ho dovuto vendere oggetti di casa per fare il mio viaggio. Ora ho scritto ai PP. di lei compagni in Aden di spedir subito mille talleri della Regina a Mgr Biancheri V.o Ap.o d’Abissinia attuale procuratore della missione in Massawah, Dio sa se la spediranno. Lei dice che non sapeva dove io fossi, doveva però sapere l’esistenza della Procura di Massawah, colla quale io era in relazione –

Comunque sia, postochè Ella mi dice che [che] cotesto governo è disposto a fare qualche operazione, sappia che io sono venuto appunto con piani da presentare al medesimo; trovansi con me M.r Le Jean, e M.r le docteur La Garde tutti due inviati del governo in Abissinia, e dovremo presentare insieme un piano importantissimo; Lei perciò fino al nostro arrivo [f. 2v] guardi di coltivare bene questo elemento, riservandosi però sempre per la chiusa che arrivino i documenti nostri, i quali spero che faciliteranno ogni cosa; sappia pure che sarà questa l’unica nostra speranza di salvare quella missione, ma che venendo il governo ad occuparsi solo della costa di Zeila, ciò servirà un bel nulla alla missione nostra, che in quelle parti ha ben poco a sperare, e si trova separata da barriere insuperabili.

/55/ Del resto poi, caro P. V.e Prefetto Domenico mio, con tutto il detto sopra, non creda che io sia per disanimarla nella missione ricevuta, anzi Le farò tutto il coraggio che potrò, e L’ajutero sino all’ultimo mio respiro, qualunque siano per essere le determinazioni che si prenderanno in seguito riguardo alla mia persona, poiché la missione Galla è mia, e sarà sempre mia, ancorché io cedessi all’amministrazione della medesima, avendo un voto che mi lega sino alla morte, voto che amo e sono risoluto di adempire; facia dunque Ella coraggio, e ciò che non può fare attualmente coll’opera, lo facia colla preghiera avanti il crocifisso, e tutto otterremo, a Dio piacendo –

Riguardo ai Missionarii che vi sono in Aden potrebbero occuparsi provisoriamente in ajuto di quella missione, studiando le lingue amara e Galla; Ella perciò potrebbe scriver loro, ed occorrendo che domandino qualche materiale per lo studio delle lingue io spero poterlo mandare loro al più presto. Giudicando da quanto era anticamente, Aden ha sommo bisogno di Preti, e la Propaganda conosce tutti i miei piani antichi sui bisogni di quella missione anticamente mia, credo perciò che non si opporrà –

L’abbracio nel S. crocifisso e salutandoLa unitamente al caro M. R. P. Provinciale godo segnarmi

D. P. V. M. R.

Divot.mo Servo e Fratello
Fr: G. Massaja V.o