Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Nicola Bacchini da S. Giovanni in Marignano OFMCap.
ministro generale – Roma

[F. 1r]Padre R.mo

Parigi 26. Luglio 1865.

Ho ricevuto la Sua veneratissima del 20. corrente, la quale mi ha recato un gran piacere.

/268/ Le cose relativamente al P. Domenico sono state così benedette da Dio, che la P. V. R.ma ha motivo di essere contenta, come contenti ne sono tutti questi buoni religiosi. Nelle circostanze attuali in cui trovasi questa Provincia, il P. Domenico era la persona unica, la quale potesse essere eletta Provinciale con una morale certezza di poter estinguere certe divisioni che incominciavano a trasparire in questa ancor nascente provincia; questo Padre è di uno spirito di calma tale, fatto proprio per il momento. Essendo stato eletto il M. R. P. Brunone in Definitore, le cose non [non] mancheranno di comporsi mirabilmente.

[F. 1v] Circa la persona del P. Domenico, come Vice Prefetto della Missione, V. P. R.ma deve persuadersi, essere stata la sua elezione un vero sbaglio, non perché sia incapace, perché posso assicurarLa, che non si troverebbe il migliore, ma unicamente per ragione della sua età di presto 52. anni, cioè quattro anni meno di me; in una missione, per cui è uopo contare cinque anni per potervi arrivare, ed essere in caso di poter fare qualche cosa; appena dopo il mio arrivo, conobbe subito la gravità della cosa, e me ne parlò subito, ma io l’amava troppo per acconsentirvi, e d’altronde un certo timore di disanimare il publico, relativamente alla missione, non ho permesso di publicare la cosa; egli amava tanto me e la missione, che, se io l’avessi esortato a venire, sarebbe certamente venuto. Presentemente, essendo lui Provinciale si penserà ad un’elezione come si deve.

Veniamo ora a me: non è falso che io abbia domandato le mie dimissioni, falsissimo poi che io non voglia ritornarvi, [f. 2r] avendo anzi un voto che mi lega a quella missione; io sono disposto a ritornarvi, ma non più nella qualità di Superiore; la ragione non è altra che la mia debolezza, ed il mio carattere troppo forte col sistema attuale dei Superiori; come non posso far violenza alle mie persuasioni sopra certi punti di disciplina, amo di non aver più che fare coi Superiori maggiori.

Del resto io sono impaziente di partire per la missione; presentemente sto lavorando giorno e notte sempre per la medesima; le strade sono chiuse, ed è impossibile potervi penetrare, se qualche governo non ci da la mano, ed è appunto quello che sto facendo qui energicamente; non solo la nostra, ma la missione Lazzarista dell’Abissinia trovasi nella medesima circostanza, e speriamo un prossimo trionfo. Del resto V. P. R.ma sia tranquilla, che anche rinunziando, non [f. 2v] abbandonerò il nuovo V.o Ap.o, ma farò di tutto per metterlo a suo luogo; ah P. R.mo, Ella non conosce le mie afflizioni, appunto per vedere che tutti i miei sforzi non sono secondati, ma contrariati.

Qui i giornali fanno uno scandalo rapporto a cappuccini arrestati in Roma, non so come possa essere andato questo; forze alcune teste calde come la mia sono andati troppo avanti, cosa molto disgustosa in questi tempi, nei quali tutto il mondo sta all’erta per coglierci ed argomentare in suo favore. Non sarebbe male, se V. P. R.ma facesse fare una giustificazione da publicarsi nei giornali cattolici. Ci sono diavoli che si chiamano asmodei, di quelli che si dicono mam- /269/ mona protettori dei ladri, non mancano anche di quelli che portano avanti il nome di giustizia per suscitare questioni e scandali, ma sono sempre diavoli colle corna, i quali lavorano per dividere e distruggere; Padre R.mo non solo non rifiuto di ritornare alla missione ma sono stanco dell’Europa, fossi mai venuto!

Preghi per me che baciandoLe la mano godo professarmi

D. P. V. R.ma

Divot.mo figlio in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o Capp.no

[F. 3r] P. S. Postoche V. P. R.ma mi ha toccato il punto delle mie dimissioni, per Sua tranquillità Le aggiungerò ancora due parole.

Mi rincresce di non poterLe dire la storia come è, perché ho una specie di voto, con cui mi sono obligato a mai tacere le verità ai Superiori in cose che mi toccano, ma nel tempo stesso di manifestar a nessuno le mie querele coi medesimi, affinché la verità detta non leda menomamente il rispetto dovuto, e non abbia aspetto di rivolta; ciò che ho fatto, qui lo sa neanche il mio confessore; se Propaganda lo promulga, imputet sibi, essa non deve dar conto a me del suo operato.

Le dirò dunque candidamente, che per sostenere alcuni punti che io credo di prima importanza alla missione, confesso che sono arrivato a fare il passo delle mie dimissioni allo stesso S. Padre; più conosco che ho detto delle cose troppo avvanzate nell’ordine gerarchico comune, abusando un poco della mia vecchiaja; se mi ascoltano tanto peggio per loro, perché io ho niente da perdere, e la stessa prigionia per me sarebbe una giubilazione vera, nella quale avrei sempre da guadagnare; io però sono fermo [f. 3v] nella mia vocazione di missionario, ed i Superiori lo sanno, come io sia disposto a lavorare sino alla morte; tanto basti per giustificarmi avanti [a] Dio. Il mio scopo era per diffendere il decoro mio, il bene della missione, e l’onore dell’Ordine; dopo tutto questo intendeva di spingere la nomina di un Successore come si deve, capace di continuare l’operazione; già venendo era risoluto di far questo; chi mi ha praticato conosce pure tutte le mie intenzioni di partire col nuovo V.o Ap.o latto in secreto, e di portarmi io stesso a metterlo in possesso, perché io solo posso sormontare le difficoltà che vi sono, atteso il coadjutore: Fatto questo, io ho intenzione di ritirarmi, non in Europa, ma colà nella mia grotta, ed assistere coi miei consiglii quando sarò cercato; queste sono le mie intenzioni, se poi i Superiori in castigo delle mie impertinenze mi proibiranno di ritornarvi, io metterò l’abito cappuccino, e passerò il resto della mia vita nel più dimenticato convento dell’Ordine, dove Ella mi manderà, disposto anche a far la questua, ma non più in qualità di Vescovo; ecco P. R.mo come sono le cose; frattanto lavoro giorno e notte per preparare gli elementi necessarii alla missione.

Fr: G. Massaja V.o Capp.no