Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 798rEm: V. R.ma

* Parigi 8. Ottobre 1865.

Ho ricevuto la Sua veneratissima del 19. passato Settembre, e debbo dirLe che l’ho ricevuta aperta per uno sbaglio avvenuto nell’indirizzo, e l’ho ricevuta solamente pochi giorni sono. A scanzo di altro inconveniente simile credo bene avvertirLa essere necessario /283/ l’indirizzo ai Cappuccini Rue de la Santé Nº 13, altrimenti Parigi è molto grande, e la persona mia molto piccola per essere visibile in questa Babilonia.

Io poi spingeva la scelta di un soggetto, il quale nelle viste future fosse in caso di prendere l’amministrazione della missione; non ho parlato di farlo Vescovo, perché, anche nel caso non dovrebbe essere fatto qui per non complicare di più il suo passaggio. Che io poi abbia detto nella lettera delle dimissioni mie di significarmi a chi debbo rimettere l’amministrazione, ciò era naturale, e l’individuo scelto avrebbe potuto ricevere l’amministrazione con tutte quelle istruzioni che Ella avrebbe creduto bene di dare per salvare i diritti di Monsignore Cocino.

In quanto a quest’ultimo io ho mai inteso di dichiararlo incapace, ne tanto meno di soppiantarlo nel suo diritto di successione. Tutto all’opposto posso assicurarLa che il medesimo ha tutta la confidenza in me. Memore di alcune lettere che l’Em: V. R.ma non deve ignorare di avermi scritto a questo [f. 798v] riguardo, io mi era adoperato in modo tutto paterno per aggiustare le cose colla massima armonia. Venendo in Roma aveva l’intenzione di trattenermi a lungo sopra questo affare di prima importanza, ma non avendo trovato il momento abbastanza tranquillo, ho creduto sufficiente informarne il R.mo Fabiano, al quale ho nascosto nulla di tutto ciò che in conscienza doveva dire. Come voglio credere che Ella certamente avrà sentito il medesimo, come persona che si occupa dei detagli delle missioni nostre, e che tutto sarà stato calcolato, io sono molto contento di sentire dalla Sua lettera ultima, l’intiera fiducia in Monsignor Cocino. Non solo io non voglio pregiudicare la successione del suddetto Prelato da me fatto, ma la voglio anzi solennemente assicurare rinnovando l’instanza delle mie dimissioni, e prego V. Em: R.ma di dar corso alla domanda fatta.

La ringrazio poi molto distintamente che siasi degnata di accettare il ragazzo Stefano Sapera come alumno di cotesto Collegio Urbano. È troppo tardi per poter fare in modo che arrivi il 20. del corrente Ottobre. Questo ragazzo non può venir solo, ma ha bisogno di un compagno, e questi non si trova tanto facilmente. Se Monsignor Bell venendo a Roma vorrà incaricarsi di portarlo penso di mandarlo col medesimo; in caso diverso sono obligato ad aspettare la prima partenza che vi sarà di qualche religioso dei nostri per farlo accompagnare. Dovendo aspettare qualche giorno, vedrò, se la salute del più grande per nome Raffaele, presenterà niente in contrario, [f. 799r] Sono tentato di aggiungere ancora questo, sperando che Ella non lo rifiuterà; ma nel caso, questi avrà bisogno di essere accompagnato da una notizia della sua storia passata, affinché i direttori possano diriggerlo, e trarne quel profitto che la sua età già avvanzata potrà promettere.

Mi sono già abboccato due volte col nuovo Vicario Apostolico dell’Abissinia; è tanta la buona impressione che lasciò nel fondo del mio cuore detto abboccamento, che mi parve di vedere in lui Monsignor Dejacobis; le sue buone disposizioni sono molto al di là di /284/ quanto io stesso avrei potuto immaginarmi. Iddio per parte Sua ha fatto tutto per la salute di quella sventurata missione in quanto alla scielta del capo. Resta ancora a desiderare che faccia il restante per mettere quel paese in una posizione meno critica per le due missioni; se non si otterrà questo il povero nuovo apostolo sarà una persona sacrificata, come lo saremo tutti, e quelle due missioni poco per volta anderanno a perdersi. Io mi sono già affaticato molto con questo benedetto governo; mi hanno promesso molte cose, ma di reale ne spero poco, se il grano di questo nuovo Prelato, il quale in certo modo può dirsi una sua creatura, non peserà qualche cosa più del mio.

Riguardo alla grammatica deve sapere che è un lavoro fatto unicamente per nascondere in faccia al governo la questione del catechismo già in via di stampa in faccia al ministero che mi accordò la spesa. Per coprire [f. 799v] la mia figura soprafatta dall’onta, e per non dover dir tutto ciò che passava tra me e l’Em: V. R.ma, mi son posto a scrivere credendo di fare una cosa molto breve; Iddio l’ha benedetta più di quello che io sperava, e se mi darà forza di perfezionarla, come spero, certamente sarà di una certa utilità per le due missioni. Se avessi tempo a ripassarla, potrei portarla ad un grado di maggior perfezione, ma lo farà poi un’altro. In quanto al governo è più soddisfatto di questo lavoro, che non sarebbe stato del catechismo, ma il bisogno della missione non direbbe così. In quanto a me sarò tranquillo di non aver risparmiato fatica, per tutto il resto Iddio e V. Em: ci penseranno.

Prima di mettere fine a questa mia lunga lettera bramo dirLe una cosa, ed è, che, qualunque possa essere il mio modo di esprimermi, m’intendo sempre salva l’ubbidienza alla Chiesa ed al S. Padre, ed un comando mi farà star quieto; Ella dunque quando sarà stanca delle mie querele con un’ordine senza replica mi farà anche andare ai piedi di Teodoro con una morale certezza di trovarvi la prigione, ed anche la morte; ma fino a tanto che sarà il caso di dire la ragione, non si stupisca se farò ancora nel caso un ricorso diretto al S. Padre; perché io sono convinto che non potrò più fare la fortuna di quella missione nelle circostanze in cui mi trovo, attraversato in tutte le mie operazioni; e per altra parte la missione medesima è divenuta per me un’oggetto di molte inquietudini. Ben inteso Ella si ricorderà che ho protestato già prima di non rifiutare la semplice qualità di missionario fino alla morte, colla sola condizione di potermi riposare nella missione stessa in quel luogo che io crederò, prestando il poco servizio che potrò.

Scusi Eminenza della noja che non manco recarLe; Le bacio la S. porpora, mentre Le sono tutto Suo figlio

Fr: G. Massaja V.o

P. S. Monsignor Bell sarà consacrato il 18. corrente, fui invitato jeri per assistervi.