Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]P. R.mo

Lione 2 Settembre [1867]

Partito lunedì mattina da Civitavecchia martedì sera alle nove siamo entrati nel porto della quarantina di Marsilia; mercordì mattina sbarcammo al lazzaretto, dove ci convenne restare sino sabbato sera alle nove; allora ci siamo rimbarcati ed il vapore ci portò purgati dalla macchia del collera alla Città, dove siamo sbarcati Domenica mattina 25. Agosto, l’ottavo giorno della nostra separazione, in cui ho potuto celebrare la S. Messa fra i miei cari Giovani Galla. Ella non può formarsi un’idea delle feste che mi fecero quei cari giovanetti; mi vennero all’incontro con altrettante bandiere bianche, figura della loro innocenza e cantando certi motetti Galla così teneri che mi strappavano le lagrime di tenerezza; cosa ancora più mirabile, quei giovanetti, non ancora compiti otto mesi dal loro arrivo, poterono leggermi una piccola composizione francese, [f. 1v] ben inteso composta dal professore, ma scritta e letta da essi; il progresso dei giovani e l’impegno dei maestri mi intenerì; molte cose avevo inteso del P. Emmanuele, ma ciò che ho veduto superò ciò che ho sentito; lo stesso del professore terziario detto fr: Mauro. Bramerei che V. P. R.ma facesse ai medesimi una lettera di conprovinciali, onde informarli dell’operato in Roma ed incoraggiargli ed alla P. V. per prendere possesso, come sorvegliante quella casa nella mia lontananza.

Giovedì mattina partirò per Crest, dove si trovano i Deffinitori provinciali, onde informarli dell’operato in Roma ed incoraggiargli sull’affare del collegio; Venerdì mattina di buon’ora lascierò Crest e partirò per Marsilia, dove sono aspettato per finire i miei affari Sabbato e Domenica; in detto giorno dedicato alla natività della /83/ nostra Madre Maria SS. i miei giovani faranno la prima loro communione. Se Monsignor Place sarà in Marsilia lo visiterò, e guarderò di disporlo in favore dell’opera. Lunedì mattina [f. 2r] 9. Settembre partirò per l’Oriente, se pure nulla in contrario sortirà che potentemente mi trattenga.

Mi trovo di ritorno da Pariggi, dove mi sono fermato solamente due giorni per assestare gli interessi della grammatica, e distribuirne qualche coppia ad alcuni benefattori insigni. Di questa ne saranno spedite a Roma una quantità di coppie a Lei, al P. Generale, ed alla S. C. di Propaganda. Questa grammatica è riuscita al di là d’ogni mia aspettazione; i libraj si disputano la vendita, e tutti mi felicitano dell’opera: di tutto ne sia lodato Iddio.

Nel partire lascio il catechismo di Kafa nelle mani del Signor d’Abbadie, il quale lo stamperà pel bisogno della missione; riguardo al catechismo Galla, di cui maggior sarebbe il bisogno, non so ancora come farò, perché in seguito alla grammatica importa un lavoro nuovo, e specialmente di togliere molte note; per lavorare non ho più coraggio, statomi tolto da chi all’opposto avrebbe dovuto farmelo; di tutto sia lodato Iddio, il quale ha voluto privarmi di ogni soddisfazione temporale per mio bene.

[F. 2v] Avrei ancora molte cose da dirLe, ma mi restringo a raccomandarLe l’affare del collegio presso la S. C. di Propaganda, pregandoLa di sollecitare per quanto potrà l’esame dei regolamenti e l’approvazione dei medesimi.

Circa questo affare debbo esternarLe un gran mistero che mi si affacia ogni qualvolta ci penso: Ella sa come io sono stato chiamato in Roma a fronte che io stricte non potessi venire; Ella sa di più come in Roma ho fatto un bel nulla dopo tante parole dettemi sia da S. Em: sia dagli altri; dopo tutto ciò sono stato stupito di vedere Sua Em: medesima prodi va alla mia partenza ancor prima dell’arrivo della famosa lettera del Re di Scioha venutami negli ultimi giorni, la quale finì ogni questione e mi obligò effettivamente a partire.

[F. 3r] Caro P. R.mo, dietro tutto ciò non avrei io motivo a dubitare, che Sua Em: il Cardinale Prefetto abbia sollecitata la mia partenza onde essere più libero per sciogliere la questione del collegio in favore del Vescovo di Marsilia conosciuto da tutti per suo amico particolare? È questo un semplice dubbio che mi viene, e che soglio scacciare come una vera tentazione; prima di partire da Roma già ne dissi alcune parole alla P. V. R.ma in mistero; dopo ne parlai più a nessuno, anzi tutto all’opposto io non facio altro che supporre e predicare il contrario a tutti questi padri.

