Massaja
Lettere

Vol. 4

/354/

763

Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Parigi

F. 225r Très chère M.r Antoine d’Abbadie

Escia-Eloy – Choa 1. Marzo 1879.

Una seconda letterina per metterLa al corrente di alcune cose avvenute dopo che il piego era già fatto.

Una notizia venuta a Monsignore Torino mio coadjutore per la via di alcuni mercanti, i quali si dicono testimonj oculari del fatto, annunzia che i due membri della spedizione geografica italiana, Capitano Ciecchi, ed Ingeniere Chiarini, partiti di qui nel mese di Maggio passato, arrivati al di là del Guraguè, non avendo potuto prendere la via più a Levante direttamente per Kullo, e Kafa, dove pensavano di andare, dovettero prendere quella di Gemma Abba giffara; il Re di questo paese detto anche Abba Giffara figlio di Abba Boca giovanetto [f. 225v] di dieci o dodeci anni, il quale regnò alla morte di suo Padre, avendo rifiutato di riceverli, dovettero diriggersi all’ovest, e sappiamo che arrivarono a Leca paese che Ella conosce, dove attualmente un certo Gherbi si è fatto Re; questi invece di mandare questi viaggiatori a Gumma, dove, dopo la morte di Abba Baghibo, tutti i mercanti passano, ed ultimamente il fu nostro Monsignore di Marrocco passò, e fu ben ricevuto nella sua andata a Kafa, gli mandò invece in Ennerea, dove il figlio di Abba Baghibo, detto Abba Gommol, fanatico mussulmano, il quale nel 1862. mise a pigliaggio la nostra missione, e cacciò me con tutti i cristiani nostri, gli spogliò di tutto, gli incatenò, e gli obligò a lavorare come schiavi. Ella conosce il paese, senza che io mi estenda di più, epperciò conosce la gravità della questione attuale ad ogni caso che la Società geografica Italiana si [f. 226r] dirigesse a Lei per consigli, oppure che avesse occasione di parlare colla Società internazionale di Bruscelles sul punto di far stazioni nell’interno per la civilizzazione dell’Affrica orientale, come già Le ho detto nell’altra mia. Minilik farà certamente tutto il possibile, ma la sua operazione non sorte dall’ordine di operazione semplicemente diplomatica, perchè finora le sue armi non arrivarono sin là, e neanche [anche] sulle frontiere di Gemma Abba Giffara, come il Signor Leon Piquignol non mancherà d’istruirLa.

In verbo di questo Signore debbo farLe notare che io desiderava molto che andasse da Lei, ma ultimamente essendo venuto da me mi disse che sino a Parigi forze avrebbe dovuto andare, ma andare più lontano trovava due difficoltà, una quelle delle finanze sue molto ristrette, e l’altra forze la mancanza di tempo, perchè conta ritornare qui per certi affari di questo Re. [F. 226v] Comunque sarà per essere, come M.r Leon stesso, o da Aden, o dall’Egitto, oppure da Marsilia non mancherà di scriverLe mandandole le lettere, sentirà da lui stesso ogni cosa, e combineranno insieme.

/355/ Attualmente questo nostro Re si trova coll’Imperatore Joannes fra gli Eggiu, e non sappiamo quando sarà di ritorno. Colà questi due regnanti conferiranno insieme rapporto al quid faciendum per ogni caso d’invasione estera, cosa che preoccupa tutta l’Abissinia presentemente, a fronte che nulla vi sia d’incominciato, fuori delle cautele gelosissime per impedire l’introduzione delle armi in tutti i littorali, cosa che prova una certa ostilità, ed un certo calcolo futuro...

Di nuovo i miei saluti a Madama d’Abbadie, e mi creda sempre Suo

Divot.mo Servo
Fr: G. Massaja V.o