Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Ebbadia (Hendaye)

F. 89rIll.mo Signor Cavaliere Amat.mo

* Parigi 1. Luglio 1865.

Ho voluto scriverLe più volte, ma sempre una ragione si aggiunge a far ritardare, oggi però non voglio lasciarmi più lusingare.

Dopo la di Lei partenza sono stati tanti i disturbi avuti che la mia testa è mezza in giro: oltre le mie occupazioni, che Ella non ignora, ho avuto la partenza per Roma del caro D. Comboni, come sa, epperciò mi trovo solo. Dopo di ciò ho avuto da fare molti viaggi al ministero, col quale le nostre cose non vanno male. Ho veduto l’Imperatore, il quale mi ha ricevuto molto cortesemente, e mi ha domandato una nota che presenterò domani per le mani del ministro stesso. Quindi altre cose che Ella non conosce, Roma mi ha disturbato molto per lettere che ho dovuto scrivere. Di modo che sono stato costretto ad interrompere persino i lavori della grammatica.

Ho presentato alla tipografia l’alfabeto che Ella mi aveva comunicato, colla forma di circa dieci lettere nuove [f. 89v] quei Signori mi hanno fissato 25. franchi per caduna lettera nuova; temendo la spesa, abbiamo risolto di lasciare i segnali da noi fissati, ed attenersi a soli punti col seguente ordine. 1. Le lettere rotonde, come a,e, un punto sopra; 2. Le lettere che hanno la barra sotto, anche il punto sopra; 3. Le lettere che hanno la barra sopra il punto dissotto; 4. Le lettere majuscole, non avendo sito sopra, il punto sarà dietro.

/258/ In questo modo la spesa è minore, perché possiamo fare senza fusione di caratteri. Tali sono le decisioni prese sopra la grammatica.

È stato poi battezzato il ragazzo Goudmar-Levenq col nome di Antonio Guglielmo; volevamo aggiungervi ancora il nome di Madama d’Abbadie, ma a mia confusione debbo dire che lo ignorava, epperciò glie l’ho messo coll’intenzione, e nei registri civili e parrochiali, avvi ancora la casella in bianco per esservi scritto. La funzione è stata fatta con tutto il decoro, e per la spesa, Ella non deve cruciarsi, perché tra me e Lei vi sono ben altri conti più importanti da aggiustare.

F. 90r Debbo poi dirLe, che dopo la Sua partenza Parigi ha cangiato d’aspetto, è divenuta brutta, oscura, malinconica, e che so io: accostumato a vederla ogni giorno, e quasi ogni giorno a recarmi a Rue du Bac 104., mi pare ancora attualmente di vederLa qui ad entrare nella mia stanza, e doverLe fare qualche visita, ma pure tutto è illusione, Ella è molto lontana, e Dio sa quando ci vedremo. Mi consola il pensare che verrà in questo prossimo mese, come mi aveva promesso, ma nel caso la consolazione sarebbe solo per metà, perché l’altra metà mi resterebbe certamente indietro, perché Madama d’Abbadie non verrebbe; eccoLe in breve tutte le mie malinconie. Però siamo Cristiani, e noi sappiamo, che la separazione è solo per parte della materia, che vale un bel nulla; lo spirito nostro è sempre unito, stando con Dio, il quale, essendo uno, quando siamo con Lui, non è questione più di lontananza; consoliamoci dunque così: io facio continua menzione di loro nella celebrazione della S. Messa, e spero che loro faranno lo stesso.

F. 90v Dopo la sua partenza D. Comboni mi ha già scritto due volte, e sempre mi fa menzione di loro; in una sua mi domandava l’indirizzo per scriverLe, dicendomi di averlo perduto; egli sarà di nuovo qui circa il mese di Agosto, se pure le cose non saranno cangiate in Roma.

Ho potuto dire qualche parola di Lei all’Imperatore coll’occasione che ho dovuto dire come ha incominciata la Missione. Subito che sarà stampata la grammatica, vi anderò a presentarla, e spero allora avere più tempo a parlare.

Ella intanto guardi di disporre le sue cose per poter venire a passare qualche giorno qui, spero che Madama, non sarà contraria a questo mio desiderio, anzi farà Ella da parte sua, in modo che io abbia questa consolazione; fin là l’abbracio nel S. crocifisso Gesù, che ci ha uniti fin qui, e che spero ci unirà per sempre in cielo; gradiscano entrambi i sentimenti della più sentita affezione, coi quali godo raffermarmi

D. S. V. Ill.ma e Carissima

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o

F. 91r P. S. Nel caso che M.r Goudmard Le scriva, o metta da una parte la sua lettera, oppure se risponderà le facia una lavata di testa /259/ senza timore. Sono mortificato di sapere che questo Signore ha fatto alcune bassezze. Io gli ho procurato V. S. per padrino in grazia di M.r Levenq persona che si merita tutto, ma vengo a sapere che M.r Levenq ha dei dispiaceri dal medesimo. Ella non deve disprezzare, ne dimenticare il figliozzo Antonio, anzi si meriterà di più la sua attenzione dal momento che il suo Padre è un poco mancante. Nel caso di scriverle non abbia paura a dire che io ne sono malcontento di lui, perché potrebbe fargli del bene. Ieri è venuto e non l’ho ricevuto. I miei saluti a Mad.ma d’Abbadie di bel nuovo, alla quale penso molto soventi [f. 91v] ed alla sollecitudine che ha per me. È probabile che ci vediamo ancora se Monsignor Bell mi aspetta. Sono di nuovo

Fr: G. Massaja V.o