Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]P. R.mo

* Parigi 21. Giugno 1865.

Dopo aver detto ciò che mi riguarda, voglio dirLe qualche parola relativamente a questa Provincia, di cui ho mangiato il pane un’anno, epperciò professo alla medesima qualche dovere.

In tutto il tempo che sono rimasto qui, mi sono tenuto sempre in una assoluta riserva, non solo nel parlare e scrivere, ma persino nel sentire le cose; i Superiori, sempre cortesissimi con me, non si son mai aperti in materia d’amministrazione, ed io ho sempre potentemente ributtato qualunque ha cercato di voler entrare in discorsi di simil natura, tuttavia non ho potuto a meno di conoscere sufficientemente lo stato delle cose, principalmente rapporto al prossimo capitolo, da cui dipenderà molto la pace di questa Provincia, e per conseguenza anche il bene della missione alla medesima affidata.

Il P. Generale ha destinato Presidente del Capitolo il M. R. P. Carlo Filippo da Pojrino, la persona migliore fra tutti gli emeriti della Provincia di Piemonte, uomo eminente in scienza, ed in santità, persona amata e venerata da tutta la sua Provincia; fin qui la cosa non potrebbe andar meglio, ma il povero Presidente straniero cosa ne sa delle piaghe che covano nei cuori dei religiosi? egli si regolerà certamente a norma delle istruzioni del P. Generale, ma questi saprà poi tutto? ecco la questione. Se io fossi in relazione con Lui [f. 1v] non avrei difficoltà di tutto scrivergli, affinché sappia dare certi avvisi che potrebbero essere utili, ma io non ho altra relazione aperta, che con V. P. R.ma, epperciò penso di dirlo a Lei, Ella poi ne farà quell’uso che crederà.

Questo P. Provinciale è una persona di somma abilità, ed anche ornato di virtù eminenti, ma il suo sistema di governo troppo duro, poco popolare, e troppo [di]spotico, gli ha fatto dei nemici molti, ed è stato causa, che sono nati dei partiti molto pericolosi per la tranquillità avvenire della Provincia; se il Padre Generale ha mandato il Presidente del Capitolo, ha dovuto avere certamente delle lagnanze, le quali, nel fondo hanno del ragionevole, ma poi non in tutto, e troppo secondate potrebbe produrre un’altro inconveniente ancor maggiore.

Io da principio ho sentito molte cose da M.r Scharbonel, dal P. Brunone, e da altri, e benché abbia mai lasciato trasparire niente, pure nel mio cuore aveva già finito il mio giudizio in loro favore; in seguito poi, senza riconoscere per ingiuste le ragioni dei medesimi, a misura che ho conosciuto la provincia, ho veduto il gran pericolo, a cui correrebbe la medesima nel caso, che il partito suddetto venisse a prevalere.

Come l’affare del P. Arcangelo è quello che ha contribuito in /254/ gran parte allo sviluppo di questi disordini, [f. 2r] debbo dire il mio sentimento prattico sul medesimo.

Il P. Arcangelo, se ab ovo non è colpevole di crime, (come io credo) è stato certamente colpevolissimo di avere spinto troppo l’affare contro i Superiori, in facia a tutta la Provincia, ed in facia a tutta la Francia. Il P. Provinciale poi per parte sua, invece di cercare di seppelire quest’affare ad ogni costo (sistema più conveniente) gli ha dato un’importanza mille volte al di là, (forse anche in parte per diffendersi); il fatto si è, che dalle due parti è stato spinto tanto questo affare che ha prodotto un gran scandalo, e non vi è persona che lo ignori; ciò che è più, ha sollevato due partiti tremendi nella Provincia; benché il Provinciale sia universalmente odiato nel suo sistema, pure avvi sempre ancora la maggior parte intimamente convinti della cattiva condotta del partito contrario.

Ora supponendo che il P. Brunone fosse Provinciale, la prima cosa che farebbe, sarebbe di rimettere il P. Arcangelo al suo luogo, e forze farebbe, o almeno intenderebbe fare un’atto di giustizia, ma gli inconvenienti di questo passo sono infiniti.

1. Come si vedrà questo da tutta la Francia, in cui fin qui non si è fatto altro che predicare apertamente, e direi quasi provare, la colpa del medesimo?

2. Come vedrebbe questo passo la maggior parte della Provincia convinta, ed accanita contro di lui[?].

[F. 2v] Questa Provincia con molti Preti fatti religiosi abonda di predicatori, e sotto questo rapporto è un vero tesoro della Chiesa, ma poi manca affatto di persone per essere Superiori provinciali, in modo da fare una scielta onorevole. Sono vociferati per provinciali P. Domenico attuale p.[rim]o Definitore, P. Leonzio Maestro dei novizii definitore, ed il P. Atanasio anche Definitore; quest’ultimo è un vecchio, il quale passa già come avente [già] la testa in deficit; il P. Maestro di Ex [Aix] gode poca salute, e di un carattere molto timido; il P. Domenico poi, non è una gran testa, ma di costumi angelici, di uno spirito conciliatore, molto popolare, e predica anche molto bene; fin qui ho sempre sentito parlare di quest’ultimo, posso dire anche dai due partiti, e gli stessi definitori furono quelli che così parlavano, solo ultimamente il P. Provinciale me lo presentò come debole, non so cosa sia questo cangiamento; non ho parlato del P. Brunone, il quale ha certamente una parte, ma guai se questi fosse Provinciale, vi sarebbe da temere, che molti, anche buoni, facessero delle stravaganze, come ho fatto io con Propaganda; Le dico tutto questo, che servirà di spiegazione a ciò che ho dovuto dirLe ultimamente in una mia, Ella poi ne facia l’uso che crede.

Fr: G. Massaja V.o