Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadie (Hendaye)

F. 92rM.r D’Abbadie

[Parigi, 24-27 ottobre 1865]

Quanto sono in pena ogni qual volta penso alla S. V., di cui sono senza notizie affatto da qualche mese; è questo il motivo unico che Le scrivo.

Domenica p.p. ha avuto luogo una gran funzione nella Chiesa dei SS. Lazzaristi, e fu la Consacrazione di Monsignor Bell in Vescovo di Agatopoli e V.o Ap.o della nostra cara Abissinia. A quella funzione, fra le più gravi ed imponenti del culto Cattolico, si trovavano sette Vescovi, ed io indegnissimo era uno dei tre funzionanti, ed ho avuto la consolazione di imporre le mani al successore del nostro Padre Dejacobis di S. memoria; ho la consolazione [f. 92v] di poterLa assicurare, che il neo consecrato dimostra la più belle speranze; pare dedicato alla coltura dell’Abissinia con una pienezza di animo tale, che niente resta ad invidiare; per me l’assicuro, che mi pare di vedere in lui lo stesso defunto che tanto venero; persino la sua fisionomia si avvicina. Con lui ho parlato molto di Lei, e se Ella scrivesse una letterina di congratulazione le farebbe un gran piacere; è di un carattere molto aperto; vorrei che Ella si mettesse in relazione con lui, perché son certo che sarà soddisfatta. Se Ella verrà presto in Parigi forze ancora lo troverà, del resto partirà senza che lo possa conoscere, e forze partirò anche io con lui, se questo governo mi ajuterà da poter passare.

Notizie dell’Abissinia sono, che MM.r d’Bisson, e d’Mounié sono di ritorno con [f. 93r] un fiasco completo; il secondo dei due pare abbia mangiato i denari dei socj, ed arrivato in Alessandria non ebbe di che pagare il nolo del bastimento, trovasi ora inquisito dai socj stessi, e forze sarà obligato a passare qualche anno in prigione.

Alcuni Europei sono stati posti in libertà da Teodoro, ma resta sempre in prigione a Magdala il console inglese Cameron con alcuni /287/ inglesi. Il governo d’Inghilterra non sa più che fare per la liberazione dei medesimi. Alcuni giorni sono è venuta una lettera al ministero mandata da Betsabee già Viceré dello Choa, ora Re effettivo, perché rivoltatosi; ho presa questa notizia dalla lettera medesima che ho tradotto, epperciò a Lei solo ed in stretta confidenza. Così il terribile Teodoro ha già quasi la metà dell’Abissinia perduta.

Il mio opuscolo grammaticale trovasi già a 100. pagine di stampato, ma ve ne sono [f. 93v] ancora 400.; sarà di 500. pagine almeno. Quando lo vedrà, appena lo conoscerà per quello che ha veduto. Ho fatto conto della maggior parte delle correzioni fatte da V. S. carissima. Il direttore dei travagli, che Lei conosce, mi lasciò sperare che sarà finito sul fine di Novembre, ma io non ci credo. Il lavoro è diviso in dodeci lezioni. La sola lezione dei verbi è divisa in sei capi; ciaschedun capo in molti articoli; quindi molti articoli in paragrafi, ed alcuni paragrafi in questioni; questa sola lezione passa le 150. pagine. La lezione dei pronomi arriva a 70. pagine; a 80. quella dei nomi. Le altre poi sono di minore importanza; anzi alcune brevissime. La dedica ed il preambolo non sono stampati ancora, come Ella sa.

Avrei mille altre cose da dirLe, ma Ella mi conosce; sono sempre quello, balordo, stanco, ma sempre Suo amico per la pelle impaziente di vederLa, e di vedere Mad.ma d’Abbadie, fi là [sic] La saluto e Le sono tutto

Divot.mo Servo

Fr: G. Massaja V.o I.