Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 723rEminenza R.ma

Parigi Venerdì Santo [14 aprile] 1865.

Debbo informare l’Em: V. R.ma dello stato in cui trovasi la questione con questo governo sull’affare, di cui io Le scriveva ultimamente, in proposito delle due missioni d’Abissinia e dei paesi Galla.

Domenica delle Palme scorsa ho avuto una lunghissima conferenza col Édouard Drouyn de Lhuys fu ministro degli esteri per quattro mandati: dal 20 dicembre 1848 al 2 giugno 1849; dal 9 gennaio 1851 al 24 gennaio 1851; dal 28 luglio 1852 al 7 maggio 1855; dal 15 ottobre 1862 al 1º settembre 1866. ministro degli affari esteri, il quale, (giudicando dalle parole, e dal modo interessante con cui volle sentire ogni cosa) potrei dire che ha preso tutto l’interessamento per la questione da me presentata, dimodoché vi sarebbe tutto a sperare, ciò non ostante, se debbo dire il mio sentimento, formato dietro una lunga prattica col ministero medesimo, direi che vi è ben poco da sperare, e che tutto finirà in lusinghe ed in promesse, le quali avranno forse qualche effetto dopo un lunghissimo tempo, ma che, per lo meno, servono a nulla per soccorrere quelle due missioni negli attuali bisogni gravissimi. Uno dei primi uffiziali del ministero, persona tutta cattolica di cuore, e molto affetta alle missioni mi disse queste parole = Se Sua Eminenza il Cardinale Prefetto di Propaganda scrivesse una lettera di raccomandazione direttamente al Ministro, so certo che farebbe qualche cosa per il nostro affare... = Come io non conosco la situazione attuale diplomatica che potrebbe rendere questa raccomandazione più o meno delicata, e forse anche impossibile, /214/ non oso direttamente pregarLa di farla, solamente ho creduto bene farLe presente il consiglio suddetto ricevuto. Come il suddetto Uffiziale [f. 723v] mi lasciò conoscere pure in certa quale confidenza, che doveva scrivere all’Em: V.a medesima per sollecitarLa relativamente alla nomina del V.o Ap.o d’Abissinia, dovendo rispondere a questa lettera, avrebbe un’occasione favorevole per aggiungerLe la raccomandazione suddetta; ciò fatto, aggiungendosi ancora il nuovo V.o Ap.o d’Abissinia, il quale sarà certamente ben ricevuto, e più influente di me, come Francese; aggiunta ancora una forte raccomandazione del Generale Lazzarista (il quale gode tutto l’ascendente sopra questo ministero) e che V. Em: medesima potrebbe facilissimamente sollecitare, massime nella circostanza che verrà in Francia il nuovo Prelato d’Abissinia; tutto ciò unito insieme, potrebbe fare qualche cosa per salvare quelle due missioni; lo scopo mio attuale nel farglielo presente, è quello di sollecitarLa per tutto ciò che potrà fare, sia con questo ministero, sia col Generale dei Lazzaristi, e sia ancora col nuovo V.o Ap.o suddetto, a cui potrebbe raccomandare di intendere la cosa con me, che potrei informarla di molte cose.

In una mia lettera precedente, mi ricordo d’aver detto qualche cosa di meno favorevole relativamente al P. Stella Lazzarista, presentandolo come refrattario ai suoi Superiori; io aveva detto questo dietro lagnanze sentite qui in Parigi dai Lazzaristi medesimi, i quali hanno creduto qualche tempo, che il suddetto Padre avesse sentimenti di separarsi dall’Ordine, ingannati forse da qualche lettera di persona, o prevenuta contro, oppure che ha precipitato nel giudicare male; il fatto attuale si è, che il suddetto P. Stella è arrivato qui in Parigi, dove i PP. Lazzaristi, furono cortesi di portarlo da me a farmi visita dello stesso [f. 724r] dello stesso giorno; con gran mia consolazione ho potuto conoscere che questo buon Sacerdote nutre tutt’altri sentimenti che di rivolta ai suoi Superiori, coi quali anzi mi pare in bonissimi termini; sia dunque considerato come non detto, tutto ciò che ho scritto precedentemente di poco favorevole a questo individuo, ingannato anche io da alcune lettere ricevute; io m’intendo perciò di rapportarmi in tutto e per tutto alle buone informazioni da me personalmente date in Roma sul conto del medesimo, il quale è senz’altro la persona più in caso di conoscere la missione d’Abissinia, e che gode più di tutti la confidenza e piena considerazione presso il clero indigeno della medesima; come persona che non ha grandi pretenzioni, e di bonissima convivenza, credo, se non altro, potrà servire moltissimo ancora per quella missione medesima, e come di bracio diritto al nuovo Prelato che verrà nominato colà.

Don Comboni è partito per Colonia, ove spera poter trovare qualche soccorso per l’instituto Massa; il medesimo prima di partire aveva ricevuto parecchie lettere dal Superiore dell’instituto medesimo, dalle quali non risulta affatto che vi sia una separazione, come V. E. mi diceva in una Sua; come però deve esserci stato realmente qualche cosa, il bon Comboni ha fatto una lettera d’umi- /215/ liazione completa, dietro la quale, giova sperare che Don Massa sarà contento, tanto più che ho potuto vedere il voto quasi generale dei Superiori dell’instituto medesimo.

Scusi, Em: R.ma, le mie solite pallinodie, Le bacio la S. Porpora, e coi sentimenti della più viva venerazione godo ripetermi

D. Em: V.a R.ma

Divot.mo figlio in X.to
Fr: G. Massaja V.o