Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]P. R.mo

Lione 18. Luglio 1864.

Non dica più che non Le scrivo, ecco una quarta lettera, se non erro, che scrivo da questa città, benché occupatissimo, forse ancor più di quello che era trovandomi in collegio, perché i lavori del catechismo diventano più pressanti nel loro fine, e le corrispondenze si fanno ogni giorno più forti.

Le mando qui compiegata una lettera di Monsignore Delegato d’Egitto, dalla quale vedrà i vaniloquii dei frati, sia dalla parte destra sia dalla sinistra; l’uomo che ha un poco di buona volontà di lavo- /121/ rare deve essere sempre alla berlina flagellato da tutte le parti, anche dai buoni e ben intenzionati; così vuole il Signore, così sia; non so chi si compiaccia di dire che io non voglio più ritornare alla missione, bisogna bene che simili dicerie partano da qualche fonte; starei quieto, ma tale notizia arrivando all’interno non farebbe certamente del bene.

[F. 1v] Come dice la lettera che il P. Gabriele pare disposto a ritornarsene nella sua provincia; nel caso che V. P. R.ma credesse bene di scrivergli una lettera, nella quale lo metta in libertà provvisoria, non sarebbe male. Meglio una lettera di semplice facoltà illimitata per recarsi in patria, perché così V. P. non è obligata a rispondere a certe domande che potrebbe fare, ed essendo libertà illimitata servirà anche di prova per la vocazione per ogni caso di averne bisogno un’altra volta. Nell’accordare detta facoltà potrebbe prendere motivo dalla lettera di Monsignore.

In quanto ai due Padri venuti di Aden, anche quelli sono già richiamati, e così quando le operazioni che stiamo facendo saranno riuscite, allora si farà un nuovo impianto, e nuove elezioni; qui non mancano soggetti di bonissima volontà; solamente che le cose si spianino.

Il M. R. P. Domenico mi fece vedere la Sua lettera di risposta ad una mia; [f. 2r] credo che a quest’ora non penserà più questo, avendo dopo quella, ricevuto ancora molte altre mie, nelle quali io Le ho fatto vedere ben tutt’altro da quello che Lei dice, ma ad ogni evento posso assicurarLa che io ho detto quello, perché ho per sistema di non nascondere ad una persona come Lei certe cose che nascoste potrebbero prendere un’aspetto più caustico di quello che sia in realtà; ma se V. P. R.ma crede che io sia capace di adumbrarmi anche menomamente, non solo da Lei che venero come Padre, ma anche da altri, segno che Lei non mi conosce ancora, e non conosce ancora i principii che mi guidano in prattica, e resto che non mi conosca ancora; Lei, anche battendomi col bastone potrebbe essere certo che non mi offendo; se ho parlato dicendo di spiegarsi su quel certo punto, non è perché io odiassi il detto, ma perché non me lo diceva chiaro; come Le dissi, temo troppo i Superiori, e non desidero altro che sapere la loro intenzione, perché lo farò certamente, potendo, e facendola potrebbe darsi poi che ne avvenga un’inconveniente; in quella lettera non ho inteso altro che richiamarLe l’attenzione; se ho fatto qualche cosa che Le dispiacia mi perdoni, e benedicite...

[F. 2v] Le notifico poi che domani mattina alle 9. partirò di qui per Parigi, dove mi fermerò solo due giorni per organizzare con alcune persone l’operazione da farsi poi dopo, perche attualmente è impossibile, essendo Parigi attualmente quasi come vuoto di persone influenti, e lo stesso imperatore trovasi ai bagni; di questa stessa settimana anderò in Clermont, dove mi fermerò per finire il catechismo, e per prendere alcuni bagni stati giudicati necessarii dai medici per la mia schiena –

L’abbracio nel S. crocifisso, e pregandoLa di salutare il M. R. P. Prefetto, Monsignore Canova, se ancora si trova, P. Lettore, e la /122/ curia generalizia alla prima occasione, non dimenticando anche alla prima occasione il P. Francesco Presidente di S. Spirito, con tutto l’affetto godo raffermarmi

D. P. V. R.ma

Sempre figlio in S. Fr.
Fr: G. Massaja V.o