Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]P. Reverendissimo

Alessandria 18. 7.bre 1867.

Prima di lasciare Alessandria voglio scriverLe due linee, sia per tenerLa informata dei miei passi e del mio operato, sia ancora per raccomandarLe alcuni affari.

In Marsilia non ho trovato Monsignore Place, andato in sua Patria per assistere sua madre inferma; sperava di vederlo al ritorno da Pariggi, ma inutilmente, perché non era ancora venuto; nel mio ritorno venne a trovarmi uno dei suoi Vicarii generali, e mi colse mentre io stava dando l’esame ai giovani; volle vedere ogni cosa, e restò maravigliato dei progressi dei nostri giovanetti Galla. Se P. V. R.ma gli avesse veduto nel mio arrivo leggermi tutti una piccola parlata scritta di loro mano in lingua francese [f. 1v] si sarebbe stupita come mi sono stupito io; io però che uso di calcolare poco il progresso nello studio che quello dello spirito non mi sarei rallegrato se non avessi veduto quest’ultimo di gran lunga maggiore; nelle lettere ricevute in Roma, e che Ella ben conosce vi era niente di esaggerato; Iddio pare benedire quest’opera al di là di quanto io sperava; persino nella scielta delle persone alla testa dell’Opera siamo stati benedetti anche al di là di ogni mio calcolo.

Vedendo così, io credo dovere eccitare di nuovo l’attenzione di V. P. R.ma affinché risvegli cotesta S. C. a fare presto la parte sua, altrimenti mi scoraggieranno tutti. I professori e [i] direttori mi domandavano di accrescere il numero dei giovani per ragioni fortissime intrinseche ed estrinseche; nello stato del locale presente non posso farlo, e basti per ciò provare che con soli dodeci furono costretti a metterne tre in una stanza senza guardia, cosa contro le regole; fare lavori per ridurre [f. 2r] il dormitorio a camerate sarebbe un’altra spesa notabile per lavori provisorii; mi bastano i tre mille franchi già spesi precedentemente inutilmente; vedendo ciò, e sembrandomi che Monsignore non sia più quello di prima, ho creduto di dar ordine che si proceda immediatamente alla costruzione sospesa inutilmente da un’anno con grave danno dell’Opera; già scrissi alla Propaganda di ciò, e prego V. P. R.ma a vegliare presso la medesima, affinché non osti a questo mio ordine, altrimenti io me ne laverò le mani e non mi mischierò più, poiché finalmente non lavoro per me... Se la decisione sui regolamenti domanda tempo, almeno S. Em: scriva a Monsignore, come mi promise; non è cosa vergognosa? ho parlato di ciò al ministero in Pariggi, e subito si spedì una lettera di raccomandazione, e Roma ha mai più fine... Le ripeto, che se questo affare va a male, o che io lascio tutto, o che scrivo più alto...

[F. 2v] Le grammatiche sono stampate, e ne ho portato cento coppie con me; ho lasciato l’ordine di mandarne a Roma al S. Padre, /90/ ai Cardinali, ed all’Ordine; spero che le riceveranno; V. P. R.ma quando le avrà ricevute facia il piacere di mandarne una coppia al nostro Teologo Perrone.

Le mando qui compiegato le carte risguardanti il nostro caro Fr. Mauro terziario e professore del collegio, il quale bramerebbe di essere Sacerdote; come è una persona molto preziosa ho acettato l’incarico per contentarlo, benché sappia esservi gravi difficoltà. Ella nel caso facia quello che può, e prenda consiglio dal P. Provinciale, al quale non ho potuto parlare di ciò, perché venutomi nel momento della partenza; ad ogni evento una risposta evasiva e consolante potrà bastare. Se le carte sono sufficienti, l’unico mezzo sarebbe ottenere la professione religiosa senza obligo di fare il noviziato per non privare il collegio, allora sarebbe spianata la difficoltà principale.

Se nulla osta partirò il 25. corrente da Suez per Aden; preghi per me che Le sono sempre

Figlio in S. FrancescoFr: G. Massaja V.o