Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
pro prefetto apostolo – Aden

[F. 1r]Caro P. Alfonzo amat.mo

Licee – Scioha 29. Marzo 1868.

Non voglio lasciar partire un corriere che parte per la costa senza scrivervi due linee, a fronte di una gran debolezza e di una /128/ piaga nel piede, la quale mi obliga a passare la più parte del mio tempo in letto, in luogo oscuro, dove difficilmente posso scrivere.

Il nostro caro P. Prefetto vi ha scritto in detaglio più minuto le vicende del nostro viaggio senza che io mi trattenga a ripeterle; vi dico solamente che la strada da questa parte tenuta da noi ha delle difficoltà molto gravi sia per le corrispondenze, sia per il trasporto degli effetti, sia molto più per il passaggio dei missionarii in seguito. Come le difficoltà più forti nascono dalla parte dei capi della costa e dello stesso Abu Beker, il quale è una persona abbastanza potente, e come mussulmano molto antipatica a noi come preti [f. 1v] e come ognun sa avidi del danaro altrui senza rossore alcuno, d’altronde persone materiali le quali non possono comprendere tutta la nostra delicatezza in materia di proprietà e di commissioni, vi prego di essere molto guardingo nella consegna degli oggetti, oppure di pieghi delicati nei quali si possano supporre documenti di qualche importanza. Quando consegnerete qualche cosa è bene farlo sempre alla presenza di persone capaci d’imporre, come il Signor Mass oppure il console, e domandare sempre una ricevuta. Quando domanda danari in pagamento di qualche servizio siate avvertito che domanda sempre tre volte più del giusto; per vostra norma vi dirò che ho dovuto pagare per il semplice trasporto da Tagiurra a Scioha ogni camelo trenta talleri di afitto, mentre in paese per 15. talleri si compra un camelo in proprietà. Tutto ciò lo dico solo affinché vi serva di norma non per rimproveri da fargli. Se potete indurlo a farsi pagare qui in Scioha dal Re è molto meglio, perchè qui il Re gli da appena [f. 2r] la metà di quello che mangia da noi, ma sarà difficile, perchè egli si occupa di noi unicamente per la speranza di guadagnare molto; questo Re gli ha dato ordine di trasportare tutti i nostri effetti come suoi proprii a questo fine, ma credo che egli non acetterà; tutto ciò vi serva di norma, potrete tentare; se non acetta il partito potrete cercare un’altro partito, cioè quello di non pagarlo che in seguito alla ricevuta degli oggetti spediti; se non acetta neanche questo, abbiate pazienza, e spedite nel modo che potete; potrete su di ciò conferire con Bonaventura Mass e sentire il suo parere.

Se le casse non sono ancora partite potete ancora aspettare una seconda mia lettera che vi scriverò al più presto possibile, subito che avran terminato le conferenze con questo Re; se sono già state spedite fate tutti i passi prudenti per assicurare il loro arrivo raccomandando la cosa al Signor Bonaventura suddetto, oppure al Console.

Questo Re avrebbe una mezza intenzione di mandare una procura al Signor Bonaventura [f. 2v] per tutti i suoi interessi in Aden; per ora non è che un progetto, potete sentire il suo parere e scrivermi per ogni caso che si cerchi di fare il passo; nel caso il passo sarebbe fatto nelle debite forme, si farebbe riconoscere dal governo inglese e dal console francese.

A quest’ora mi giova sperare che sarete già colle monache, ed avrete ottenuto qualche cosa di più chiaro rapporto alla vostra posi- /129/ zione da Roma, ad ogni evento ricordatevi che la pazienza e l’umiltà sono le vie per le quali unicamente si possono fare grandi affari ed aquistarsi grandi meriti in facia a Dio ed alla Sua Chiesa; dopo 22 anni di simili sacrifizii, come sapete, credo di avere un titolo di esperienza per potervi consigliare sicuramente, e poter sperare da voi che abbracierete i miei consigli, dei quali dubitare non potete per il grande amore che vi porto. I miei saluti a tutti, massime [a]i suddetti, pregate per me che abbraciandovi nel S. crocifisso vi sono sempre

Fratello in S. Francesco
Fr: G. Massaja V.o