Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 809rEminenza R.ma

Parigi, 3. Decembre 1865.

Debbo darLe conto della missione esercitata fin qui presso questo governo di Francia relativamente alla critica situazione delle due missioni abissinese e Galla.

Le dirò anticipatamente che le trattative a questo riguardo sono finite, e prese le risoluzioni in modo che io ho più niente da fare. Come Monsignor Bell’ viene a Roma Ella potrà sapere da lui stesso come le cose sono concepite e conchiuse, meglio che da me, perché le ultime risoluzioni sono state prese tra il Ministro ed il Generale dei Lazzaristi con Monsignor Bell’ in una conferenza particolare, della quale io non sono informato.

Per parte mia Le dirò solamente che questo affare mi costò un centinajo di viaggj al ministero, e circa un milliajo di franchi in vetture. Ne ho parlato all’imperatore ed all’imperatrice, e non vi è persona di qualche peso che non abbia visitato nel corso di quest’anno coll’unica intenzione di ottenere qualche cosa per il bene di quelle missioni; come non aveva altro in cuore, io non ho perduto un giorno in visite di monumenti parigini. La cosa era così bene, che tutti dal primo all’ultimo mi giurarono di prendere parte alla causa da me trattata. Si aspettava solo Monsignor Bell’ per conchiudere la cosa di comune accordo; io stesso aveva così proposto per l’armonia delle due missioni. Dopo la consacrazione di M.r Bell’ si fece un congresso al ministero, nel quale, oltre di me, Monsignore [f. 809v] suddetto, ed il P. Stella, si trovava ancora Monsieur Salvaire Procuratore Generale dei Lazzaristi.

Nel congresso è stato convenuto prima di tutto sulla necessità di una deputazione ben concepita, munita di buoni regali, e sopratutto portante una lettera dell’imperatore Napoleone medesimo, nella quale si dia a Teodoro qualche speranza sopra alcune cose già prima da lui domandate a questo governo, le sole che possano disarmare il suo cuore irritato contro tutti gli europei, come io stesso ho potuto riconoscere sul luogo.

Venendo poi al particolare delle persone alle quali si sarebbe dovuto appoggiare l’imperiale ambasciata, il Procuratore Generale dei Signori Lazzaristi suddetto, ha messo per base che la deputazione /292/ doveva indispensabilmente essere appoggiata a Monsignore Bell’. Ho cercato di fare qualche osservazione in contrario, sia generale contro qualunque membro delle due missioni, come persone in particolare esiliate, sia particolare alla persona di Monsignor Bell’ come nuovo e senza lingua; ma tutto fu inutile, anzi mi accorsi che le mie osservazioni erano prese un poco a traverso. Ho dovuto dunque convenire anche io, e dire che tale fosse la volontà di Dio.

Essendo dunque passata la cosa a Monsignor Bell’ ed ai Signori Lazzaristi, ho il bene di dichiarare all’Em. R.ma che io sono libero dal più occuparmi di questo. Anzi non credo bene ne poterlo, ne doverlo fare, per non correre pericolo di attraversare [f. 810r] le operazioni altrui senza saperlo; ciò, ben inteso, senza pregiudizio alcuno di quelle operazioni alle quali sarò direttamente domandato da loro. Una sol cosa mi rincresce ed è, che l’operazione avendo per sé poca probabilità di riuscita, i bisogni della missione Galla molto più gravi della missione abissinese saranno pendenti per un tempo Dio sa quanto lungo; io poi fuori della Missione e risponsabile ancora dopo tante mie domande, non so a qual partito prendermi.

Del resto presentemente il Vice Prefetto è stato eletto dal Deffinitorio Provinciale nella persona del M. R. P. Taurino Definitore attuale e Guardiano di Marsilia. Benché io non sia in caso di dare delle informazioni dirette sopra questo individuo che non conosco personalmente, se non di passaggio; pure, da quanto mi si dice, sembra una persona capace: di talento e di moralità avvi nessun dubbio affatto sul suo conto, le informazioni che prendo sono sempre compite a questo riguardo; alcuni mi suppongono solo un naturale un poco sombre e nascosto, non tanto fatto per accaparrarsi i cuori, cosa molto notabile per quella missione tutta eccezzionale, dove tutto è sacrifizio ed immolazione di se l’operazione da farsi, ed il povero Superiore non ha altra risorsa che la fede ed il zelo dei suoi missionarii unito al prestigio delle sue belle maniere per vincere, e andar avanti. Ciò non ostante, come fra quelli che hanno esternato una vocazione per le missioni non si trova il migliore, V. Em: sarà come obligata ad approvarlo. Egli deve venire a Roma a giorni in compagnia del P. Provinciale per presentarsi all’Em: V. R.ma, Ella stessa potrà esaminarlo come crederà bene, e poi farà in Domino ciò che crederà. Le ho detto tutto, perché trattasi di un’affare troppo grave, ed è troppo giusto che Ella lo sappia, del resto per parte mia ho niente in contrario. Una sol cosa Le raccomando ed è, che, occorrendo che Ella lo approvi, come credo, [f. 810v] guardi di scuoterlo e levargli ogni prorito di altre occupazioni in provincia; lo metta sotto di me, ed io farò di tutto per prepararlo; se l’avessi trovato da principio, a quest’ora sarebbe già fatto, saprebbe le lingue, e sarebbe al corrente di tutti gli affari; io stesso avrei potuto finire tutti i materiali d’istruzione di cui ha bisogno la missione col suo ajuto, mentre all’opposto ho dovuto trenare fin qui senza il menomo ajuto, tutto solo.

Altro affare: io Le aveva scritto rapporto ad uno dei giovani Galla che tengo qui, ed Ella ebbe la bontà di rispondermi coll’acet- /293/ tazione del medesimo. Aveva fatto questo, perché vedeva nessun incamminamento per parte di questi religiosi, ed il giovane incominciava sentire il bisogno d’istruzione. La risposta affermativa di V. Em. ha scosso questi religiosi. Come in Marsilia hanno un convento immenso, con un’alloggio separato che si presta molto; il Definitorio Provinciale si dichiara disposto a cedere provisoriamente questo locale per un collegio di giovani Galla; quale è disposto d’incominciare subito. Avendone fatto parola col governo ho veduto che ha amato molto un tal piano, e si è dimostrato disposto a prestarsi per il trasporto dei giovani gratis dalla costa d’Africa sino a Marsilia, e forse a far altri benefizii. Vedendo così, io mi recherò subito colà ad incominciare l’operazione provisoriamente, potendo di là assistere la correzione delle stampe che tengo in via; appena queste saranno incominciate io partirò per il mar rosso a cercar giovani, per la compra dei quali tengo già una somma preparata. Così si farà il collegio che servirà per i giovani Galla e per i nuovi missionarii. Il P. Provinciale venendo a Roma parlerà a V. Em: di questo; nell’approvare quest’operazione io domando due cose, cioè regolamenti stabili fatti da chi conosce, e se crede, anche da approvarsi in Roma; in secondo luogo, che il direttore sia stabile e non rimovibile a volontà dei Superiori. Dico questo, perché la Provincia cangiando Superiori si cangiano le opinioni, ed il mio stabilimento finirebbe per una ragazzata con danno dei giovani. Se ciò riesce, sarà meglio che mandare i giovani a Roma, dove al più uno o due possono aver luogo, e la missione ne ha bisogno di molti; i due che abbiamo sono buoni e serviranno per incamminare gli altri. Le bacio la porpora e sono sempre

figlio in G. C.

Fr: G. Massaja V.o I.