Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]R.mo Padre

Versaille[s] 22. Novembre 1864.

Dopo una malattia di dissenteria, dalla quale non sono ancora ben rimesso, sono stato consigliato a restare qui in Versaille[s], dove l’aria è un poco migliore, e la casa è vecchia, e non nuova, come in Parigi; le lettere però potranno sempre continuare ad essere dirette a Parigi, dove mi reco ogni settimana il Lunedí per gli affari; d’altronde si tratta solo di mezz’ora di strada ferrata, e la posta di là viene due o tre volte al giorno.

Come V. P. R.ma ben sa, l’esame del catechismo sarebbe molto difficile, e non si potrebbe fare senza di me, perché scritto in lingua Galla, ed il testo latino non è ad sensum e costruzione latina, ma sibbene un semplice repertorio dei termini ad litteram, qualche volta quasi senza senso, perché fatto unicamente collo scopo di far conoscere [f. 1v] il materiale dei termini Galla, la costruzione della lingua, e le inflessioni dei verbi, per la commodità ed utile dei nuovi missionarii, non già per la dottrina: resti dunque da una parte il progetto della dedica al S. Padre.

Rapporto a questo catechismo, Lei sa che è già stato esaminato dai nostri due bravissimi Lettori Giacinto e Rocco, i quali, in materia dottrinale hanno trovato solamente il bisogno di riformare una risposta, nella quale io citava un proverbio indigeno, che dice così = la bocca giudica del gusto, ed il cuore (per senso intimo) giudica del vero = considerato da loro come favente il senso privato protestante; per finire ogni questione io lascierò da una parte tal questione; se dunque Lei crederà di procurarmi la dichiara di questi /170/ due Padri Lettori, e quindi l’approvazione della S. Congregazione di Propaganda, per dar maggior peso a questo catechismo, bene, del resto mi scriva se posso andare avanti senza cercare più altro.

Per ciò che riguarda la somma che la S. C. di Propaganda vorrebbe graziosamente far passare a me per Monsignor Delegato d’Egitto, io credo un[’] giro inutile, perché realmente io non ne ho bisogno qui, avendo ricevuto un’acconto da Lione; [f. 2r] Ella perciò facia il piacere di ringraziarla, e dirgli che non occorre. Va poi molto bene che la somma già prima stata sborzata da Monsignor Delegato, sopra i fondi della missione Galla, in favore di missionarii di passaggio, sia stata restituita colà in Egitto dalla S. C. di Propaganda; quando ho scritto, non mi ricordava più d’aver già scritto prima a questo proposito, come mi suole accadere qualche volta, perché non ho Segretarii, e non tengo registri.

Debbo poi prevenire V. P. R.ma, che dopo l’ultima malattia, il mio asino sta molto male, massime di testa, mi vuole tutto per continuare i lavori incominciati, e Dio sa se potrò terminare ogni cosa. Non so, se sia perché non posso lavorare come vorrei e dovrei, oppure perché mi veggo un poco contrariato, qualche volta mi assale una certa malinconia, che un’ubbidienza del gran Papà celeste, che mi concedesse un poco di riposo, mi sembra dolce, se non sarà una tentazione del diavolo; Ella si ricordi qualche volta di me nella S. Messa, e raccomandi al Signore questo povero mio cuore, il quale non sa più cosa si voglia in questo mondo, e temo che un certo capitale d’amor proprio non m’inganni. Certo [f. 2v] che io avrei mai creduto la causa cattolica tanto avvilita in Europa, a fronte che il catolicismo sia ancora la fede dei quattro quinti; questi stato sempre di un carattere maschio in tutti i tempi, oggi si lascia dominare da un pugno di atei, fatti padroni di tutte le chiavi della casa; la massoneria ha fatto di tutta l’Europa un solo regno che governa potentemente con un’organizzazione attivissima, ed il cattolicismo che potrebbe tutto distruggere con un sol soffio, si lascia condurre come una mandra al macello; queste idee rendono prezioso il pensiero della morte.

Io ho promesso di venire a Roma, quando saranno finiti i miei affari qui, ma quando finiranno? e finiti nel caso, cosa farò a Roma? non sarebbe meglio ripartir subito per la missione? Se non ottengo qualche modificazione da questo governo, son certo che il ritorno mi costerà la vita, ma pure [ma pure] mi sarebbe dolce il potervi ritornare, e morire colà frammezzo alla semplicità di quei pochi cristiani...

Mi perdoni della malinconia con cui Le parlo, cosa vuole, Iddio permette qualche giorno di nero per far rilevare il bianco, mi saluti tutti, preghi e facia pregare per me, che abbraciandoLa nel S. crocifisso godo segnarmi

D. P. V. R.ma

Sempre figlio ubbidientissimo
Fr: G. Massaja V.o Capp.no