Massaja
Lettere

Vol. 4

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A monsignore Felicissimo Cocino da Cortemilia OFMCap.
vescovo coadiutore dei Galla – Gemma Donquoro

[Scioa, seconda metà del 1874]

[F. 1v] Ecco gli ordini che il nostro Vende Monsignore Massaia ci ha mandato rapporto ai Preti indigeni = 1º Chi è cacciato non può più essere ricevuto senza mio permesso, ed occorrendo che i vecchj cerchino di far la pace, rispondete che non potete senza di /261/ me. 2º Il Prete che rifiuta di ubbidire al Superiore, post trinam admonitionem sia immediatamente cacciato. 3º I nostri Preti che hanno casa a parte devono contentarsi di quanto le da il Superiore pel loro sostentamento, e non sono autorizzati a prendere imprestiti sopra la missione. 4º Il prete che ha muli, o cavalli a nome proprio gli consegni immediatamente al Superiore, in difetto sia privo d’ogni soccorso; chi avrà comprato simili animali senza permesso, sia considerato come ladro, e cacciato. 5º La Missione non può dare muli, o cavalli; occorrendo [f. 1r] un grave bisogno il Superiore singulis vicibus ne presterà uno a condizione che ritorni subito nelle mani del Superiore. 6º Il Prete che si appella al giudizio de’ vecchj contro il Superiore non sia più riconosciuto come suddito della missione, ed il Superiore stesso si guardi bene di favorire simile scandalo, perchè è un disonore per il Prete di essere giudicato da’ secolari, ed è cosa proibita da’ canoni. 7º Il Prete convinto di scandalo in materia de sexto sia cacciato, e non più ricevuto senza mio permesso. 8º Il Prete cacciato dalla missione, quando avesse dato veri segni di penitenza e di emendazione, fino a tanto che non sarà decisa la questione della sua recezione, il Superiore potrà passare non più di un sale ogni settimana per [la] sua sostentazione =

Copia conforme l’originale = Fr. Felicissimo V.o
† Fr. Guglielmo Massaia V.o