Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

F. 1rM. R. P. Provinciale Amat.mo

* Parigi 14. Ottobre 1865.

Le ho scritto sono circa otto giorni attendo ancora la risposta, se non altro per sapere delle Sue nuove. Possibile che quindeci giorni bastino alla sposa per dimenticare la casa paterna! non lo voglio credere, piuttosto penso che il bisogno di grattarsi la testa impedisca di grattare la carta.

Le notifico che questa mattina è partito il M. R. Esprovinciale Carlo Filippo; questo buon Padre non ha potuto fare la pace col clima di Parigi; più volte è stato assalito dalla solita sua asma, ed ultimamente, neanche i rimedj soliti non giovando più per allegerirlo ho dovuto acconsentire alla sua partenza.

È incredibile il servizio che mi ha prestato questo uomo, e se avesse potuto [f. 1v] restare ancora qualche mese avrei potuto finire tutti i miei lavori. Comunque sono contento, perché non fosse altro il buon’esempio lasciatomi ed il capitale dei buoni consigli mi fanno più che contento di averlo posseduto.

Colla sua partenza io sono rimasto solo e tutto solitario; V. P. M. R. mi aveva dato in ajuto questo P. Vicario, ma questi è talmente occupato, che appena possiamo vederci di passaggio ogni due o tre giorni.

L’altro jeri sono andato a Versaille[s] per confessare i miei giovani, ed il buon P. Guardiano avendomi arrestato una giornata per assistere alla professione del P. Ubaldo ho conosciuto colà un terziario nuovamente vestito per nome fr. Michele, persona molto capace, il quale, oltre un poco di latino, conosce l’inglese ed il tedesco; scrive come un’angelo, ed è una [f. 2r] persona già fatta negli affari; se Ella credesse bene di destinarmelo per compagno duranti i pochi mesi che resterò qui in Francia non lo rifiuterei, ma nel caso bisognerebbe che Ella ne avvertisse il P. Guardiano di lasciarlo un poco più libero per il mio servizio. Questi mi potrebbe anche far qualche lettera in Francese e disimpegnarmi qualche commissione alla stamperia, non che accompagnarmi nei miei giri. Nel domandar questo non m’intendo però di far violenza ai di Lei affari; Ella mi conosce.

Ella mi diceva che dopo la visita pensava di andare a Roma; se tal cosa fosse, io aspetterei allora per mandare i ragazzi; in caso diverso pregherei Monsignor Bell’ di portargli. Il Cardinale mi diede qualche tocco per determinarmi ad andarvi, ma coi lavori che tengo qui preveggo che non mi sarà possibile.

[F. 2v] Ho anche dato qualche tocco al R.mo P. Procuratore Fabiano relativamente alla missione di Aden, niente di più che per scoprire campagna. Gli ho detto di dirmi ingenuamente il suo sentimento, per sapermi regolare nel proporlo a questa provincia. Se Ella /286/ è davvero intenzionata di acettarla, non sarei impiciato a parlare anche più forte e fare in modo che dicano di sì; Ella vi rifletta per tempo, ed a suo tempo ne parlerà coi Definitori, e ne parleremo se pur verrò anche io, come eravamo d’accordo. Per carità non dimentichi poi tutto il resto.

Gradisca i miei soliti sentimenti della più sincera affezione e rispetto, coi quali godo raffermarmi.

D. P. V. M. R.

Divot.mo Servo

Fr: G. Massaja V.o