Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Roma

[F. 1r]M. R. P. Provinciale Amat.mo

Marsilia 17. Gennajo 1866.

Ultimamente Le ho scritto una lettera che ha dovuto un poco affliggerla; ma pure era una lettera di tutta necessità, stando la mia convinzione tale quale è.

Lasciando da una parte certe altre cose, le quali mi hanno disgustato in questi ultimi giorni, e parlando solo del collegio debbo dirLe tutto chiaro il mio sentimento.

Potrei sbagliarmi nel modo con cui io ho concepito le Sue idee relativamente al collegio, ma nel caso la colpa non è mia, ma Sua, perché Ella in simile affare non doveva concepire nessun piano senza di me, perché io solo posso conoscere; e come è naturale io mi pare che debbo entrarvi più di tutti direttamente. Ultimamente appena ho potuto fare due conferenze [f. 1v] con Lei; niente è stato fatto di quello che si è deciso da noi; io aveva mille altre cose da proporre ed Ella se ne partì all’improvviso, ed appena ho avuto il tempo per confessarmi.

D’appresso l’idea che io mi sono fatto circa il Suo piano relativo al collegio, Ella pensa di fare uno stabilimento tutto economico ed alla buona, incarnato col Convento e colla Provincia, ma, caro mio, questa Sua idea è perfettamente insussistente, ed Ella in ciò avrà contrarii tutti i religiosi, e lo stesso P. Generale deve pensarla così.

Prima di tutto è impossibile che il Convento possa star in pace col collegio; Ella deve conoscere meglio di me i religiosi come sono. /335/ Ella non può calcolare ne il parere dell’amministrazione futura del Convento, ne quello della Definizione. Ella dopo il Suo triennio non avrà neanche il diritto di dire perché avete fatto questo? alla futura amministrazione, come ha nessun diritto il M. R. P. Lorenzo di dirlo a Lei attualmente.

[F. 2r] Volete che io mi sottoscriva ad un’operazione così fragile? volete che io mi sottoscriva di portar dei giovani, di far delle spese sopra basi così incerte? Ma avvi ancora qualche cosa di più, Ella in questo modo lancierà la Provincia ed il Convento di Marsilia in un’affare molto delicato – quando il publico di Marsilia, ed in certo modo della Francia sarà lanciato in questa opinione e sentimento, potrà poi capire certe ragioni le quali concernono solo l’osservanza religiosa, e la tranquillità del Convento?

Rifletta, caro P. Provinciale a queste mie idee, ed a tante altre che tacio ora per brevità, e poi per carità si lascii guidare da me. Io come povero forestiere, ho nessun diritto di mischiarmi delle cose Sue, ne tanto meno di darLe consiglio, ma se valgo qualche cosa mi ascolti e mi lascii fare. Stia certo che io penso alla Provincia più di Lei, e non darò alla Sua provincia se non quelle attribuzioni che gli faranno onore, senza comprometterla.

[F. 2v] Io non voglio fare ne senza di Lei, ne senza della Provincia, perché amo troppo l’Ordine, che Ella rappresenta in Francia; voglio fare una cosa separata per legare l’amministrazione della Provincia a disfarla e così compromettersi in avvenire; ma la farò in modo che tutto l’onore sarà alla medesima; gli stessi atti publici che serviranno di base allo stabilimento, saranno concepiti in modo che nessuno dei vicarii apostolici avvenire potrà far senza della medesima; affinché il Suo cuore riposi in questo particolare Le prometto di fare nessuno di simili atti senza consiglio di Lei e dei Suoi religiosi più rispettabili; posso parlar meglio? Se Ella non sarà contenta di questi miei sentimenti, allora facia come ho detto nell’altra mia lettera; l’unico rimedio sono le mie dimissioni.

Mi saluti il caro P. Vice Prefetto, e mi creda sempre tutto Suo

Aff.mo Confratello
Fr: G. Massaja V.o