Massaja
Lettere

Vol. 3

/293/

416

Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

[F. 1r]M. R. P. Provinciale

Parigi 3. Decembre 1865.

Monsignore Bell’ parte domani per Roma, ma non per la via del mare, bensì per la via di terra, a cagione della quarantena. Egli arriverà nella notte a Lione; di là a Ciamberì, e quindi a Torino.

Se Monsieur Faugère mi lascierà in libertà Venerdì io partirò per Lione, e di là per Marsilia coi due ragazzi, e col Padre Francesco Xaverio. Se Ella mi aspetta ci vedremo, e discorreremo.

Col mezzo di Monsignor Bell ho scritto al Cardinale, ed al R.mo Padre Fabiano. A tutti due ho annunziato il di Lei arrivo in Roma quanto prima per l’affare del Vice Prefetto.

[F. 1v] Caro P. Provinciale, non faciamo ragazzate, posto che faciamo un cosa faciamola bene. Ella mi raduni in Marsilia tutti quei /294/ missionarii che crederà; nel poco tempo che io resterò là farò ai medesimi tutti i giorni un poco di scuola nella lingua abissinese e Galla; quindi tre volte per settimana una conferenza sulla vocazione alle missioni nella cappella dell’infermeria.

Farò dei regolamenti per il nuovo collegio, quali saranno tradotti e presentati al Definitorio Provinciale, il quale farà le sue osservazioni che crederà. Questi regolamenti saranno segnati da me, come del V.o Ap.o dei Galla, e saranno segnati anche dal M. R. Definitorio; quindi presentati a Roma per la conferma.

L’affare dei giovani è un’affare molto delicato dal quale dipen- [f. 2r] derà in gran parte la missione, e l’onore della V. Provincia medesima. In questo affare sta di mezzo la conscienza, perché spendere denari dei benefattori, far venire giovani, e poi trascurare l’educazione è un peccato imperdonabile; primo verso i benefattori; secondo verso i g[i]ovani medesimi; terzo verso la missione; quarto verso la provincia stessa. Io non potrei in conscienza prendere sulle mie spalle di far venir giovani, se non veggo ciò tutto ben assicurato. Pur troppo noi sappiamo le abitudini del nostro Ordine, nel quale i calcoli cangiano al cangiare dei Superiori; io non vorrei lasciare un’operazione così importante in uno stato versatile, in balia dell’opinione privata... Pensiamoci, e guardiamo di fare una cosa da uomini maturi come dobbiamo essere.

***

[F. 2v] Caro P. Provinciale, mi rincrescerebbe di andare a Marsilia ed arrivato colà non trovare tutte le disposizioni che io spero. Si ricordi di chiamare colà il terziario di Versaille[s]; anzi sarebbe bene che venisse con noi, e che gli mandasse subito l’ubbidienza; così dei padri missionarii, che Ella mi aveva promesso. Posto che io sono disposto a fare colà una fatica, vorrei essere corrisposto, altrimenti il mio cuore si disgusta. Tutto sta nel dare un movimento al cuore, e allora la cosa camminerà; io farò tutto per dare questa scossa, ma Ella mi ajuti.

Tali sono le mie idee; Ella potrebbe anche fermarsi qualche giorno in Marsilia, vedere le cose, e andando a Roma porterebbe la notizia delle cose incominciate. Preghi il Signore affinché benedica l’opera Sua, che io abbraciandoLa nel S. crocifisso Le sono sempre tutto suo fedele compagno e fratello

† Fr: G. Cappuccino