Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]P. R.mo

Alessandria 6. Maggio 1866.

Due linee di aggiunta alla lettera di jeri per informarLa delle cose fatte in Marsilia.

Nel giorno che è stato fatto l’atto publico di compra del locale per il collegio, ho dato venti mille franchi; per gli altri venti mille che restano a darsi ho lasciato il mandato di nove mille e seicento franchi ricevuto da Lione due giorni prima della mia partenza. Per il primo vapore che partirà spedirò di qui una cambiale di undeci mille /363/ franchi: Così sarà saldato il prezzo convenuto per la compra del locale.

Per la costruzione della fabrica ho domandato ai due consigli centrali di Lione e di Parigi un soccorso straordinario di cinquanta mille, quale mi è stato promesso. Questa somma unita alla somma che sarà raccolta dal comitato di Marsilia [f. 1v] sarà più che sufficiente per la costruzione della fabbrica, la quale dovrà essere finita prima di un’anno, almeno la metà, per ricevere i ragazzi che io spedirò dopo detto tempo.

Dopo tutto ciò io rimango con un fondo di circa settanta mille franchi qui in Egitto, dei quali dovrò consummare circa venti mille, sia per comprare alcuni ragazzi da aggiungersi a quelli che verranno dall’interno, e sia per il trasporto dei medesimi sino a Marsilia. Resteranno perciò sempre ancora circa cinquanta mille franchi di deposito qui in Egitto destinati per i bisogni straordinarii della missione dell’interno, ed a disposizione particolare del Vicario Apostolico. Per assicurare questo è probabile che mi risolva di fare un codicillo, col quale confermerò il testamento fatto in Marsilia, ma penso lasciare legatario; il Vicario Ap.o mio successore di tutto ciò che si troverà alla mia morte qui in Egitto nelle mani di questo Vescovo. Guarderò di fare [f. 2r] detto codicillo prima d’innoltrarmi nell’interno, e fatto lo manderò a V. P. R.ma, affinchè lo consegni poi al futuro Vicario apostolico a suo tempo. Facio questo, perché altrimenti, in virtù del testamento già fatto, gli eredi miei avrebbero diritto a tutto, e potrebbero imporre al povero vescovo, il quale ha il clero indigeno da sostenere.

Prima di partire ho domandato pure ai due Consigli centrali anzidetti un’addizione annua di quattro o cinque mille franchi, destinata particolarmente per il Prefetto, quale pure mi è stata promessa; a questa somma aggiungerò io tre mille franchi dal mio assegnamento ogni anno; così il Prefetto avrà a se da sette a otto mille franchi per i bisogni della sua missione.

Da ciò Ella conoscerà che io ho pensato a tutto; se in avvenire il Prefetto potrà vivere in famiglia col Vicario apostolico, meglio, se non potrà, avrà il necessario per cavarsela coi suoi missionarii.

Io ho esortato il P. Vice Prefetto di recarsi a Roma prima di partire, per sollecitare [f. 2v] la conferma dei regolamenti, l’approvazione del mio testamento, e per dar conto di tutto l’operato; quando verrà, Ella non manchi di catechizzarlo un poco; Ella conosce la sua pecca, e dalle mie lettere ha potuto capire le specialità di cui ha bisogno; toccato per una parte sul vivo, e per altra parte incoraggito da Lei, forze lo sbaglio commesso nella sua elezione potrà essere corretto.

EccoLe, P. R.mo, poco presso le cose come sono: come già Le diceva nella mia scrittaLe prima di partire da Marsilia, le contrarietà mi hanno impedito di fare molte altre cose, ma spero che non mi avranno impedito il merito presso Iddio misericordioso, e ciò mi basta; per tutto il resto videant alii. Ringrazio il mio buon Dio che in questo mio viaggio d’Europa mi abbia privato di ogni conso- /364/ lazione materiale, perchè così posso sperare di più in Lui; l’avermi poi in certo modo umiliato [poi], è stato veramente un’eccesso di Sua bontà; ne sia dunque lodato; Ella poi preghi per me che abbraciandoLa in spiritu nel S. crocifisso Le sono

Fr: G. Massaja V.o