Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al Marchese Orazio Antinori
capo della spedizione geografica Italiana – Aramba

[F. 1r]Signor Marchese Ill.mo

Fekerie Ghemb 1876. 1. Settembre

Ieri Le ho scritto in fretta, ed ho dimenticato di awertirLa di molte cose, motivo per cui non riposando il mio cuore Le spedisco oggi un giovane dei nostri per avvertirLa.

1. Sarebbe conveniente che non si separassero dai loro effetti, non tanto perché vi sia pericolo di furto, cosa molto rara, ma piuttosto perché una volta gli effetti loro passati nelle mani dell’amministrazione civile, gli impiegati gli considerano come effetti di proprietà regia, e nasce l’imbarazzo che non potrebbero più a loro volontà avergli pei loro bisogni, se non dopo la consegna fatta al Re, oppure di suo consenso. In questo paese per un forestiere il trasporto è molto difficile, il governo s’incarica di ciò, ma qualche volta noscono difficoltà, come sopra. Nel caso [f. 1v] di doversi separare dai loro effetti, guardino di prendere con loro tutto il necessario sia di vesti, calcolando che nei paesi alti fa molto freddo, sia ancora di attrezzi di cucina, e di altre provviste necessarie per le loro persone; una volta consegnati gli effetti agli impiegati del governo, questi gli distribuiscono ai paesani per il trasporto, e sarà molto difficile riavergli per i loro bisogni; nel fare la consegna guardino di legare bene ogni cosa, e numerare i colli consegnati, affinché poi non arrivi che si perda qualche cosa.

Spero che avranno ricevuto il necessario per il loro vitto in pane, carne, e bevanda del paese; ad ogni evento che vi siano difficoltà il giovane che viene ritorni subito, e gli raccomanderò quanto potrò. Ieri è partito una mia lettera al Messelenié, e spero che oggi verrà e darà tutti gli ordini, essendo ordine del Re. Verrà pure Walasma Abegaz, al quale appartiene in particolare di provvedergli.

[F. 2r] Subito che i loro effetti saranno arrivati, e saranno pronti per partire mi spediscano una persona con lettera indicante il giorno che potranno trovarsi a Wanenamba, perché io penso discendere colà, /289/ dove passeremo qualche giorno in serie conferenze. Fin là guardino di tenere nascosti tutti i loro progetti, siano scientifici, siano diplomatici, perché questi indigeni usano parlare troppo, ed anche seminare pregiudizii contrarii, i quali potrebbero col tempo imbarazzargli nelle loro operazioni.

I miei complimenti ai due compagni, assicurandogli che sono impaziente di fare la loro conoscenza. Iddio gli benedica e gli prosperi. Godo l’occasione per rinnovarLe i sentimenti della più sincera venerazione, coi quali ho l’onore di raffermarmi

D. S. V. Ill.ma

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o

[F. 2v] P. S. Sarà difficile poter trovare un dragomanno; io aveva un giovane, e l’ho spedito a M.r Arnus – Quando ci troveremo parleremo più a lungo di ciò. Per il momento il garzone Engheddà che sa l’arabo potrà servirLe per le cose più necessarie.