Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)

F. 99rM.r D’Abbadie Amat.mo

[Marsiglia, 26 dicembre 1865]

Sono mezzo infermo, perché ho dovuto pagare il tributo al cangiamento del clima; appena arrivato in Marsilia dopo due giorni mi sono messo in letto, ed appena ho potuto avere il consenso del medico per fare le ordinazioni Sabbato scorso, ed il Pontificale solenne jeri in questa cattedrale vedova del proprio pastore. Il medico mi proibì affatto di occuparmi, ma pure non voglio lasciare di scriverLe in questa circostanza di consolazione cristiana. Prima di tutto Ella riceva le mie felicitazioni per un buon fine e principio d’anno, ed abbia la bontà di estenderle a Madama d’Abbadie che io incomincio coram Deo a chiamare col tenero nome di Madre della [della] cara nazione élmórma o Galla che la vogliamo chiamare. F. 99v Do molto con pena il mio consenso per la costruzione di un piviale, perché, secondo me, la pianeta doveva essere sufficiente; cum crescunt dona rationes etiam crescunt donorum, ed io mi confesso per troppo debole a tanta riconoscenza già incontrata colla S. V. e con Madama d’Abbadie; quello che hanno fatto fin qui è già molto, e quello che Ella in particolare si è dimostrata disposta di fare in favore della missione è ancor più, senza aggiungere ancora altre pene e disturbi materiali; la loro semplice benevolenza e favore unita alle loro preghiere è già per me una gran cosa. Ciononostante non ho il coraggio di rifiutare la generosità di Madama d’Abbadie, perché nel caso, son certo che Essa si attende non da me, ma da Dio la retribuzione. Le dirò perciò che il piviale (chap) deve essere dello stesso colore e ordine della pianeta (chasuble), perché così domanda l’ordine di uso, quando si tratta di servizio completo; Ella perciò sia compiacente di esternare tutti questi miei sentimenti a Madama.

F. 100r In quanto al dottore Lagarde, non facio che raccomandare il lavoro delle memorie, e sono arrivato persino a dirle, che in caso di difficoltà per tracoppiare, potrebbe mandarle l’originale; M.r Lagard è una persona troppo di carattere per mancare alla parola; /302/ solamente bisogna compatire un giovane recentemente maritato, il quale, come Ella sa, si trova in circostanze tutte eccezzionali. M.r Lagard me n’ha fatto una ancor più spiacente, quella cioè di rifiutare l’ambasciata a Teodoro propostale dal governo; egli avrebbe voluto che io fossi andato come capo dell’ambasciata, ma questo non conviene in modo nessuno, perché fin qui io sono venerato in Abissinia come persona molto lontana da ogni ingerenza diplomatica; d’altronde una tal carica mi comprometterebbe con Tedla Gaulu il personaggio è solitamente indicato col nome di Tedla Gualu Tedla Gaulu tutto mio amico, ed amico della missione.

Relativamente alla brossure della propaganda mussulmana M.r Faugère ultimamente mi esortava a ristamparla con qualche altra nota ed aggiunta, cosa che farei volentieri, se avessi un poco più di tempo e di forze; ma sgraziatamente mi trovo vicino alla partenza, e con mille impiccj, come Ella sa. Non ho ancora potuto avere le relazioni del viaggiatore da Lei citatomi. [F. 100v] Le sarei riconoscente se me le potesse procurare.

Io poi sono molto in pena per la Sua ostinata neuralgia, ma spero in Dio che non sarà una cosa grave. Ella mi ha promesso di venire in Marsilia, oh quanto mi consolerebbe il solo vederla, e passare qualche momento con Lei! Ella vedrebbe qui l’opera che sto per incominciare, per la quale qualche suo consiglio sarà sempre una gran cosa. Se Iddio benedice questa opera due Galla saranno battezzati, ella ne sarà il Padrino e tutore. Le mie viste sono di allevare molti giovani e gettare questi elementi in quegli alti piani dell’Etiopia, sicuro che faranno del bene: i due che ho qui riescono mirabilmente, e ciò è già un bel argomento in favore; la loro riuscita fu quella che determinò molte persone a dimostrarsi favorevoli per questo.

Pongo fine a questa mia con ricordarLe la promessa di venire; Ella troverà probabilmente l’amico Levenq già passato agli eterni riposi; si trova ora con due attacchi d’appoplessia, lottante tra la vita e la morte, e senza parola. Gradisca i sentimenti della più grata memoria, coi quali ho l’onore di dirmi.

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo Servo

Fr: G. Massaja V.o