Ma supponga per un momento che S. Em: facia andare a monte l’affare del collegio, non potrei io allora con tutta ragione [f. 3v] lagnarmi e dire che S. Em: ha rovinato da ogni lato la missione? I due gran bisogni attuali della missione, uno era il collegio, e l’altro la strada da aprire; Ella sa quanto mi sono affaticato per l’uno e per l’altro; ho portato l’affare del collegio quasi al compimento, e la lettera del Re di Scioha prova che aveva anche come finito l’affare della strada; ora quest’ultimo trovasi in pericolo per il mio ritardo, /84/ ed ecco come: se io fossi rimasto in Aden sarei partito subito per Scioha, appena arrivata la lettera di quel Re; costretto dai Superiori a venire in Europa, i messaggieri dal principio di Luglio dovranno aspettarmi in Zejla sino a Novembre con pericolo che se ne ritornino; anche nel supposto contrario, lo spaurachio della guerra inglese non potrebbe in questo frattempo mandare a monte [f. 4r] le più belle speranze da me concepite? In questo caso, non sarebbe la causa Sua Em: R.ma? E se dopo tutto ciò per la mia precipitata partenza da Roma andasse a male l’affare del collegio, cosa Ella direbbe? cosa potrei dire io?

Io Le dico questo non per altro che per sollecitare V. P. R.ma ad agire presso la S. C. di Propaganda, perché altrimenti io non saprei più a quale partito mi prenderei; allora finirei per capire la ragione per cui Iddio è in collera, e pare sordo a tutte le preghiere dell’Orbe cattolico che geme, e prega in favore di Roma... Allora non mi resterebbe altro che ritirarmi a piangere con Geremia le rovine di Gerusalemme...

Del resto le cose qui vanno bene; la notizia della lettera del Re di Scioha ha dissipato molti timori che si erano concepiti da questi religiosi; anche relativamente [f. 4v] al collegio. Si incomincia [a] capire, che sarà molto facile per l’avvenire mandare giovani per fornirlo.

Riguardo al collegio debbo prevenirLa di una cosa, ed è, che venendo la nomina del Procuratore, non sarà più il M. R. P. Domenico attuale Provinciale, ma sibbene il P. Benedetto attuale Guardiano del Convento di Marsilia; circa questo il voto essendo quasi unanime, ne ho parlato al P. Provinciale stesso, e questi ne convenne, per la ragione che egli non potrebbe rinunziare al provincialato, nel quale pare si tratti di conferma; Ella dunque potrà far mandare l’ubbidienza al suddetto, subito che sarà il caso, se pure Ella stessa non credesse bene di interrogarne direttamente il P. Provinciale.

Ecco dunque il complesso delle cose come sono; preghi il Signore per me che abbraciandoLa nel S. crocifisso in spiritu le sono tutto Suo

Figlio in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o

[F. 5r] P. S. Due linee per altre cose estranee ai nostri affari. Prima di tutto Le dirò che il Fratello che mi ha dato per la missione di Aden, mi pare davvero un minus habens, come alcuni cercarono di dipingermelo in Roma; in prova Le porterò questo unico fatto: sul vapore, avendo i secondi posti col vitto pagato, venne a pranzo cogli altri, mentre tutti si mettevano a tavola riservando il primo posto per l’uffiziale che doveva presiedere, dove già si trovava il towajvuolo usato colla ciffra, egli andò a mettervisi, cosa che fece ridere tutti. Me ne fece qualcheduna altra simile, dimodoché ne temo molto, tanto più che io non potrò restare in Aden. Ciò non ostante io lo condurrò rimettendo a Dio le cose.

/85/ Una confidenza quindi rapporto alla Storia publicata dal P. Rocco, quale io non conobbi finora; in Francia da molti nostri religiosi si nota la medesima di troppo liberalismo, e come piena di idee moderne; come non ho tempo di leggerla, io lascio la cosa [f. 5v] a chi l’ha letto, pago di avverti[r]ne V. P. R.ma, affinché avverta l’autore di rimediarvi nel restante, in caso di verità; se tale è la verità son certo che il P. Rocco sentirà volentieri un’osservazione amica.

Non potendo poi rispondere alla Madre Provinciale del buon Pastore, Ella col mezzo del P. Segretario facia avvertire la medesima che ho ricevuto la sua lettera e quella della M. Generale d’Angers, e sono contento della misura presa; la madre Generale ha deciso che la Provinciale d’Egitto venga in Aden a vedere prima di conchiudere.

Qui in Francia tutti i buoni sono molto in pena per Roma, perché sembra loro di vedere molto vicino un’attacco della medesima, non solo da Garibaldi, ma dal governo italiano; se tal cosa fosse mi rincrescerebbe, perché il S. Padre manca di consiglieri, e di persone d’azione capaci di maneggiare una simile crisi, e mitigarla nel caso di bisogno, se non altro per guadagnar tempo; molti sotto pretesto di lasciar fare a Dio lasciano anche di fare ciò che pur si dovrebbe, quasi che Iddio dovesse persino mestarci la polenta e darcela fatta...