Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

[F. 1r]M. R. P. Provinciale Amat.mo

Roma 14. Agosto 1867.

Sono quattro o cinque giorni che Le ho scritto annunziandoLe che io sarei venuto per la via di Marsilia; ora, attesa la quarantena che si è stabilita, non so ancora per qual via verrò; tutto si deciderà Domenica in Civitavecchia; è probabile che io mandi Fra Felice, (fratello destinato per Aden, il quale verrà con me sino colà) per la via di Marsilia colle casse e bagaglio; io poi prendo la via di terra col Prefetto di Tripoli. Comunque si risolverà, Ella mi aspetti in Lione, dove verrò, meno che Le scriva diversamente. Abbia pazienza e facia un sacrifizio, perché altrimenti se io dovrò aspettare [f. 1v] e che per causa di questo l’affare di Scioha anderà a male, allora io mi dichiarerò fuori di tutto, e scaricherò tutto sopra di Lei, come è giusto; noti che qui in Roma è conosciuta la lettera venuta dal /72/ Re di Scioha, la quale mi fa premura, e si sa ancora che io non posso partire senza abboccarmi con Lei sugli affari di Marsilia, dovendo lasciarLa al corrente di tutti i passi fatti qui in Roma a questo riguardo. Voglio sperare che Ella mi aspetterà, in caso contrario io partirò subito, accada ciò che vuole accadere. Dico questo, perché alle volte si guasta un grande affare per un’appuntamento andato a male; Il certo si è che gli inviati di Scioha sono in Zejla dal principio di Luglio, ed Ella sa come si sta in quel paese da persone provenienti da un paese fresco; potrebbero di- [f. 2r] sgustarsi e così sarebbe finita la questione della strada; gli stessi due padri Taurino e Ferdinando si disgusterebbero certamente.

Inutilmente poi raccomanderei qui di nuovo la commissione dei fucili, di cui Le ho parlato nell’ultima mia lettera; sono certo che Ella prenderà tutto l’interessamento per questo affare, il quale non risguarda noi, ma bensì il Sultano di Zejla, da cui dipenderà il risultato di quanto desideriamo. Di questo meglio che se ne osservi tutto il silenzio e segreto possibile.

In tutto il resto le cose vanno bene; sono inteso qui di molte cose che non posso mettere in iscritto, ma che dirò a bocca; se vi è qualche difficoltà rapporto ai def finitori, e che vogliate che io parli ai medesimi, [f. 2v] sta a Lei procurarmene l’occasione, servirà nel caso per licenziarmi da loro e salutargli per l’ultima volta, perché io vado nell’interno, a Dio piacendo, e non ritornerò più. In Francia non posso fermarmi più di otto o dieci giorni, volendo essere in viaggio per l’Oriente per il primo di Settembre; così ho scritto in Egitto ed in Aden.

Riguardo ai fucili, intenda la cosa, ma non conchiuda il contratto, perché nel caso, prima vedrò se il prezzo in Francia è migliore di quello d’Egitto, dove pure ho fatto cercare, e dove mi aspettano coi prezzi fatti per conchiudere; se il guadagno fosse piccolo, allora meglio prendergli in Egitto, perché sono già a mezza strada.

L’abbracio nel S. crocifisso e sono

Fratello
Fr: G. Massaja V.o