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La presenza musulmana nel Monferrato

Articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa del 17 Settembre 2007, edizione di Asti e Provincia, p. 67

Spunta Maometto all’Abbazia di Vezzolano
Armando Brignolo
Albugnano

È lì da secoli: incastonata sulla facciata dell’Abbazia che la leggenda vuole fondata da Carlo Magno. È una ciotola in ceramica posta al di sopra della bifora centrale della chiesa di Santa Maria di Vezzolano, il gioiello dell’arte romanico-gotica. Altre due formelle mostrano elementi esclusivamente decorativi, ma sulla terza dorata c'è una scritta circolare che ne fascia il perimetro. Quei segni sono stati ora decifrati dall’archeologa iraniana Haydeh Eghbal (sposata a Raffaele Biscione, anch'egli archeologo del Cnr di Roma), che ha visionato la scritta sulla ciotola ed ha fatto pervenire la traduzione alla collega Enrica Fiandra. Il messaggio è arrivato a Bagnasco di Montafia, dove abita l’ex direttrice centrale delle Soprintendenze. Ed ha destato sorpresa.

La scritta, finora enigmatica, riporta la ripetizione della formula «Allah Mohammad» (Allah Maometto) in caratteri cufici.

È un'antica scrittura araba originaria di Kufa, usata nei manoscritti coranici, sulle monete o nelle iscrizioni lapidee.

Spiega la Haydeh: «La ciotola è stata chiaramente realizzata in un ambiente sunnita, perché gli sciiti aggiungono alla formula almeno il nome di Alì. La ciotola potrebbe essere dell’epcoa selgiuchide (quella dei Selgiuchidi era una dinastia turca che regnò sull’Oriente musulmano tra XI e XII secolo - n.d.r.) ed anche il cufico sembra la formula semplificata usta dai turchi.»

Al di là della datazione originaria resta la sorpresa. Quando e in che modo la ciotola è arrivata ad Albugnano? Finora non c'era traccia nei documenti dell’Abbazia di questa presenza. Ma non c'è troppo da stupirsi. Può essere stata portata tra le colline di Albugnano da un crociato, magari come ex-voto. Magari è frutto di uno scambio tra le carovane che si spostavano nei vari continenti e che con le merci contribuirono alla circolazione delle culture. Il "cammino" della ciotola araba di Vezzolano potrebbe essere iniziato nel Nono secolo, quando gli arabi erano in Sicilia. L'usanza di abbellire le facciate delle chiese con ceramiche e altri simboli era molto diffusa nell’età del romanico. Tra i segni più classici c'erano le conchiglie che ricordavano ai pellegrini il cammino verso Santiago di Compostela. Alcuni esempi si possono vedere, oltre all’abbazia di Vezzolano, sul campanile di Sant'Apollinare Nuova Ravenna, San Miniato a Pisa.

Ora con questa piccola scoperta l’Abbazia di Vezzolano aggiunge una curiosità storica in più tra le tante che ne fanno la ricchezza e ne garantiscono il fascino.

La chiesa, recentemente restaurata anche all’interno, grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Asti, custodisce memorie evocanti e suggestive di un'epoca. Bellissimo anche il giardino con le varietà di antichi meli.

E il fatto che in quelle formelle ci sia una invocazione ad Allah e Maometto aggiunge spiritualità internazionale al luogo già sacro per i cristiani. Un segno secolare di convivenza.

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Contatti: enricafi@tin.it