Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]Mio R.mo Padre

Scioha 20. Febbrajo 1869.

Corre presto un’anno dalla nostra entrata in questo paese, e più di un’anno e mezzo dalla nostra separazione in Roma; troppo giusto perciò che Le scriva due linee, benché abbia tutto il diritto di lagnarmi di Lei, che non pensò più a me. Ella addurrà in iscusa le sue occupazioni, ma io potrei addurre anche delle scuse maggiori per emanciparmi totalmente da Lei, come ho fatto da tutto il resto del mondo europeo; il puro rispetto che Le porto, come a mio padre mi spinge a scriverLe.

Qui il Re ci ama molto; ci lascia tutta la libertà di predicare ed istruire; ha assegnato ai nostri missionarj un paese Galla nelle estremità del suo regno, dalla parte della missione nostra, dove il P. Prefetto è stabilito con tutta la casa, ed incominciano a lavorare; il Re a sue spese ha già mandato due corrieri a Monsignore Coccino, da cui abbiamo avuto risposta; [f. 1v] facendo tutto ciò il Re mi ha posta la condizione di restar qui con lui, motivo per cui mi trovo isolato dal resto dei missionarii; non so quando mi riuscirà di rivedere la mia missione, e se potrò sperarlo per l’avvenire. Restando qui non sarà tempo perduto, perché sto lavorando a distruggere il colosso di Babele fabricato dai Copti contro Dio e la Sua Chiesa; ho già alcuni discepoli che sto istruendo con parole e con scritti; il Re vorrebbe che io fossi Vescovo dell’Abissinia, ma a ciò si oppongono delle ragioni fortissime[:] 1. io sono vecchio e non me la sento. 2. Il partito nostro è forte, ma non abbastanza per metterci in sicuro di non fare un passo falso. 3. La corruttela del paese è tale che un Vescovo titolare sarebbe esposto o a tradire la sua conscienza, oppure a fare dei passi che potrebbero portare la rivolta; non fosse altro più di mille chiese dovrebbero essere chiuse per mancanza di preti validamente ordinati... Io perciò mi limito a preparare l’opinione publica, a calmare il partito contrario, ad impedire la venuta di un Vescovo Scismatico, e quindi a preparare la Sede ad un’altro, che sarà il Vice Prefetto, se piacerà [f. 2r] a Dio ed al S. Padre; ecco l’insieme delle cose nostre in Scioha. La Missione antica da me fondata cammina con stento; Monsignore Cocino è sempre quello che Ella sa; ciò non ostante le cose vanno mediocremente bene, principalmente in Kafa, ed in Gudrù.

Ella saprà che ho dato le mie dimissioni, e sto aspettando risposta; per carità Ella si occupi in modo che le medesime siano accettate; non è per risparmiare fatica, perché sono venuto disposto di morire sul campo; ma unicamente perché voglio morire sgravato di questo peso, divenutomi insopportabile, ed incompatibile colle circostanze attuali. Non dico, faciano questo oppure quello, Roma non /145/ mi ha domandato consiglio quando era in Roma, dunque [è] che non sa che farne...

Preghi per me e per questa povera missione; mi saluti il caro Prefetto Nicola e tutti gli amici di Roma, massime i R.mi Padri Generale e i suoi Definitori, in particolare modo il mio Compagno P. Francesco di S. Spirito; Le bacio la mano e sono sempre figlio in S. Francesco

Fr: G. Massaja V.o

[F. 2v] Al Reverendissimo / P. Fabiano da Scandiano / Proc.re delle Missioni dei / Cappuccini / Roma //.