Massaja
Lettere

Vol. 4

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Al padre Domenico Gouttes da Castelnaudary OFMCap.
prefetto e commissario dellla missione dei Galla – Carcassonne

[F. 1r]M. R. P. Esp.le, e Com.o mio Carissimo

Escia-Eloj – Scioha 28. Décembre 1878.

Colla prossima partenza della carovana che va all’incontro del Cap.[ita]no Martini non voglio privarvi di una mia lettera, benché sappia che altri vi hanno scritto.

Il Capitano Martini suddetto mi scrisse la storia del suo incontro con Voi a Roma, l’abboccamento col S. Padre, e la venuta di missionarii. Siano rese grazie a questo Signore, il quale ha fatto /333/ bene le nostre commissioni. Mi auguro il momento di vederlo arrivare sano e salvo coi missionari, perchè non vi nascondo che sono in pena della riuscita dei medesimi, attese le complicazioni politiche dell’Abissinia coll’Egitto, e possiamo dire anche con alcune potenze dell’Europa. Noi abbiamo scritto da tutte le parti avvertendo e consigliando gli uni e gli altri sulle misure a prendersi, ma poi dobbiamo rimettere a Dio l’esito.

Ho annunziato in Europa a chi occorre la morte di Monsignore Cocino Vescovo di Marocco, avvenuta in Febbrajo di questo cadente anno, ed ho spedito [f. 1v] una breve biografia scritta dal P. L. Gonzaga, perchè io mi trovava ammallato. Spero che vi sarà arrivata, perchè spedita alla costa con un’espresso del Re. Ad ogni caso che non fosse arrivata vi prego di mandare la notizia al Provinciale di Piemonte per i suffraggi consueti, quali, come spero, non saranno negati dalla Provincia vostra, poiché ho veduto dal vostro calendario che ci avete onorati mettendoci nell’albo degli individui della Provincia. Monsignore di Marrocco è un mio Studente del primo corso di studio, è partito con me nel 1846., epperciò conta 32. anni di missione, senza aver mai esternato il menomo desiderio di rivedere la Patria e l’Europa; è stato consacrato Vescovo di Marrocco e mio Coadjutore in Maggio 1859. È rimasto sempre o in Gudrù, o in Lagamara; due anni sono essendo morto in Kafa P. Hajlù Michele Sacerdote indigeno, e vero apostolo di quel paese, Monsignore di Marocco si recò colà per i bisogni di quella fiorente missione, dove avvi il migliore avvenire di tutte le altre, e dove abbiamo qualche milliaja di cattolici, fra i quali molti che si distinguono in fervore. Colà il povero Monsignore reduce da una Chiesa è stato preso da un catarro che in tre giorni [f. 2r] lo rapì alla missione, credo, il 27. Febbrajo, lasciando quella cristianità nella desolazione, e me stesso nel dolore di non poterlo rimpiazzare per mancanza di missionarj. Nel caso che le prime lettere non fossero arrivate, mi farete piacere di scrivere pure a Cortemiglia diocesi d’Alba per far pervenire la notizia ai suoi parenti, diriggendovi nel caso al Vescovo d’Alba.

Caro P. Esprovinciale mio, vi farò in breve alcune osservazioni rapporto alla vostra posizione di Commissario. Siete un poco dominato da un certo spirito di escluzione delle altre Provincie di Francia; questo sistema potrebbe partorire un’emancipazione totale dalle altre Provincie, ed allora sarete imbarazzato per provvederci soggetti, ecco già questo un gran male; io sarei d’avviso di mettervi affatto a parte fuori dell’amministrazione della Provincia di Tolosa, e nella vostra posizione di Commissario passare qualche tempo in tutte le Provincie per trattare i nostri interessi. Un’altro inconveniente è pure quello di caricarvi troppo di brighe, le quali dividono il vostro cuore e fanno sì che questa missione, la quale confida in voi resta come abbandonata. Un terzo inconveniente è la missione di Aden, la quale non è che di semplice nome aggregata al Vicariato Galla, [f. 2v] e per fare forze causa comune negli interessi con nostro danno, ma poi il missionario di Aden è affatto indipendente. Io non desidero di essere Superiore di Aden, perchè non posso guardarlo, ma desidero /334/ che gli interessi di questa missione siano separati. Un quarto avvertimento è quello di farvi un coadjutore nel commissariato per ogni caso di morte. Se scrivessi a Roma basterebbero due mie parole per obligarvi a restare neutrale ed attaccato egualmente a tutte le tre Provincie per eccitare il zelo nelle medesime, ed estinguere qualche germe di gelosia che potrebbe nuocere, ma non lo facio, perchè sapete che vi amo come mio fratello; ecco cosa si dice dalle due Provincie di Lione e di Parigi – gli onori sono alla provincia di Tolosa, e gli oneri sono comuni, badate perciò a questo.

Dite al M. R. P. Exuperio che aveva letto qualche brano del suo libro in Roma, e non l’aveva molto apprezzato, perchè non ho avuto tempo di meditarlo; da due anni a questa parte mi cadde nelle mani, e l’ho esaminato bene, ed ho trovato in esso un valore che non credeva; solamente avrebbe bisogno di essere un poco più ampliato, e reso un poco più popolare; del resto è [di] uno slancio affatto nuovo, e mette in vista molte cose non abbastanza esaminate nei nostri tempi.

Vi abbracio nel S. crocifisso e sono sempre vostro

Divot.mo Fratello

Fr: G. Massaja V.o