Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

F. 625r

Note ed Osservazioni
relativamente alla missione dell’Abissinia.

* Lione 14. Luglio 1864.

Nelle ultime lettere di Monsignore Biancheri e Delmonte sono venute alcune notizie che meritano riflessione.

Il Signor Delmonte dice che il P. Stella, il quale era partito due settimane prima di me da Massawah per l’Europa, deve trovarsi ancora nell’alto Egitto fermo, in disgusto coi Superiori del suo Ordine; se questa notizia è vera in tutta la sua estensione, la S. C. deve stare attenta, perché non potendo più far nessun calcolo sopra P. Stella, se non vuole che quella missione si trovi poi improvvisamente sprovvista affatto, deve eccitare lo zelo della congregazione Lazzarista a spedire qualche soggetto capace per tempo, e quindi sarà bene e più sicura che si prenda alle bone il Signor Delmonte, tanto più che Monsignor Biancheri ne pare contento di lui; pensino che non si trova più colà [f. 625v] altri fuorché Monsignor Biancheri, e Delmonte, essendo pure partito il Signor Devito.

La lettera di Monsignore Biancheri parla di Abba Emnatu, quel tale che è stato mandato in Francia come ambasciatore dal fu Principe Negussié; questo Monaco divenuto traditore pare che facia del gran male e che predichi publicamente il Scisma da quanto dice la lettera. Se ancora fosse in tempo a fare un colpo di mano, e come credo non siasi ancora fatta la risposta della sua lettera, di cui io ho fatta la traduzione, se fosse possibile chiamarlo in Europa oppure in Oriente, come a titolo di voler sentire le sue ragioni, per staccarlo di là; altrimenti farà gran male, e come la sua questione è coi Superiori, per l’influenza dei medesimi nulla si può ottenere, piuttosto per l’oracolo diretto della S. C. come di sotto mano; la lagnanza che mi fa M.r Biancheri di ciò pare che sia a questo scopo. Quest’uomo farebbe del male non solo alla missione Lazzarista, ma anche alla nostra, perché dando questi in reprobo più nessuno potrà passare. F. 626r Monsignor Biancheri dice che l’Imperatore inclinerebbe ad attaccarsi a noi; se il suo impero fosse in fiore sarebbe una fortuna, ma come lo credo cadente a mischiarsi di lui non farebbe altro /120/ che addossarsi il fardello di tutte le odiosità sue in facia al paese; da un’anno a questa parte è stato abbandonato dallo stesso Vescovo eretico, colui che si può dire il suo mecenate; l’allontanamento del Vescovo eretico dall’Imperatore prima della sua caduta, è un gran punto di politica di quel Vescovo, appunto per scaricarsi di tutte le odiosità del governo attuale in facia alla nazione. Io scrivo questo per prevenire cotesta S. C. ad ogni evento che ricevesse di là qualche lettera, affinché dovendo dare qualche risposta la dia con cognizione di causa.

Una terza riflessione, un certo → Raoul du Bisson conte Buisson aveva l’anno scorso fatte molte promesse a Monsignor Biancheri di passaggio in Eggitto dove si sono trovati; Monsignore Biancheri gli ha dato un Prete per Cappellano; Questo Conte Bisson che era [f. 626v] partito l’anno scorso alla testa di una spedizione di volontarii, avendo fatto un fiasco solenne nella guerra che voleva tentare cogli abissinesi, forse anche prima di tentarla; questo fiasco farà più superba l’Abissinia, e comprometterà anche un pochino la missione.

Per norma della S. C. di Propaganda, questo Conte Bisson aveva intenzione appunto di battere l’Abissinia al Nord vicino ai confini Turchi, dove pensava di fare una colonia, proprio nei paesi dove il Signor Massa di Verona domanda la Missione, e si dice che abbia fatto fiasco, appunto perché morirono la più parte dei suoi in quei luoghi malsani.

Pregherei il R.mo Procuratore Fabiano di rendere ostensiva questa memoria a Monsignore Cappalti, il quale potrà prendersi qualche nota, e poi la restituirà non essendo una cosa scritta da me, com[e] per memoria con intenzione di farne altra coppia, ma poi la stanchezza ha fatto che la mando così.

Fr: G. Massaja V.o