Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Parigi

F. 107rMonsieur Antoine

Marsilia 19. Aprile 1866.

Sul momento di partire l’ultima lettera è a Lei, perché la persona a cui porto un’affezione ed una venerazione, tutta speciale, che non posso dimenticare, anche nel momento in cui il mio cuore e la mia mente sono divisi in mille sollecitudini, come ben potrà immaginarsi.

Mi ha fatto pena sentire che sia stata ammalata, ma il telegramma stesso mi tranquillizzò, perché Ella, volendo venir qui, la suppongo guarita; venir qui per vedermi? fare uno strapazzo simile? una spesa tale? e ciò per rispetto mio, e per amore della missione? È questo una prova del Suo [f. 107v] attaccamento, la quale entrò nelle midolle sino all’ultima falange delle dita, che porterò in cuore sino alla morte, e di là ancora al cospetto di Dio, unico capace di retribuirLa.

È inutile che Le riferisca qui la storia passata nella benedizione della prima pietra dello stabilimento Galla detto di S. Michele, seguita Domenica scorsa, perché M.r Michel, mio Vicario generale onorario, e tesoriere del Comitato, deve averLe scritto e mandato i stampati. Dopo pochi giorni il Vice Prefetto Le spedirà il discorso da lui pronunziato, e che si trova attualmente sotto i torchj. Avrà saputo come Ella è stata da me solennemente nominata membro del comitato, composto tutto di persone delle più considerabili di questa [f. 108r] città di Marsilia, tutti impazienti di conoscerLa un giorno personalmente.

Fra pochi giorni verrà a Parigi il M. R. P. Domenico nostro Provinciale attuale, e mio Procuratore generale ad vitam in Europa, fatto con scrittura in forma, epperciò mio rappresentante in tutto; con lui potrà conchiudere ogni e qualunque siasi cosa relativamente alla grammatica in via di stampa, ed al catechismo, che spedirò in appresso; egli è incaricato da me particolarmente, ed autorizzato a passare a Lei una procura notarile, qualora sia il caso, e non basti ciò che già Le scrissi, e che ora intendo di confermare sull’autorità data per le correzioni e segnatura dei fogli da stamparsi.

Io poi partirò oggi per Alessandria; [f. 108v] di là mi recherò a Massawah per ricevere giovani, che devono venire dal Gudrù, pel nostro collegio di Marsilia; quindi per preparare una posizione fra gli Azzabou Galla, ove collocare i nuovi missionarii che mi dovranno seguire in Settembre col P. Taurino Vice Prefetto.

Dovendo far tutto questo, non potrò essere di ritorno prima di un’anno; fin là Ella mi aspetti, e mi facia aspettare da Madama d’Abbadie, e mi abbiano sempre presente; se piace a Dio, ritornerò, se nò, nel caso di sentire la mia morte, si guardi bene dal piangermi, /361/ ma canti l’alleluja, perché sarà allora che avrò finito le mie campagne colla misericordia del nostro Buon Dio, e per tutte le obligazioni che ho verso di Lei, potrò intendermela con Lui solo capace di pagarle.

L’abbracio nel S. crocifisso unitamente a Mad.me d’Abbadie, gli benedico, e sono sempre Loro

Servitore
Fr: G. Massaja V. I.