Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Alfonso Cianfanelli da Macerata OFMCap.
pro prefetto apostolico – Aden

[F. 1r]P. Alfonzo Carissimo

Scioha 1. Luglio 1870.

Ho ricevuto le vostre lettere del mese di Febbrajo di quest’anno, e vennero pure gli oggetti indicati dalle medesime, però in un cattivissimo stato. Le grosse casse furono tutte aperte in Tagiurra e furono fatti involti. Come non vi erano note, Dio sa se tutto sia venuto o no. Comunque accuso ricevuto di tutto ciò che mi avete spedito.

/180/ Rapporto al resto della domanda che mi fate, è questa un’affare molto grave, e voi stesso l’avete fatto ancor più grave, ed ecco come: l’anno scorso io vi spediva un biglietto di cangio pregandovi di pagare ad Abu Beker [f. 1v] la somma di 170. circa talleri, rimborzo di denaro preso qui, e parte per il porto delle tre casse in allora speditemi; ora Abu Beker avendo mandato da voi per ritirare detta somma voi avete rifiutato di pagarla, e vennero qui a gridare minaciandomi di prendermi in giudizio; lascio considerare il disonore che mi avete fatto: io mi son trovato qui colle mani vuote e con un debito di 300. talleri da pagare. Voi sapete che vi ho lasciato in deposito 700. talleri a questo oggetto; ora come posso consegnarvi altre somme, quando non vi degnate neanche di far parola della somma ricevuta; caro mio, quando ho veduto questo ho dovuto mettermi a piangere, e con me hanno [f. 2r] pianto pure tutti i miei colleghi, perchè ci troviamo qui alla vigilia di essere senza pane; fin qui il Re ci ha soccorso, ma in seguito Dio sa cosa sarà. Voi siete procuratore, ma per procurare per voi e non per noi, perchè alla fine sono presto tre anni, e nulla è venuto fuori delle casse, perchè non sapevate che farne. Ora a dirvela, prima di tutto vi notifico che ho dovuto scrivere a Roma forzato dalla fame, e mi rimetterò a quanto Roma dirà, quindi vi darò un consiglio, ed eccovelo: devono venire di Francia missionarii; se questi porteranno una somma di denaro notabile, intendetevela coi medesimi, e purché portino qui il necessario per noi, se hanno di troppo potranno imprestarvelo, [f. 2v] altrimenti non saprei cosa dirvi.

Ora ecco cosa dovete fare: se non avete pagato ad Abu Beker la somma suddetta, pagatela immediatamente; rapporto al porto degli oggetti arrivati qui in Aprile di quest’anno ho dato qui 130. talleri, ed ho finito la questione, privandomi del poco che avea; se non pagate la somma suddetta, domando a voi il consiglio di cosa debbo fare, e Roma stessa vi domanderà certamente conto. Io poi vedendo disonorata da voi la mia segnatura, sono costretto a spedire per la via di Massawah a domandare imprestito colà ai Lazzaristi molto più esatti, fin a tanto che Roma abbia provisto ai nostri estremi bisogni.

Caro mio, a costo di prendere imprestito voi dovevate pagare il cangio suddetto; pagandolo [f. 3r] avreste onorato la vostra procura e la mia firma; aggiungendo quindi qualche piccola spedizione di quando in quando, voi avreste ricevuto di Francia nuove somme, e così avreste con un vost[r]o deposito potuto fare affari anche per voi; io stesso non avrei avuto difficoltà di accordarvi la domanda, e la missione di Aden avrebbe potuto fare grandi affari; ma facendo così chi oserà più darvi nelle mani un solo tallero?

Io per parte mia mi trovo nell’estremo dell’afflizione sia per il bisogno di denaro in cui mi trovo attualmente, sia ancora per la necessità di dovervi dare una risposta così secca, e come negativa della domanda fattami. Caro mio, dopo tutto ciò che si è passato io non so [f. 3v] più cosa dirmi; in facia a tutto questo paese voi mi avete avvilito in modo che non oso più presentarmi al publico, e se Roma, o la Francia, oppure [o] Massawah non vengono in nostro /181/ soccorso noi siamo obligati a ritornare per causa vostra. Io mi trovo con sette otto case a cui debbo pensare; nel paese non si trova imprestito affatto; e voi sapete che colla fame non vi è consiglio; con tutto ciò, possibile che voi stesso non proviate qualche sentimento di compassione per noi!

Vedendo la piega che hanno preso le cose vostre, e che voi affatto non pensate a noi io sono obligato a raccomandarmi da [f. 4r] tutte le parti per sortire dalla necessità, meno che voi mosso a compassione non vi risolviate di mandarci subito qualche soccorso. Nel caso vi prevengo che depositando una somma nelle mani di Abu Beker, egli, avendo casa qui, in un mese può farcela avere con un biglietto di cangio ai suoi figli stabiliti qui. Se fate così, allora io potrei farvi un biglietto per Marsilia, onde farvi sborzare colà al Signor Mas tutto quello che mi domandate. Se fate questo saremo in perfetta pace e vi prometto di fare tutto il possibile per voi. I miei saluti a tutti; pregate per me che vi sono sempre

Aff.mo Padre in G. C.
† Fr: G. Massaja V.o