Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Nicola Bacchini da S. Giovanni in Marignano OFMCap.
ministro generale – Roma

[F. 1r]P. R.mo

Parigi 29. Luglio 1865.

Voglio cogliere la circostanza della partenza del P. Polonese per aggiungerLe ancora due linee alla lettera spenditaLe pochi giorni sono, onde assicurarmi di tranquillizzare la P. V. R.ma sul punto della mia partenza, per il quale Ella mi ha lasciato trasparire qualche pena.

Lasciando da una parte alcune questioni, le quali sono personali, e non posso manifestarLe, senza mancare del debito rispetto ai miei Superiori come missionario, La prego di essere tranquilla a mio riguardo, e persuadersi, che io sono sempre il medesimo, impaziente di partire.

Del resto V. P. R.ma non conosce abbastanza le circostanze di quella missione per formarsi un’idea giusta dei motivi gravi che mi possono trattenere in Europa, a fronte di tutte le mie buone disposizioni.

[F. 1v] Prima di tutto deve sapere che quella missione, e non solo la nostra, ma la missione abissinese medesima dei lazzaristi, si trovano attualmente in una situazione o di perdersi affatto, o di risorgere, per le difficoltà di ogni genere suscitatesi contro le medesime; V. P. R.ma deve sapere, che io sono presentemente la persona come unica rimasta, informata di tutte queste cose, e in caso di poter trattare qui in Europa la causa delle medesime.

Ora, essendo troppo giusto che Ella, come Superiore generale dell’Ordine, a cui appartengo, e voglio appartenere sino alla morte, sia informata di quello che sto facendo, Le dirò che nel corso di quest’anno mi sono occupato molto presso questo governo di Francia per vedere se mi riesce coll’influenza del medesimo, di rilevare un tantino quelle missioni dalla trista posizione in cui sono; questo governo ha avuto molta bontà per me, ha ricevuto con molta soddisfazione molte mie relazioni fatte; sappia che ho scritto più di quindeci quinterni, sulla posizione delle cose di quei paesi sotto ogni aspetto; alcuni lavori sono stati rimessi a questo [f. 2r] a questo ministero che gli accolse con molto piacere; alcuni altri sono destinati a restare nelle mani dei Superiori nostri, affinché abbiano una guida per trattare gli interessi di quelle missioni, anche dopo la mia partenza, o morte, o rinunzia.

Come poi la missione nostra in particolare fra i selvaggi, e con un clero indigeno, il quale non può pascolarsi intellettualmente coi materiali di letteratura europea, ha un gran bisogno di materiali in lingua Galla; più i missionarii stessi che saranno mandati hanno estremo bisogno di essere ajutati con alcuni elementi grammaticali per imparare quelle lingue, Le dirò che mi sono occupato in questo anno /271/ in questi lavori. Ho scritto una grammatica in due lingue, abissinese e Galla, la quale trovasi ora sotto i torchj, e per la quale lo stesso ministero mi ha dato il necessario per la stampa; è questo un lavoro che arriverà a 400. pagine in ottavo grande, il quale sarà finito in Settembre.

Più un’altro libro in lingua Galla egualmente grosso, parte catechismo, e parte compendio teologico fatto per quei paesi; questi pure è finito, ma trovasi [f. 2v] attualmente sotto i torchj dell’esame della Chiesa, e come io dopo tanti anni d’isolamento dai materiali teologici, non sono più tanto forte scrittore, come lo sono mai stato, e per parlar più chiaro, perché sono un poco asino vestito di toga, questo lavoro ha incontrato qualche difficoltà per passare il pettine in Roma; debbo confessarLe che questa è una delle ragioni che porta in lungo gli affari; la S. C. vorrebbe obligarmi a riformarlo, cosa che mi porterebbe un ritardo di altro anno, ed è appunto questa la questione che ho coi Superiori.

Da ciò Ella potrà capire che non ho perduto il tempo, e che non sto in Europa per divertirmi; se domanderà informazioni, credo che in ciò nessuno potrà dirLe diversamente. Del resto poi farò tutto il possibile, e sollicitera per quanto potrò la partenza, se pure i Superiori crederanno a proposito che io parta; spero perciò che Ella mi compatirà, e non lascierà di pregare e far pregare per me che Le bacio la mano, e di nuovo godo professarmi tutto Suo figlio in S. Francesco

Fr: G. Massaja V.o Capp.no