Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al signore Carlo Delmonte CM
procuratore della missione dell’Abissinia - Massauah

[F. 1r]M. R. Signor Delmonte in Cristo dilettissimo

Scioha 24. Settembre 1869.

Voglio cogliere la circostanza che un mercante del Tigré ritorna nel suo paese e pensa di venire a Massawah per scriverle due linee, onde informarla delle cose nostre e di questo paese parte del Vicariato abissinese che Ella governa.

La morte di Monsignor Bel mi ha fatto gran pena; ecco il terzo Vicario Ap.o, o meglio una terza vittima per la povera missione abissinese! questa notizia mi gettò nell’estremo dell’avvilimento; io sperava molto nella persona del defunto V.o Apostolico, il quale essendo giovane e di buone intenzioni, non avrebbe mancato di fare del bene a suo tempo; ma quando incominciava possedere la lingua e potere lanciare la rete, Iddio lo tolse dalla pesca... adoriamo i giudizii Suoi. Ecco perciò V. S. carissima di nuovo nello stato provisorio; potrebbe darsi che al momento dell’arrivo di questa mia Ella si trovi in carica, ed io lo saprò forse un’anno dopo; comunque sia per arrivare la cosa, sarà volontà di Dio, ed io anticipo le mie congratu- [f. 1v] lazioni a Lei, o a chiunque sarà per essere il Successore di Monsignor Bel e di M.r Dejacobis, di cui io mi glorierò sempre di essere il Servitore divoto e fedele. Queste morti dei vicarii apostolici sono per cotesta missione un vero flagello di Dio, preghiamo il Signore affinchè mandi l’uomo Suo e gli dia lunga vita, altrimenti è finita la questione.

/162/ Io sono venuto in Scioha col doppio scopo, di aprire la strada da questa parte per la missione nostra, e di arrivare alla medesima al più presto, e l’uno e l’altro è ancora un mistero, perchè la strada di Tagiurra, appena passati noi, si chiuse di nuovo, ed io non so quando potrò pervenire alla missione, colla quale per altro sono in relazione. Questo Re ci ama, ma è misterioso in tutto; ogni giorno belle parole che mi promettono la partenza, ma poi in fatti il giorno non arriva mai... Questi principi abissinesi sono un vero labirinto, dal quale è meglio restarne lontani; da una parte pochissima speranza di poter esercitare il ministero della parola, perchè sono abbastanza superbi per tenersi lontani; per altra parte poi colla loro misteriosa politica impenetrabile [f. 2r] attraversano tutte le nostre operazioni, facendo servire ogni cosa al loro interesse del momento; beato Lei, che si trova in un luogo affatto indipendente dai medesimi.

Come si gode qui per il momento sufficiente libertà di parlare, colgo l’occasione per detronizzare l’opinione copta, facendo conoscere tutte le vergogne del ministero nominale dei Copti – È incredibile ciò che ho scritto e ciò che ho detto, ma il paese schiavo dell’abitudine antica difficilmente lascia d’inghiottire questo veleno mortale, dimodoché è poco il frutto che si riporta. Il Re teme il partito copto, epperciò si lascia guidare; la venuta del nuovo Vescovo ha finito per distruggere in lui quel poco che io aveva fatto, dimodoché in casa sua chi comanda è un prete del Tigre, benché qui la più parte della popolazione sia di partito contrario, perchè Devra Libanos, che professa le due nature in Cristo.

Ecco dunque il complesso delle cose nostre e di questo paese; ancora non sappiamo se la missione per l’avvenire potrà sperare sulla strada di Tagiurra, oppure se dovrà mantenere quella di Massawah; motivo per cui prego V. S. di continuare la carità che han sempre usato i PP. Lazzaristi per la nostra missione.

Se queste lettere arrivano, dia al latore della presente due o tre talleri di regalo a conto nostro – I saluti a tutti e mi creda sempre

Suo Servo
Fr: G. Massaja V.o

[F. 2v] Al M. R. Signore / Carlo Delmonte Procu- / ratore e Gerente la / missione dei Lazzaristi / Massawah //.