Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
ministro provinciale di Francia – Lione

[F. 1r]M. R. P. Provinciale Amat.mo

Alessandria 20. 7.bre 1867.

Partito da Marsilia la sera del nove, la mattina del 15. già mi trovava qui nell’episcopio a celebrare la Santa Messa; ne sia di tutto lodato Iddio.

Appena arrivato qui ho domandato dei fucili, ma mi fu risposto che il prezzo dei medesimi non poteva essere minore di 40. franchi caduno, e di una specie che non mi piace; un poco più forti vogliono 50. franchi. Ella perciò, appena ricevuta la presente, mandi subito a S.t Etienne l’ordine per 40. fucili al minor prezzo possibile; si facia la spedizione direttamente al Sig.e De Crety Agente delle Messaggerie e Vice Console di Aden, accompagnato da lettera a lui, a me, ed al P. Alfonzo, nella quale si dica

[f. 1v] che detti fucili sono all’ordine di Abu Beker Sultano di Zejla, mediante biglietto che il medesimo /93/ dovrà presentare scritto da me, o dal P. Taurino, nel quale risulti che il prezzo dei medesimi sia stato soddisfatto.

La spedizione si facia subito, affinché arrivi in Aden prima della mia partenza di là; almeno arrivino le lettere suddette, affinché il console De Crety nella nostra partenza possa accompagnarci da una lettera araba ad Abu Beker, nella quale consti che i fucili vi sono, altrimenti Abu Beker potrebbe dubitare di noi. Non manchi di osservare tutte le clausule sopradette, sia per assicurare la spedizione che non vada perduta, sia ancora per le ragioni che Le esposi a bocca.

Come è stato dato dal Signor d’Abbadie il ricorso per i due [f. 2r] cannoni, sarebbe bene che nelle lettere suddette si parlasse anche dei medesimi; a questo riguardo Ella scriva al Signor d’Abbadie per sapere come è andata la cosa col ministro.

Nella nostra separazione in Marsilia ho dimenticato di parlarLe di Fr: Mauro nostro carissimo professore nel collegio, il quale vorrebbe essere Sacerdote; mi consegnò alcune carte da spedire a Roma; per compiacerlo le ho spedito al R.mo Fabiano colle mie osservazioni, dicendogli d’intendersela con Lei; nel caso affermativo (quod non videtur probabile) la via più semplice sarebbe ottenere di potergli far fare professione restando in collegio...

Due parole ora sulle costruzioni di S. Barnabé; io ho scritto al Vescovo di Marsilia, al R.mo Fabiano, ed al cardinale medesimo annunziando loro l’ordine da me lasciato a Marsilia [f. 2v] di proseguire le costruzioni, e le forti ragioni che mi hanno indotto a dare tale ordine; se dunque staranno quieti sarà segno che nulla osta a detti lavori, e V. P. M. R. scriva subito al Padre Guardiano di far incominciare immediatamente, altrimenti io non ho coraggio di mandare altri giovani giusta la promessa che ho fatto, poiché il locale non è convenevole, essendo noi obligati a metterne due per stanza, contro ogni regola, oppure spendere altri denari in lavori provisorii, come già si è fatto con grave danno dell’opera. Nel congresso che abbiamo fatto in Marsilia ho veduto che Ella non teme le spese, e confesso che ciò mi fece gran piacere; dunque ad quid aspettare di più? Se vi è qualche odiosità col vescovo di Marsilia, queste cadono sopra di me, avendo scritto che sono io che ho voluto; dunque coraggio, e con questo linguaggio si vada avanti.

Addio, mio caro P. Provinciale, preghi per me, che abbraciandoLa nel S. crocifisso Le sono sempre

Fratello in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o