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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma
[f. 780r]Eminenza R.ma
Parigi 5. Settembre 1865.
Già per la seconda volta mi arriva la Sua del 28. Agolto [!] nel momento in cui stava per chiudere il piego. Io acetto il consiglio dell’Em: V. R.ma, e rifletterò con tutta calma ad ogni Sua lettera ai piedi del crocifisso. Ella intanto abbia la bontà di leggere la qui compiegata, scritta con tutta calma sulle cose da farsi, e rifletta, che anche nel caso che non mi sia accordata la dimissione domandata al S. Padre, come questo non aggiungerebbe forza materiale alla mia machina molto logora, non potrei dispensarmi dal domandarLe una persona capace di succedermi, cosa già da me decisa prima della mia venuta in Europa; anzi non Le nascondo che questo riflesso mi fece orgoglioso a fare il passo della rinunzia, onde dare una spinta, altrimenti esporremo la missione nel suo principio ad una laguna di rovina totale; Ella rifletta e non lascii di fare il passo da me suggerito, ed io anche non mancherò di riflettervi per domandare la pace a Dio ed all’Em: [f. 780v] V. R.ma, che certamente dovrà essere molto irritata.
Le mando uno dei fogli venutomi questa mattina dalla stamperia per la correzione, affinché abbia un’idea delle occupazioni mie attuali, questa grammatica per le due lingue amarica e Galla, di volume passerà le quattrocento pagine, ed e stampata a spese del ministero degli esteri. Badi che ha molti errori, massime le ultime pagine, le quali non sono ancora state corrette.
/278/ Le notifico che ho fatto la dedica al Signor D’Abbadie, come persona che ha dato il movimento alla missione stata stabilita dietro le sue relazioni, ed in riconoscenza dell’edificazione che ha dato da quelle parti, essendo l’unico Europeo che ha conservato colà un carattere Cristiano-Cattolico.
Tanto Le dico per ora, riservandomi di scriverLe più a lungo e più direttamente in risposta alla lettera ricevuta quest’oggi.
Le bacio la S. porpora e di nuovo mi raffermo
Suo figlio
† Fr: G. Massaja V.o I.