Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 610rEminenza R.ma

Lione 5. Luglio 1864.

Ho ricevuto oggi solamente la veneratissima del 4. Giugno che l’Em. V. R.ma ebbe la degnazione di scrivermi, perché mi trovava in giro alla patria, dal quale sono rientrato jeri qui.

La ringrazio delle commendatizie spedite al Nunzio, ed al Consiglio centrale dell’Opera; a giorni incomincierò a tentare l’operazione, e vedrò cosa potrò ottenere, onde aprire la strada alla missione, spero molto poco, attesi i torbidi politici che frastornano il capo a tutti i governi d’Europa; in caso contrario, gli affari della missione Galla si faranno molto complicati.

Riguardo ai quesiti, è vero che ho ricevuto già qualche risposta relativamente ad alcuni dei medesimi; La pregherei di riflettere però meglio, poiché ad eccezzione del quesito [f. 610v] relativo al S. Ghebra Munfescheddus, detto Abbo che io pensava di cangiare in S. Francesco, per cui ho avuto diretta negativa, e che già ho messo da una parte; tutte le altre risposte ottenute, e che ho ricevuto in dupplicato e triplicato, non sciolgono affatto le questioni da me fatte, massime relativamente al matrimonio ed ai schiavi; io però non intendo di far tanta premura per le risposte, poiché non so quanto potrò ritornare alla missione, basta che le abbia prima di partire; Ella non interpreti sinistramente le mie ultime espressioni di chiusa ai quesiti medesimi, perché non ho inteso di dire altro, se non che, ad ogni evento che tardino le risposte, io bramava che fosse informata la S. Sede di tutte le difficoltà, per l’approvazione tacita in quelle cose che può essere conveniente, e per rilevarmi quelle che in certo /111/ modo fossero molto delicate da toccare la legge divina o naturale; del resto, benché abbia detto di supporre che noi seguitiamo il partito più largo, può esser certa che ciò non si farà che negli estremi, ed in grande necessità.

F. 611r Rispondo ora relativamente al denaro che Monsignore Wicicc Delegato Apostolico di Egitto ha somministrato ai due missionarii Cappuccini partiti per la Cina sopra i fondi del mio Vicariato; io qui non ho bisogno di denari; bramerei perciò a preferenza che V. Em. R.ma ordinasse la restituzione da spedirsi in Egitto al suddetto Prelato, perché dopo poco tempo avremo colà gran bisogno di detta somma.

Trovandomi in Egitto ho veduto che quel buon Monsignore Wicicc trovasi ben soventi improvvisato di dover metter fuori somme vistose per viaggj di missionarj che si portano alle indie od alla Cina, senza sapere dove prenderne, e questa è la ragione per cui non oso gridarlo per essersi servito dei fondi appartenenti al mio vicariato, perché la sua posizione fa veramente compassione; mi prendo la libertà di farLe osservare, che, non essendo solo qualche caso straordinario ma ordinariissimo il bisogno di far versare somme ai missionarii di passaggio colà, sarebbe [f. 611v] desiderabile che cotesta S. C. tenesse colà delle somme vistose per far fronte al bisogno, perché altrimenti quel buon Prelato troverassi sempre alle strette, e toccare i capitali che si trovano colà, o impiegati, oppure semplicemente sotto amministrazione diversa, non si può fare tanto facilmente, ne senza danno, o almeno senza pericolo di contundere; il movimento del denaro si può mai fare senza qualche spesa, e senza pericolo di confusione amministrativa.

Trovandomi in Roma aveva pregato l’Em. V. R.ma, per una decorazione in favore d’un Copto Cattolico molto conosciuto, ed aveva rimesso la memoria a Monsignore Simeoni; mi giova sperare che non sarà stata dimenticata, ma ad ogni evento oso raccomandargliela di nuovo, persuaso che farà tutto il possibile.

La prego intanto a gradire coi saluti i sentimenti della più sincera venerazione coi quali godo rinnovarmi

D. Em. V. R.ma

Divo.tmo figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o